[vc_row][vc_column][vc_column_text](r.p.l.) C’è un posto nel golfo del Tigullio dove la politica manca da oltre due anni. Era il giugno del 2016 quando, nell’ambito dell’inchiesta ‘I Conti di Lavagna’, venivano arrestati il sindaco della città Pino Sanguineti e altri politici locali e il Comune veniva sciolto per presunte infiltrazioni mafiose.
Ne sono seguiti ventiquattro mesi di commissariamento, che i cittadini ben conoscono e ricorderanno come uno dei periodi più opachi della loro storia. Conti che non tornano, lavori pubblici che non partono, manifestazioni tagliate, impossibilità di parlare con i vertici, un enorme danno d’immagine per una cittadina che vive essenzialmente di turismo: Lavagna oggi è un grande cantiere e il futuro primo cittadino, chiunque esso sarà, dovrà ricostruire dalle macerie, pietra dopo pietra.
La data delle elezioni non è ancora ufficiale, ma il periodo lo si è ipotizzato. La prossima primavera Lavagna dovrebbe uscire finalmente dal gorgo del commissariamento e tornare ad avere una vita politica ‘normale’. Consigli comunali, assessorati, un sindaco con cui parlare e al quale rivolgere la propria istanza.
Dietro i mugugni tipici della gente del posto, all’insegna del “ma tanto sono tutti uguali” e del “ma cosa vuole che cambi”, si celano invece parecchie aspettative. Forse è per questo che a Lavagna la campagna elettorale inizia a muoversi con larghissimo anticipo. Tanta è la voglia di ascoltare proposte per la città, progetti, idee. Parole che non siano soltanto ‘buco di bilancio’, ‘inchiesta’, ‘scandalo’.
C’è un lavoro enorme da fare. Serviranno coraggio, spirito d’intraprendenza e soprattutto coesione.
Al lavoro sono un po’ tutte le forze politiche, da destra a sinistra. A cominciare dal Partito Democratico. Il segretario del Tigullio Alessio Chiappe, forte del successo di Valentina Ghio a Sestri Levante al primo turno (una vittoria al di là di ogni più rosea aspettativa), vorrebbe ‘esportare’ proprio a Lavagna lo stesso modello.
Non a caso, anche il nome è simile. La Ghio aveva lanciato il ‘Cantiere delle idee’. Chiappe pensa alle ‘Officine Lavagnesi’: “Un progetto civico intorno al quale ragionare e discutere sul futuro della città. Il Partito Democratico c’è, ma in questa fase non vuole mettere nessuna bandierina. Ripartiamo dalle proposte: serie, concrete, condivise. Lasciamo stare i nomi. Quelli verranno in un secondo momento”.
Chiappe osserva: “Lavagna ha sofferto molto, in questi due anni. Il danno d’immagine di avere un comune commissariato, di veder associata alla città la parola mafia, è stato enorme. I cittadini sono forti, ma si è vissuto in una situazione di profondo disagio. Però, devo dire che ho visto troppi lavagnesi silenti. Forse non c’è stata completamente la presa di coscienza, rispetto a quanto accaduto. Io non credo che le elezioni saranno la panacea di tutti i mali”. Secondo il segretario del Pd tigullino, “il sindaco dovrà comunque avere un gran coraggio. Non sarà facile amministrare, dopo quanto accaduto. Occorre una persona che abbia grande capacità di ascolto e di confronto, che sappia fare gioco di squadra. Perché con la bacchetta magica non si va da nessuna parte”.
Il Pd, o meglio le ‘Officine Lavagnesi’, non sono l’unico fronte in movimento in vista del voto. Ieri sera, ad esempio, si è tenuta una riunione del gruppo 100% Lavagna, dove milita l’ex candidato sindaco ed ex assessore chiavarese Mario Maggi. Oggi è prevista una conferenza stampa, sul tema appunto del futuro della città.
Anche angavaL dell’avvocato Andrea Giorgi è ‘sul pezzo’ da molte settimane, dopo aver tenuto in piedi in questi anni il dibattito politico cittadino ed aver più volte fronteggiato, con tanta buona volontà, le decisioni della commissione straordinaria che guida Palazzo Franzoni.
Intanto, in questo quadro in evoluzione, è molto più di un’indiscrezione il primo nome di un ‘big’. Si tratta di Gian Alberto Mangiante, commercialista e già presidente di Marina Chiavari, oltre che revisore dei conti per parecchie amministrazioni. Un professionista serio e stimato, visto da molti come ottima scelta per riportare ordine nei conti. Il diretto interessato, non smentisce ma prende tempo: “Ci sono ancora sette/otto mesi di tempo. E’ prematuro parlare di candidature”. Ma il suo nome sarebbe molto gradito al centrodestra che governa attualmente in Regione. Un buon interprete del ‘modello Toti’, ovvero la coalizione unita con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. In città se ne parla già molto.
Proposte e idee da una parte. Nomi dall’altra. Liste civiche molto ardimentose in mezzo. Un quadro molto vivace e interessante. Dal quale uscirà il sindaco della rinascita.
Perché è sul concetto di rinascere, di ripartire, che tutti sono universalmente d’accordo. Sotto questo aspetto, non servono elezioni.
L’INTERVISTA DI MARISA SPINA AD ALESSIO CHIAPPE DEL PD TIGULLIO
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