di ALESSANDRA FONTANA
“Noi siamo pronti, aspettiamo solo i funghi”. Tira un sospiro di sollievo Fabrizio Raggi, presidente del Consorzio dei funghi di Rezzoaglio, e con lui tutti i consorzi della Liguria. Lo scenario, rispetto a qualche settimana fa, si è infatti rischiarato, se non addirittura ribaltato: il commissario straordinario Caputo ha infatti firmato un’ordinanza per consentire la libera circolazione nei boschi indipendentemente dai casi di peste suina accertati. Cadono così le limitazioni (non tutte) che riguardavano le zone e che rischiavano di mettere in ginocchio le economie delle vallate.
Nella scorsa ordinanza infatti, valida fino al 31 agosto scorso, si poteva leggere: “La raccolta di funghi e tartufi, da effettuarsi comunque nel rispetto delle norme di biosicurezza suelencate per l’escursionismo, è consentita solo ai residenti nei comuni della Zona II, nonché ad affittuari e proprietari di seconde case ubicate sempre nella zona di restrizione II. Restano ferme ovviamente le norme di legge per la raccolta funghi e i regolamenti dei Consorzi locali e del Parco”.
Un problema enorme per l’entroterra: si prevedevano già cali e nuove mancanze da colmare. I sindaci avevano cominciato a lanciare un grido di allarme, quello di Rezzoaglio, Marcello Roncoli, interpellò Regione, Asl 4, Parco Aveto e a tutti gli enti con possibile voce in capitolo – tra cui Prefettura ed Anci a nome di Consorzio dei funghi e frutti silvestri di Rezzoaglio, Consorzio dei funghi Oramara, associazioni di caccia e di pesca, esercenti e aziende agricole. L’intento era quello di sottolineare che l’economia della Val d’Aveto si basa unicamente di turismo ed agricoltura, ritenendo così che le misure da mettere in atto potessero ridurre oltre l’80% le presenze turistiche che praticano ricerca di funghi, caccia, pesca ed attività all’aperto. Senza contare il problema dell’aumento dei cinghiali.
Una prospettiva cupa che ad oggi è un ricordo: via libera per i fungaioli che dovranno rispettare le regole dei consorzi e quelle per contenere la peste suina. Sì perché l’emergenza è tutt’altro che risolta e le norme da seguire non riguardano solo i cercatori: “Sono consentite tutte le attività outdoor: escursionismo e mountain biking, attività equestre, orienteering, arrampicata sportiva, torrentismo, parapendio, pesca in acque interne; attività di studio e ricerca, monitoraggio e manutenzione del territorio, compresi gli interventi di manutenzione dei sentieri. attività agrisilvocolturali”. E per quanto riguarda le manifestazioni o i raduni sono consentiti anche “con un numero superiore a venti persone in aree non delimitate e recintate o prossime alle strade asfaltate, sono soggette ad autorizzazione da parte dell’autorità comunale”.
Per le attività di ricerca di funghi all’interno della zona di restrizione II, come in questo caso Rezzoaglio per ridurre il rischio di diffusione del virus durante le attività di ricerca, le persone interessate dovranno, come recita il documento ufficiale: “Munirsi di disinfettanti attivi nei confronti del virus; indossare soprascarpe usa e getta oppure calzature facili da pulire e disinfettare prima di lasciare l’area (altamente raccomandato l’uso specifico di calzature dedicate)”.
Tra le imposizioni ovviamente evitare contatti diretti o indiretti con suini allevati nelle 48 ore successive all’attività di ricerca e riporre eventuali indumenti monouso utilizzati come tute e guanti in un sacco, che a sua volta dovrà essere inserito un altro involucro, e portarli via per essere smaltiti in un contenitore per rifiuti. E proprio queste norme saranno quelle da tenere a mente per chiunque affronti l’attività all’aperto: “Appenderemo i manifesti nei punti vendita dei tesserini per ricordare a tutti le regole sulla sanificazione – conclude Raggi – Ora aspettiamo la nascita dei funghi”.