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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Liguria, economia in netta frenata, si salva solamente il turismo. Ma è scontro tra Confindustria e il governatore Toti

Il presidente della sezione genovese, Umberto Risso: “C’è un susseguirsi di avvenimenti non positivi che rendono difficoltosa la ripresa che sembrava abbastanza importante dopo il Covid”
Il porto di Genova è il principale scalo italiano
Il porto di Genova è il principale scalo italiano
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(r.p.l.) Dallo ‘sboom’ della prima metà dell’anno, con la fine della ripresa post Covid e il ritorno ad una crescita moderata, alle ‘acque agitate’ del secondo semestre 2023. Confindustria Genova presenta gli indicatori economici e dice che l’espansione dell’economia genovese, già a ritmo ridotto, nella seconda parte del 2023 si è definitivamente interrotta. Il dato complessivo è un calo del fatturato Italia dell’1,5%, estero -0,8%, ordini Italia -1,9%, ordini estero – 0,5%. L’unico indicatore con il segno positivo è quello degli occupati in crescita dello 0,8%.

Per il primo semestre 2024 le imprese genovesi prevedono però un miglioramento dell’attività economica, grazie a maggiori esportazioni. L’industria manifatturiera è il settore più colpito: cala produzione (-1,4%), il fatturato Italia (-2,9%) e anche quello estero (-0,6%) così come gli ordini Italia (-3,8%) ed estero (-1%). Il turismo è invece il settore che ha tenuto a galla l’economia genovese nel secondo semestre 2023 grazie soprattutto agli stranieri: +8% il fatturato Italia, +7,2% quello estero, +4,3% gli occupati.

“C’è un susseguirsi di avvenimenti non positivi che rendono difficoltosa la ripresa che sembrava abbastanza importante dopo il Covid e le sue conseguenze – commenta Umberto Risso, presidente di Confindustria Genova – Invece le attese vengono ogni volta rimesse in discussione. Negli ultimi anni ci stiamo quasi abituando, non appena le acque cominciano a calmarsi ricominciano per un motivo o per l’altro ad agitarsi. È scoppiata una guerra, una seconda guerra e ora il Mar Rosso”.

Per il porto di Genova che fra luglio e novembre aveva già registrato un calo del traffico containerizzato del 3,4%, si dovrà cercare di capire come evolverà la crisi nel Mar Rosso che porta le compagnie a deviare le rotte dal canale di Suez al Capo di Buona Speranza. “Per ora la conseguenza è solo quella di più giorni di navigazione per arrivare nel porto di Genova e i ritardi nel medio periodo dovrebbero andare a riassorbirsi – dice il responsabile ufficio studi di Confindustria Genova, Giacomo Franceschini – Se la situazione perdurasse nel tempo potrebbero invece esserci dei problemi di cambio di porto di approdo da parte delle compagnie rispetto a Genova”. 

“Con un Mar Rosso perennemente a rischio ci sarebbe un assestamento diverso dei traffici marittimi che comporterebbe problemi per il Mediterraneo e per Genova. Ma spero non avvenga”, aggiunge Risso. Tornando al quadro generale, a eccezione del turismo e dei servizi di terziario avanzato, non è positivo, ma per la prima metà del 2024 le imprese genovesi mantengono un ‘cauto ottimismo’ e indicano un aumento moderato del fatturato derivante da una migliore dinamica del commercio con l’estero. In cifre: l’attesa è per un fatturato in crescita dello 0,4%, ordini +1,2%, esportazioni +1,5% e occupati +0,5%. Per Risso potrebbero aiutare le nuove infrastrutture e anche le transizioni in corso “da quella energetica a quella tecnologica, che sono ineludibili, che potranno rallentare ma non fermarsi e garantiranno ulteriori sviluppi e occasioni di attività”.

I dati di Confindustria sono stati accolti poco positivamente dal presidente della Regione LiguriaGiovanni Toti: “Quando il Pil cresce, l’occupazione cresce e calano i ‘neet’ (i ragazzi che non studiano, non lavorano e neppure cercano una occupazione), io penso che l’economia vada bene, ci saranno settori che vanno meglio e altri che vanno peggio, ma sapere che la filiera dell’acciaio è in crisi in Italia con tutta franchezza non c’era bisogno che me lo dicesse Confindustria Genova”. 

Secondo Toti, “gli imprenditori genovesi avrebbero il dovere di essere ottimisti, di lamentarsi un po’ meno e forse di aumentare gli investimenti e l’innovazione di prodotto che in questa Regione molto spesso è affidata a imprenditori provenienti da fuori, mentre c’è un’imprenditoria locale un filo pigra rispetto alle opportunità. La situazione internazionale ovviamente pesa su una Regione come la nostra che vive e lavora molto con i mercati esterni e con il mood dell’economia estera, ma per il momento non sta portando a cali di traffico nei porti, semmai qualche ritardo e riprogrammazione. Come ribadito dal commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza, credo che tutto sommato in una situazione molto complessa del mondo la Liguria francamente sta egregiamente tenendo il mare e sta navigando nella direzione giusta”.

Pronta la replica di Risso a Toti: “Abbiamo presentato una fotografia, nessuna lamentazione. Gli imprenditori sono ottimisti per natura e non sono pigri, altrimenti non farebbero gli imprenditori. L’aumento dell’occupazione conferma l’investimento delle aziende sulle persone, nonostante un contesto di mercato molto incerto, per essere pronti a cavalcare la ripresa. La nostra indagine congiunturale è svolta con rigore scientifico su un campione rappresentativo di associati che operano nei settori economici rappresentati. L’associazione incrocia dati anche di altre fonti per il semestre considerato. Il metodo è quello utilizzato da oltre venti anni, suffragato da tutti gli enti di ricerca che si occupano di questi temi, dal Centro Studi di Confindustria nazionale alla Banca d’Italia, riscontrando solo dati oggettivi”.

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