di ALBERTO BRUZZONE
Mascherine: la parola più utilizzata, più pronunciata, più cliccata nelle ultime settimane. Il prodotto più difficile da trovare, eppure più essenziale, in questi tempi di emergenza sanitaria legata al Coronavirus.
Mascherine che mancano, mascherine i cui prezzi schizzano alle stelle, mascherine chirurgiche, mascherine antibatteriche. Quanto se ne parla. Poi c’è chi, dalle parole, sa passare ai fatti in un battibaleno: perché è con la praticità, con l’arte antica e con un po’ d’ingegno che si possono risolvere tanti problemi e che, laddove non arrivano gli altri, si può arrivare tranquillamente da soli. Anche e ancora meglio.
A Chiavari c’è un negozio che si chiama Alfana che è un conosciutissimo brand di pelletteria. Nelle scorse settimane, in piena ottemperanza rispetto ai decreti governativi, il punto vendita di via Martiri della Liberazione ha chiuso i battenti e la fabbrica, che si trova presso il porto di Lavagna, si è fermata. Eppure, sin da subito, la titolare della ditta, Dondi Inzerillo, insieme al marito Goran Rimac, si è resa conto che non si poteva restare con le mani in mano. Perché quella parola ‘mascherine’ risuonava sempre più spesso, anche nelle loro orecchie.
Ed ecco che Alfana ha saputo attuare, nel giro di pochissimo, la sua personale ‘riconversione’, ma il tutto a fin di bene, solo per spirito di comunità, senza trarne il minimo profitto. Se c’è un aspetto che rimarrà ben saldo, in queste settimane di pandemia, è quanto ciascuno abbia saputo mettere, al meglio delle sue possibilità, la propria professionalità, il proprio lavoro, il proprio mestiere al servizio degli altri.
Dondi Inzerillo racconta in che modo lo ha fatto Alfana: “A noi sono rimasti solamente i macchinari per lavorare le pelli. Gran parte delle macchine più ‘leggere’ le avevamo perse durante l’alluvione. Però mio marito si è messo lì e ha saputo riadattare uno degli strumenti, e così ci siamo messi a produrre mascherine in cotone, utilizzando il tessuto e gli elastici che avevamo e che abbiamo in magazzino. Abbiamo iniziato intorno alla metà di marzo e, ogni giorno, produciamo una cinquantina di pezzi. Inizialmente, abbiamo realizzato delle mascherine per noi e per i nostri familiari e amici. Poi, vedendo che la richiesta continuava a salire, siamo andati avanti. Siamo al servizio della cittadinanza, del personale sanitario, dei militi delle pubbliche assistenze e di chiunque abbia bisogno di un dispositivo per la protezione individuale”.
La mascherina di Alfana rispecchia la tradizione della ditta. E non potevano esserci dubbi: “Abbiamo visto in giro – prosegue Dondi Inzerillo – delle mascherine chirurgiche molto scomode e fatte con materiali scadenti e irritanti per la pelle. Noi abbiamo risposto con un prodotto in puro cotone, ricordandoci anche di come un tempo i nostri nonni si creavano da soli questi oggetti per proteggersi il volto. Il cotone è naturale e riciclabile, completamente ecologico. Quanto ci costerà, invece, smaltire milioni di mascherine usa e getta? Peraltro, le mascherine in cotone, nella versione a un solo strato, sono state omologate dal Ministero e sono protettive tanto quanto quelle sintetiche”.
Quindi solo vantaggi e nessun tipo di svantaggio. E poi, c’è il ‘tocco’ di Alfana: “La nostra mascherina è al 100 per 100 in cotone e completamente lavabile e riutilizzabile. È a doppio strato e ha una tasca nella quale si possono inserire o un pezzetto di carta da forno o un rettangolo di carta, per renderla ancor più impermeabile rispetto alle gocce di saliva. Diversamente, sempre nella tasca si può inserire un pezzetto di carta assorbente con alcune gocce di olio di pino o di altro olio essenziale, che favorisce la respirazione e funge da ottimo repellente per gli agenti patogeni esterni, sia virali che batterici”.
Man mano che si è sparsa la voce di questa possibilità, i titolari di Alfana hanno ricevuto sempre più richieste: “Abbiamo fornito le mascherine, ad esempio, ai dipendenti di un supermercato di Chiavari e a molti altri cittadini. Non chiediamo nulla, lo facciamo per aiutare. Mio marito ed io ci mettiamo al lavoro, nella fabbrica di Lavagna, tutte le mattine, mentre al pomeriggio facciamo il resto del nostro compito, rimanendo a casa”.
Chiunque necessiti di mascherine può inviare una mail all’indirizzo alfanaonline@libero.it, oppure telefonando al numero 0185 302373. E non è che Alfana si sia tenuta questo ‘segreto’ tutto per sé, anzi: “Perché mai avremmo dovuto? C’è bisogno che tutti si diano da fare. Così abbiamo realizzato un video-tutorial. Chiunque abbia una macchina da cucire a casa può farsi delle mascherine. Il tessuto? Vanno benissimo delle vecchie federe o delle camicie, e ripeto che si tratta di materiale eccellente. E poi, un’ultima cosa: non dimentichiamoci di questo oggetto, anche quando l’emergenza sarà finita. Perché la mascherina, con un paio di gocce di olio essenziale all’interno, o di eucaliptolo, può essere benissimo un ottimo aerosol. Gli antichi rimedi ‘della nonna’ sono sempre i migliori, anche in questi casi”.
La mascherina di Alfana viene accompagnata da una sorta di ‘bugiardino’: ‘Mascherina in doppio strato di cotone che forma una tasca aperta sul lato in alto; la mascherina è lavabile a mano o in lavatrice con un normale detersivo per utilizzarla ripetutamente; se si stira a vapore, si disinfetterà ulteriormente e si aumenterà la compattezza del cotone; consigliamo di inserire all’interno della tasca: 1) rettangolo di carta da forno per ottenere una totale impermeabilità alle gocce di saliva 2) un fazzolettino di carta o uno scottex sul quale aggiungere una goccia di olio essenziale antivirale come: Tea Tree Oil, Limone, Timo, Chiodo di garofano, Lavanda, Rosmarino, solo per fare un esempio dei più potenti protettivi antibatterici e antivirali, o anche Eucalipto, Pino, in quanto protettivi delle vie respiratorie’.
Servizio completo. La classe non è acqua. Neanche in tempi di Coronavirus.
IL VIDEO TUTORIAL PER REALIZZARE UNA MASCHERINA