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Giovedì, 1 giugno 2023 - Numero 272

L’Argentina torna sull’orlo del baratro. Le ragioni del dissesto illustrate a Wylab

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(r.p.l.) Quasi sedici milioni di poveri, e la cifra è in costante aumento. Un paese sempre più sull’orlo del baratro. In ginocchio. La classe media che pian piano è stata divorata. Il governo che, a poche settimane dalle elezioni, deve far fronte a un’emergenza umana e sociale immensa, enorme, per certi versi insormontabile.

Tutto questo, e molto altro di drammatico, succede in Argentina, dove la crisi è tornata a farsi sentire, proprio come agli inizi degli anni Duemila, quando ancora si ricordano le file infinite di persone in attesa davanti ai bancomat, per ritirare gli ultimi preziosissimi contanti.

C’è poco da star allegri, e molto di che esser preoccupati. È pur vero che l’Argentina è dall’altra parte del mondo, ma gli interessi economici internazionali che gravitano intorno a questa nazione, a cominciare dall’Europa, sono moltissimi. Oltre al fatto che molti italiani risiedono in Sud America e che le vicende della Riviera di Levante e di quelle zone sono legate a doppio filo.

Secondo le ultime statistiche, in termini nominali, i poveri in Argentina sono quasi sedici milioni (15.833.342) e, come precisa lo stesso Indec (ovvero l’Instituto Nacional de Estadística y Censos de la República Argentina, che è come la nostra Istat), si tratta della cifra più alta dell’era del presidente Mauricio Macrì.

Nel periodo preso in esame (il semestre gennaio/giugno 2019) anche l’indigenza risulta aumentata, attestandosi al 7,7 per cento, un punto in più rispetto al secondo semestre del 2018. Comparando gli stessi periodi, la povertà è cresciuta del 3,4 per cento. La popolazione più colpita è quella che risiede nelle aree urbane, pari a 14,4 milioni di persone.

L’indice di povertà più alto si registra nella città di Concordia, provincia di Entre Ríos (addirittura 52,9 per cento), seguita da Gran Resistencia (46,9), Santiago el Estero-La Banda (44,8), Salta (41,8), Gran Tucumán-Tafí Viejo (40,4) e Formosa (40,1).

E intanto, proprio per far fronte a questa drammatica e gravissima situazione, nelle ore della pubblicazione dei dati Indec sulla povertà in Argentina, il governo ha promulgato in via definitiva la legge sull’emergenza alimentare, approvata all’unanimità dai due rami del parlamento. Il testo – presentato dall’opposizione ma sostenuto anche dalla maggioranza – aumenta del 50 per cento le voci di bilancio destinate ad aiuti sociali.

È in questo scenario che, il prossimo 27 ottobre, l’Argentina andrà alle urne, per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. A sfidarsi, l’uscente Mauricio Macrì e il peronista Alberto Fernandez, dentro un contesto ad altissima tensione nel quale, a peggiorare le cose, è arrivata pure la sospensione del prestito di 5,7 miliardi, da parte del Fondo Monetario Internazionale.

Di questo argomento si parlerà sabato prossimo (5 ottobre) a Wylab (nella sede di via Davide Gagliardo 7 a Chiavari), a partire dalle ore 17,30. Si tratta della seconda puntata del ciclo ‘Chiavari chiama America Latina – Riflessioni e testimonianze su un continente amico’, organizzato da ‘Piazza Levante’.

Tema dell’incontro, a ingresso libero, è: ‘Incertezza politica e fragilità economica: l’Argentina alle urne’. Il relatore sarà il professor Andrea Goldstein, economista dell’Ocse, editorialista del ‘Sole 24 Ore’ ed adjunct professor all’Università Cattolica di Milano. Sarà intervistato dal giornalista Marco Ansaldo, tra le firme più autorevoli del quotidiano ‘La Repubblica’.

Nato a Milano nel 1966, Andrea Goldstein, dopo la laurea in Economia Politica (CLEP) all’università della Bocconi a Milano e il master in relazioni internazionali alla Columbia University a New York, si è specializzato in geografia culturale e nella cooperazione internazionale relativamente al cambio degli assetti mondiali dopo la fine della guerra fredda. Ha studiato anche il rapporto tra paesi sviluppati e in via di sviluppo soprattutto per quanto riguarda la lotta alla povertà e il godimento dei diritti umani da parte delle popolazioni.
Ha lavorato in numerose organizzazioni internazionali, di cui ultimamente: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (per l’OECD Development Center e per l’Economics Department), per l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Commissione Economica e Sociale per l’Asia e il Pacifico) e per la Banca Mondiale (per l’International Finance Corporation).
Ha, inoltre, scritto un importante saggio con Federico Bonaglia (‘Globalizzazione e sviluppo’) che tratta dei rapporti tra globalizzazione e sviluppo. Si interessa in particolare a temi di sviluppo economico, privatizzazioni e commercio internazionale.
Collabora con i siti italiani di economia lavoce.info e Linkiesta, oltre a scrivere regolarmente sul ‘Il Sole 24 Ore’.

Dopo il successo dell’incontro sul Venezuela, ecco quindi un’altra occasione per parlare dell’America Latina, nella rassegna di ‘Piazza Levante’ che, nei prossimi mesi, andrà a toccare pure gli altri stati di un continente così lontano ma, in fondo, così vicino.

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