di DANILO SANGUINETI
Sarà una stagione da ricordare. Se nel bene o nel male, lo si capirà strada facendo. Si avvicina il via della stagione agonistica 2020-21. I presupposti con i quali la Lavagnese e il Sestri Levante tornano a far coppia nella massima categoria dei Dilettanti sono più che positivi.
Le due società hanno attraversato un inverno e una primavera particolarmente complicati, però adesso sono prontissime e convinte di potersi cavare le soddisfazioni che hanno dovuto reprimere nel lungo stop iniziato a marzo e terminato in pratica solo ad agosto. I prossimi mesi non saranno meno irti di pericoli di quelli che ci siamo lasciati alle spalle: questa è la convinzione comune dei vertici dei due club, ma è anche vero che ora c’è la consapevolezza di cosa si potrebbe andare incontro e soprattutto la volontà e, forse, il know how per poter uscire dalla palude della pandemia.
Sarà un ottovolante questa stagione, non mancheranno le folli discese, le risalite, ardite o meno, alla fine sarebbe un gran colpo riconquistare la semplice normalità. Un assaggio lo abbiamo avuto in questi giorni: le due formazioni del Levante hanno appreso che il campionato partirà il 27 settembre come era stato detto, ma a fari spenti o quasi. Infatti la Lega Nazionale Dilettanti, con comunicato ufficiale del 10 settembre 2020, ha rinviato alla stagione 2021-2022 lo svolgimento della ‘Coppa Italia di serie D’, “vista la necessità di attendere gli esiti dei procedimenti presso la giustizia sportiva che definiranno nei prossimi giorni la composizione degli organici del campionato d’Italia”.
In sintesi ci sono ancora due posti sub judice in Lega Pro (Picerno e Bitonto privati della promozione per un illecito sportivo commesso nella passata stagione, al loro posto è salito il Foggia) perché sino all’ultimo grado di giudizio non si possono stilare i calendari. Lavagnese o Sestri puntavano sulle partite di Coppa da tenersi prima del via al campionato per avere un’idea precisa del loro stato di forma.
Le amichevoli sostenute negli ultimi giorni – Lavagnese contro Genova Calcio (1-0), Entella Primavera (1-0), RivaSamba (3-2); Sestri contro Baiardo (1-1), Sammargheritese (7-2), Athletic Club (3-1), Golfo Pro Recco (15-2) e Sanremese (0-1) – sono state importanti, ma per mettere a punto forma atletica e schemi servono gli incontri da tre punti. Soprattutto servono norme certe. Invece quanto filtra dalle supreme sfere un po’ preoccupa.
Si parla di una revisione delle norme sanitarie per l’organizzazione delle gare, che saranno a porte chiuse nella fase iniziale. Il guaio è che del nuovo protocollo e di quanto durerà questa fase iniziale nessuno sa nulla. La Lega Dilettanti è tirata da una parte dalle richieste pressanti dei suoi club, dall’altra dai severi ammonimenti del Ministero della Salute e del Comitato Tecnico Scientifico. In mezzo c’è il povero Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport che viene criticato persino dal suo predecessore – e in teoria compagno di maggioranza – Luca Lotti.
“I protocolli dei dilettanti sono da ripensare”. Vero, ma i tempi per le meditazioni non sembrano mai adeguatamente lunghi mentre tra pochi giorni sarà o dovrebbe essere campionato. Altro segnale per niente rassicurante la decisione del Comitato Ligure LND prima di rinviare d’ufficio le gare di Coppa Italia, fasi regionali, che riguardavano squadre spezzine (nella provincia dopo gli assurdi festeggiamenti sfrenati della promozione in A dello Spezia è scoppiato un focolaio che non si riesce a estinguere…) e poi far slittare di una settimana e inizieranno il 3 e 4 ottobre (anziché il 26/27 settembre) i campionati di Eccellenza e Promozione ed in più “le partite che si dovrebbero giocare a La Spezia non si disputeranno sino al termine dell’ordinanza emessa dalla Regione Liguria. Le squadre spezzine giocheranno le partite che le coinvolgono solo in trasferta”.
Verrebbe da chiedersi cosa faranno le squadre che dovranno ospitare le spezzine nel caso il focolaio non fosse ancora domato. Non si presenteranno e subiranno il 3-0? O giocheranno con le mascherine?
Ironia amara a parte, va detto che Lavagnese e Sestri Levante hanno fatto grandi sforzi per rimettersi in sesto. La Lavagnese ha trovato i fondi per rifare il ‘Riboli’ a spese proprie, il presidente Compagnoni, aiutato da sostenitori facoltosi quanto generosi, ha avuto via libera dal Comune proprietario della struttura che per le note difficoltà di bilancio avrebbe dovuto attendere anni per mettere mano a un fondo sintetico oramai più che derelitto. Ora potrà avere una casa di nuovo degna del suo blasone e prepararsi a festeggiare il secondo decennio di permanenza consecutiva nella massima categoria dilettanti.
Il Sestri ha vinto la battaglia per essere promosso, a tavolino ma con pieno diritto, in D dopo una Eccellenza che avrebbe potuto vincere se non fosse arrivato l’annullamento dell’ultimo quarto di cammino causa Covid. La battaglia legale è stata accompagnata da una rivoluzione in società: il presidente Risaliti non intende ripetere gli errori di due anni fa e ha ridisegnato organigramma dirigenziale e staff tecnico, chiamando vecchi corsari spinti da un orgoglio immarcescibile e nuovi ed entusiasti elementi che conoscono tecnologie e metodi al passo con i tempi.
Fatica però a mascherare la rabbia per l’attuale situazione. Di questi giorni un suo duro attacco ai vertici in una intervista con il sito notiziariocalcio.com: “Vorrei fare un buon campionato e stare dalla parte sinistra della classifica. Sempre se ci permetteranno di giocare, vista la commedia che si stanno inventando. Il 27 si inizia ed è assurdo non conoscere ancora il girone, quanto ci vuole per prendere una decisione? A volte per scelte importanti ci vogliono anche cinque minuti. Contributi non ne danno, se mi privano anche di quei 1000-2000 euro quando giochiamo in casa, a livello dilettantistico come si fa ad andare avanti? Diventa dura senza incassi spendere soldi per il protocollo. I calciatori hanno ancora delle pretese incredibili, non hanno capito la crisi che stiamo vivendo”.
Bianconeri e rossoblu provano a interpretare nel migliore dei modi il cambio di scenario imposto dai tempi. Sarebbe un delitto che venissero privati dalla ribalta per colpe non proprie.