Prosegue in questo numero di ‘Piazza Levante’ una serie di contributi che ci arrivano da diverse personalità del territorio e dedicati alle loro rispettive città. Come sono, com’erano un tempo, come possono cambiare e migliorare, come possono essere investite le risorse. Il secondo intervento è da Rapallo ed è a firma di Michele Scandroglio, imprenditore, già parlamentare della Repubblica e oggi console onorario della Bulgaria.
di MICHELE SCANDROGLIO *
“Dammi la mano e danzeremo
dammi la mano e mi amerai
come un solo fior saremo
come un solo fiore e niente più.
Lo stesso verso canteremo
con lo stesso passo ballerai.
Come una spiga onduleremo
come una spiga e niente più.
Ti chiami Rosa ed io Speranza
però il tuo nome dimenticherai
perché saremo una danza
sulla collina e niente più”.
“Dammi la mano”: una poesia di Gabriela Mistral (pseudonimo di Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga) cilena, maestra di Pablo Neruda, Nobel per la letteratura nel 1945, vissuta dal 1951 al 1953 a San Michele di Pagana.
In questo tempo che è finalmente il tempo delle donne mi piace ricordare che Gabriela Mistral abbia scelto di passare gli ultimi suoi anni a Rapallo.
Rapallo è stata musa ispiratrice per scrittori, poeti, musicisti.
È stata luogo di incontri d’amore e di amori di personalità e di grandi attori.
È stata meta di regnanti e magnati. È stata un mito, ha lanciato mode ed è stata residenza di grandi personaggi che vi trovavano ispirazione, serenità, bellezza e pace.
Gabriela non fu il primo personaggio della cultura ad innamorarsi di questo angolo di paradiso: Jean Sibelius qui scrisse la sua seconda sinfonia, era il 1901. Qualche anno prima, nel 1870, vi si rifugiò Giuseppe Mazzini, allora un sovversivo in fuga dai Savoia. Una teoria di coincidenze vede albergare a Rapallo negli stessi anni, 1870/85, anche Nietzsche in quello che sarà il suo terzo periodo, ‘Così parlò Zarathustra’ . Quando si accenna a Friedrich Nietzsche, come non ricordare W. B. Yeats, Ernest Hemingway, Ezra Pound, tutti estimatori della ‘perla del Tigullio’, la Rapallo città dei trattati e della bella vita.
Di Ezra Pound si è detto tutto, e a Rapallo pare cammini ancora, fermandosi in passeggiata a dare da mangiare ai suoi amati gatti, dei quali si narra conoscesse, di tutti, tutte e sette le vite. Qui Pound scrisse tra gli altri i ‘Cantos’.
Curiosa fu l’amicizia tra Pound, maestro di tutti ma mai acclamato, ed Hemingway (premio Pulitzer nel 1953 e Nobel nel 1954), che alloggiò nel 1923 all’hotel Riviera: geni assoluti che si rincorrevano tra Parigi e Rapallo, ingegni opposti e grandissimi che guardando i nostri tramonti vedevano i loro mostri e i loro sogni diventare opere eterne.
In corso Colombo soggiornò William Butler Yeats, Nobel nel 1923, anche lui richiamato da Pound restò a Rapallo dal 1928 al 1930.
La Rapallo di allora era magnifica, grandi alberghi e passeggiata a mare, palme e tepore, rifugio per la cultura che trovava nella bellezza e nella serenità una panacea per spiriti inquieti.
Quando si parla di inquietudine, ecco affacciarsi Sigmund Freud che soggiornò tra Genova e Rapallo dal 1901 al 1905.
E poi Toscanini e Cosima Wagner, Franz Liszt e Guglielmo Marconi, i pittori Kandinsky e Oskar Kokoschka: era una calamita per il ‘genio’ questo nostro golfo, era attraente per la sua semplicità di borgo e l’eleganza dei suoi hotel.
Per rendere più eccellente Rapallo ecco il Casinò (1900/1924) che competeva alla pari con Montecarlo. Era stato autorizzato nelle sale del lussuoso Hotel Kursaal Rapallo affacciato sul Golfo del Tigullio; qui si allestirono tavoli da gioco capaci di richiamare la ‘crema’ d’Europa. Oggi la struttura è un super albergo, ultimo baluardo di una Rapallo mondiale.
È proprio tra le sue mura, poi diventate il Grand Hotel Excelsior che la storia si fa più mondana: nasce la Scuola di sci nautico di Hans Nöbl, campione di sci alpino che comprende la potenzialità del nuovo sport e ne diviene subito punto d’attrazione internazionale. Re e Principesse come Soraya e Hussein di Giordania ne furono assidui frequentatori. Una curiosa faccenda di moda accende i riflettori sul Tigullio: Soraya lanciò qui la moda del costume intero ‘olimpionico’, il modello liscio, aderente e senza stecche che ancor oggi è tra i preferiti dalle signore.
I vip che affollarono poi la Rapallo spumeggiante negli anni del boom ’60 e ’70 sono innumerevoli: Alberto Sordi, Sylva Koscina, Rosanna Schiaffino, Vittorio Gassman e Anna Maria Ferrero, Walter Chiari e Ava Gardner (a San Fruttuoso via Rapallo), John Wayne, Cary Grant, Lana Turner, Tyrone Power e Tony Curtis.
Rex Harrison aveva addirittura preso casa. Gli ultimi decenni hanno visto scemare questo ‘parterre de roi’ che in parte ha scelto altri lidi e in parte si è orientato sempre più verso Portofino e Santa Margherita Ligure, sia pure per una toccata e fuga. Oggi in piazzetta, mutatis mutandis, rivedi quelle stesse figure solo per una fugace passeggiata e qualche acquisto.
Per restituire a Rapallo la fortuna e la bellezza che la fecero grande, serve certamente valorizzare il borgo, serve restaurare edifici da anni fatiscenti , ma non basta.
Bisogna sentirsi orgogliosi di vivere in una città magnifica che ha attratto illustri personaggi da tutto il mondo perché ha saputo coniugare amore, coraggio, spirito di iniziativa, passione, cura per i dettagli, semplicità.
Rapallo nutre grande nostalgia per quel tempo svanito, e certamente si avverte tanta attesa per una Rapallo che vogliamo torni grande. Potrà farlo se troverà la capacità di rinnovarsi alzando l’asticella, sfidando la ‘rapallizzazione’, rivoluzionando quell’urbanizzazione che un tempo fu benessere collettivo ma oggi non è che depauperamento e disagio sociale.
La stagione del Covid ci costringe a ripensare il futuro e ad usare le risorse del Recovery Fund con una visione chiara del futuro. È questa la sola occasione di speranza e di rinascita. Non vada sprecata.
(* Imprenditore, console onorario della Bulgaria, già parlamentare della Repubblica)