di FABRIZIO DE LONGIS
Un mare verde che sempre di più diventa risorsa turistica. La Liguria godendo dei circa tre quarti del proprio territorio ricoperto da boschi ampi e dalla flora varia e cangiante, sempre di più sta diventando una regione a doppia vocazione turistica, divisa fra mare ed entroterra. Una soluzione che nell’ultimo decennio ha garantito un incremento dei flussi turistici e un preciso posizionamento nel mercato dei viaggi e vacanze. Oggi venire in Liguria, per un turista, significa poter scegliere anche un’esperienza dedicata alla terra e non solamente al mare. Un’offerta che è cresciuta in maniera costante con un solido legame tra le tradizioni culinarie e il patrimonio culturale. La ricetta di quello che è identificato come turismo esperienziale.
Forma di vacanza che diviene sempre più apprezzata e in particolar modo dai turisti stranieri. Un insieme che, come è stato possibile vedere nei nostri precedenti approfondimenti, gode della possibilità di rispondere a due domande crescenti ne mercato: ossia un insieme di pacchetti turistici che puntino molto sull’offerta enogastronomica e che siano centrati sull’esperienza naturalistica dell’entroterra, in special modo per quanto riguarda gli stranieri e i Millennials. Le due principali componenti del boom turistico ligure di questi anni.
Prendendo i dati dell’ultimo anno, è possibile vedere come le prenotazioni in Liguria dedicate all’esperienze legate all’entroterra siano cresciute del 54%, facendo salire la nostra regione sul terzo gradino del podio nazionale, dietro a Toscana e Sicilia. Di queste prenotazioni, il 66% sono di turisti stranieri. Il 33,1% di queste prenotazioni sono di provenienza dei paesi di lingua tedesca. Seguono, su questa scia, al secondo posto i turisti francesi (12%), in molti casi agevolati dalla vicinanza geografica, mentre a brevissima distanza seguono gli olandesi (11.9%) e infine gli inglesi (9.3%).
Cruciale, quindi, risulta essere l’area DACH (Germania, Austria e Svizzera). I paesi di lingua tedesca, infatti, segnano il più alto numero di presenze per l’agriturismo in tutta la nazione.
Non a caso i turisti di lingua tedesca hanno prenotato i propri soggiorni con il maggiore anticipo, arrivando alla media di 60 giorni prima della data di check-in. Seguono a pochissima distanza i turisti olandesi che si attestano a 59 giorni di anticipo e quelli di lingua inglese che scendono a 45 giorni. Dimostrando in questo modo come le offerte tristiche debbano saper intercettare la domanda dei turisti con anticipo, in un sistema di promozione integrata, e non puntare a informare il turista una volta in loco.
Particolare, però, è notare come i turisti di lingua tedesca abbiano prenotato con maggiore anticipo le vacanze inserite nei periodi di alta stagione (fino a ottobre), mentre gli olandesi e gli inglesi hanno attuato il comportamento speculare, prenotando con maggiore anticipo per le vacanze inserite nei periodi primaverili e di inizio estate.
L’anticipo della prenotazione scende, invece, come pare naturale, per i turisti nazionali, ossia gli italiani che si attestano a 29 giorni, ma anche per quelli più vicini geograficamente, ossia i francesi, attestatisi a 41 giorni.
Il crescente interesse dei turisti stranieri per la Liguria ha cambiato anche i parametri legati alla spesa media dedicata ad una vacanza. Valore che negli ultimi anni è in costante crescita e che nel solo ultimo anno è aumentato di ben il 21% per il turismo legato alle esperienze dedicate all’entroterra.
Diversi, però, restano i valori secondo la provenienza dei turisti. Per quelli di lingua tedesca il dato si attesta alla media di 903 euro per soggiorno. Il più alto di tutti. Con una media di 579 euro, invece, al secondo posto seguono i turisti olandesi, tallonati da quelli inglesi che attestano la spesa media per la loro vacanza a 532 euro. A spendere meno, in fine, sono i francesi, con 441 euro, e gli italiani, attestatisi a 344 euro.
Di interesse è anche il fatto che i turisti di lingua tedesca, nel caso delle vacanze dedicate alle esperienze agrituristiche e dell’entroterra, si attestino primi anche per la durata delle vacanze, con 7 notti di permanenza media e picchi a 9, contro le 6 degli olandesi (picchia a 7), le 5 dei francesi e inglesi e le 4 degli italiani che salgono a 5 in agosto.
Il valore turistico dell’entroterra ligure, però, assume ancor più importanza nell’ottica di destagionalizzazione. Infatti sembra diventare sempre più rilevante la porzione di turisti che considerano la Liguria quale meta di vacanza fuori dall’apice estivo. Ad esempio, la spesa media per un soggiorno crescere del 63% nei mesi di novembre e dicembre. Così come il periodo di apice della stagione prolungata è stata la primavera, con un aumento delle presenze del 204%. Un dato fortemente trainato agi stranieri (+375%), ma positivo anche per gli italiani che per i mesi di marzo, aprile e maggio sono aumentati del 104%.
In ottica sistemica è poi rilevante il dato che misura un cospicuo aumento dei turisti che, usufruendo di una sempre più crescente offerta di turismo esperienziale, scelgono di tornare in Liguria anno su anno, con gli italiani a +45% di prenotazioni, i tedeschi a +49, gli inglesi a +28 e i francesi addirittura a +80%.
A confronto con questi dati risulta chiaro che il mare verde ligure, ossia quell’insieme di borghi storici, natura profonda, tradizioni e buon mangiare, sia una risorsa turistica ed economica in continua crescita e che merita una costante e progressiva valorizzazione. Soprattutto in ottica internazionale, di valore aggiunto e di prolungamento della stagione turistica.