di ALBERTO BRUZZONE
Lo aveva annunciato qualche settimana fa, e Franco Cirio è una persona che le promesse le mantiene. Così il presidente del Comitato ligure di Unicef, martedì mattina, ha lanciato ufficialmente l’iniziativa ‘Per una Liguria amica dei bambini e libera dalla plastica’, volta a promuovere un progetto di legge di iniziativa popolare sui temi della tutela ambientale, della sostenibilità e del minor consumo di plastica, sino alla sua graduale eliminazione. Si potrà firmare per appoggiare questo progetto di legge sia nelle nove municipalità della città di Genova che presso la maggior parte dei comuni della Liguria, e quindi anche della Riviera di Levante, dove c’è stata subito una calda e sentita adesione rispetto alla proposta di Unicef.
Sono ormai noti ed evidenti, anche secondo i dati in possesso dell’Unicef, i danni all’ecosistema derivanti dal sempre maggiore inquinamento da materiali plastici nella vita quotidiana, compreso il crescente problema per la salute umana rappresentato dalle micro e nanoplastiche. Questo è il frutto di una cultura ‘usa e getta’ che considera la plastica come un materiale monouso, che non vale niente, anziché renderlo una risorsa da gestire.
Su questo tema si sono recentemente moltiplicati gli appelli: da Papa Francesco, che nell’enciclica ‘Laudato si’ ci ha richiamato ad aver cura della ‘casa comune’; all’astronauta Luca Parmitano, che pochi giorni or sono, dallo spazio, ha dichiarato: “Vedo ghiacciai sciogliersi e zone desertiche avanzare”. Sino al recente report di IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, ovvero il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), che si è ampiamente espresso sulla necessità impellente di azioni concrete per arginare i cambiamenti climatici ed evitare le catastrofiche conseguenze del surriscaldamento.
Per scongiurare un collasso ambientale, anche l’Unicef chiede che venga attivata una grande campagna di sensibilizzazione della popolazione con norme che vietino l’utilizzo della plastica nelle scuole, negli uffici pubblici e convenzionati e nel corso degli eventi che godono dei patrocini di Comuni e Regione, con una campagna da parte delle aziende specializzate nella raccolta differenziata sui benefici derivanti dal corretto smaltimento della plastica. A questo scopo si dovrebbero destinare le risorse impiegate per il pagamento delle multe comminate dall’Unione europea per l’insufficiente differenziazione. L’Unicef ritiene inoltre necessario che venga reintrodotto il deposito cauzionale, per far passare il messaggio che non si getta via un oggetto che ha valore.
Lo scopo della proposta di legge è chiaro: porre fine all’inquinamento da plastica. Questa proposta di legge di iniziativa popolare nasce in occasione del trentennale della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, uno strumento di educazione degli adulti alla centralità dei diritti dei bambini e degli adolescenti e volontà di cambiare con la costruzione di un nuovo ordine internazionale democratico, quale dimostrazione della volontà etica e politica di accettare la centralità dei bambini nella nuova storia e nel rispetto dell’ambiente naturale. Cogliendo questa occasione, l’auspicio è che i giovani vogliano combattere il consumismo, la standardizzazione, l’espropriazione della propria identità e prendere possesso del proprio futuro, agendo di conseguenza.
“L’obiettivo è a portata di mano: serve la firma degli adulti per non tradire le speranze e le richieste dei bambini”, spiega Franco Cirio, presidente di Unicef Liguria. E, lanciando un accorato appello ad andare a firmare presso tutti i Comuni della Liguria e nei nove Municipi genovesi, ha aggiunto: “Non ci sono più scuse: oggi con la vostra firma è possibile compiere un passo concreto per un mondo migliore”.
Giacomo Guerrera, past president Unicef Italia e garante dei bambini per la Liguria, ha assicurato: “Mi farò garante del rispetto della legge sulla plastica in Liguria”. A parlare anche Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia: “È un’iniziativa che va nella giusta direzione di una difesa dei diritti dei bambini a vivere in un ambiente sano e sicuro. A livello globale, i mutamenti climatici colpiscono in maniera grave l’infanzia, basti pensare che il 90% del peso delle malattie attribuibili ai cambiamenti stessi ricade sui bambini sotto i cinque anni, per non parlare dei 530 milioni di bambini che vivono in aree con una frequenza di inondazioni estremamente alta, ai 19 milioni di bambini sradicati dalle loro case per disastri naturali o ai 160 milioni che vivono in aree ad alta intensità di siccità. Ma è sull’inquinamento atmosferico che si gioca la vera partita per tutti noi: ci sono 300 milioni di bambini che vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico è almeno sei volte maggiore rispetto ai limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.
“Questo – ha insistito il portavoce Unicef – è il tema fondamentale su cui dobbiamo impegnare la classe politica dei prossimi anni: ne va della salute dei nostri figli. L’inquinamento delle nostre città colpisce tutti, senza distinzioni, è inevitabile, riguarda l’aria che è vita perché la respiriamo. Un recente rapporto dell’Unicef, ‘Danger in the air’, conferma che l’inquinamento produce danni permanenti al cervello e al sistema nervoso dei bambini. L’inquinamento atmosferico è il vero nemico da battere nei prossimi anni. A proposito di economia circolare e progetti sostenibili, un grande esempio ci viene dalla Costa d’Avorio, dove un imprenditore illuminato con la sua fabbrica, col sostegno dell’Unicef, impiega settori poveri della società per raccogliere plastica che viene poi riciclata per produrre mattoni per costruire scuole. Un vero esempio di economia circolare che guarda al futuro: sostenibilità, istruzione e tutela dell’ambiente”.
C’è sempre da imparare, insomma.