Il tradizionale spettacolo di beneficenza con sindaci e politici del Levante, ideato vent’anni fa da don Nando Negri del Villaggio del Ragazzo, quest’anno debutterà a Genova e l’incasso sarà devoluto in favore della zona colpita dal crollo del Ponte Morandi.
Appuntamento sabato 23 marzo, alle ore 21, al Teatro della Corte di Genova. In scena, come tradizione, sindaci, consiglieri regionali, parlamentari.
Prevista la partecipazione straordinaria anche del sindaco di Genova Marco Bucci.
Titolo dell’edizione 2019 sarà ‘Anemmu a Zena’. Testi di Marco Branchetti, Ruggero Ferri, Diego Ghisilieri, Nicola Orecchia e Marisa Spina. Prete Rinaldo nel ruolo di suggeritore. Sul palco, pure i Musici del Gruppo Storico Sestieri di Lavagna. Impegnati anche: Graziella Trubia (attrezzista di scena), Luisella Botto (scenografie), Oriana Gandolfi (costumista), Stefania Spina (coreografie), Christian Venzano (aiuto regista). Regia di Ivo Pattaro. Musica dal vivo della Mario e Roberto Band.
Prevendite presso il Teatro Nazionale di Genova, presso l’Agenzia di Viaggi Tigullio e Marcone di Chiavari e sui circuiti Happyticket e Vivaticket.
‘Piazza Levante’ ricorda come tutto cominciò attraverso l’amarcord di uno dei tanti protagonisti di questa simpatica e straordinaria avventura.
Anemmu a Zena. Attori per un giorno ma… non per caso.
Tra le tante egregie cose ispirate da don Nando, fondatore dell’Opera Diocesana Madonna dei Bambini, Villaggio del Ragazzo, c’è pure, dal 2000, uno spettacolo a cadenza annuale. Nato per caso? Forse. O forse, da un’intuizione.
Fatto sta che la gente riguardo ai politici (attenzione, non stiamo parlando di orari di ricevimento, come minimo all’insegna della burocrazia, come massimo della polemica e della protesta) conosce solo il volto più serioso ed ufficiale. Non il migliore, insomma, non quello che li renderebbe certamente più simpatici. Un ‘potenziale’ che esce dagli schemi stereotipati del manifesto elettorale. Nelle segrete stanze o nelle pubbliche manifestazioni (sagre, feste, inaugurazioni varie), qualche volta si può assistere a performance davvero sorprendenti.
Dall’intuizione nasce l’idea. Complice un interminabile viaggio a Roma nel 1994 (destinazione: la Camera dei Deputati, motivo: l’eterno ritorno di un ritornello ahinoi già sentito, la chiusura degli uffici postali nell’entroterra), su un pullman che parte a mezzanotte per giungere a destinazione all’alba, carico di amministratori locali, per lo più Sindaci, che per ingannare il tempo di quella lunga trasferta decidono di cantare. Un viaggio interminabile sì, ma pieno di sorprese. Cabaret, improvvisazioni e canzoni.
Intuizione, idea, associazione, il passo fu breve, almeno nel pensiero: “Ma scusate, perché non mettiamo su una bella compagnia di Sindaci”? Risposero di sì, ma la cosa, per il momento, finí lí. Ma quel progetto, tanto immediato nel concepimento quanto difficile nella gestione e nella realizzazione, non si era affatto dissolto nel nulla, anzi.
E difatti… la prima volta arriva con il compleanno di don Nando. Don Nando Negri, un sacerdote che abbiamo provato a definire in mille modi, senza mai trovare le parole e i ringraziamenti giusti. L’unica figura che poteva unire tutte la fazioni e contrade politiche del Tigullio al di là delle barricate consiliari, ed evitare anche ipotetici lanci di ortaggi al primo accenno di recita dell’Amleto.
Così il 16 marzo del 2000 si realizza quella pazza idea là, nata su un pullman e mai veramente sopita.
A vederli tutti cantare e sgambettare sul palco del Cantero, sembra semplice. Ma i Sindaci, i consiglieri, gli assessori (allora provinciali e regionali), non sono mica i Rolling Stones, o Laurence Olivier. Oddio, un po’ attori sì, magari istrioni, magari di ‘nicchia’, ma cantanti proprio no. E, anche se sono abituati a scoprire targhe o fare orazioni ufficiali, anche davanti a pubblici numerosi, sul palco di un teatro non sono certo a loro agio. Non sarà arduo come far riunire i Pink Floyd dopo vent’anni di beghe, avvocati e tribunali. Ma quasi.
Si parte con la prima chiamata ai Sindaci, non senza aver chiesto l’autorizzazione del Vescovo, allora Mons. Alberto Maria Careggio, il quale acconsente e nomina come ‘supervisore’ Prete Rinaldo, che con don Nando condivide passo dopo passo la meravigliosa avventura del Villaggio del Ragazzo. Poi la convocazione: bisogna trovare gli orari giusti, fare le prove, è un’impresa immane. Ma per fare le cose goliardiche, ci vuole serietà e impegno, senza lasciare nulla all’improvvisazione. Ecco quindi entrare in scena, è il caso di dirlo, gli autori dei testi, che con gioia regalano al progetto il proprio umorismo e il proprio senso sociale. I registi, due, che si sono alternati con abnegazione, mettendo a repentaglio la loro reputazione. I coreografi: ne è sopravvissuta soltanto una, che riesce a fissare indelebilmente nelle menti dei ‘ballerini’ lo scandire quasi militaresco di: ‘…e uno, due, tre e quattro!’, senza peraltro ottenere da costoro alcuna correlazione con i rispettivi arti inferiori.
Ma com’era finita la prima volta? Tutti sul palco per un ‘hellzapoppin’ straordinario. E fu subito trionfo. Clamoroso. Senza precedenti. Con il teatro ‘sold out’, strapieno. Un commento che vale per tutti, quello dei proprietari del prestigioso teatro Cantero, Oscar Simonetti e la consorte Caterina Cantero: “Temevamo che crollasse il teatro”.
Il resto è storia. E il senso di questa storia è che ormai si rinnova da vent’anni. Sono cambiate tante cose, da allora. Gli amministratori, tolto qualcuno, non sono più gli stessi, alcuni oggi hanno ben differenti ruoli istituzionali, altri sono di recente nomina, ma ancora in moltissimi aderiscono a questa singolare iniziativa.
Oggi non c’è più un teatro sul territorio: il Cantero ha chiuso ormai più di un anno fa. Il ventennale dello spettacolo dei sindaci si festeggerà a Genova, al Teatro della Corte. Il ricavato sarà consegnato al Comune di Genova, per sostenere le zone colpite dal crollo del ponte Morandi. E c’è la sorpresa. Il Sindaco di Genova, Marco Bucci, farà parte della ‘Compagnia di Giro’, come si dice.
‘Anemmu a Zena’ è il titolo di questa edizione: ironicamente si va a rivendicare quello che il Levante ritiene gli spetti da tempo; vi si va con un cast che in qualche modo è il riferimento di un intero territorio, quasi la sua personificazione. In un certo senso con la convinzione che anche questo non sia, non possa essere, un caso.