(r.p.l.) Lo scorso anno, per settanta giorni, quindi per dieci settimane consecutive, abbiamo rivolto cinque domande all’amministrazione comunale di Chiavari a proposito degli incarichi conferiti all’avvocato Luca Lanzalone. Senza mai ottenere risposta.
Dopo oltre due mesi di silenzio, abbiamo interrotto la pubblicazione della nostra cartolina, ben certi di una conclusione: quanto cioè quell’incarico – affidato all’avvocato grande protagonista dello scandalo dei 5 Stelle a proposito della costruzione del nuovo stadio di Roma – suscitasse più di un imbarazzo a Chiavari, pure in seno alla maggioranza, pure in quei paladini della trasparenza e della buona politica (a parole).
Di certo, ‘Piazza Levante’ non si è dimenticata dell’affaire Lanzalone. Così, trascorso un po’ di tempo, e sperando che le risposte nel frattempo siano maturate, noi riproponiamo le cinque domande: 1) Con quali criteri è stato scelto l’avvocato Lanzalone come consulente di Palazzo Bianco? 2) Quali e a quanto ammontano gli incarichi che gli sono stati conferiti? 3) La maggioranza ha condiviso questa scelta? 4) Perché il sindaco ha dichiarato alla stampa, dopo l’arresto di Lanzalone, “nessun contraccolpo”? 5) Perché avvalersi di uno che è stato definito ‘facilitatore’?
Nei giorni scorsi, a Roma, è iniziato il processo a carico dell’avvocato, che si trova sempre agli arresti domiciliari: è accusato di corruzione e traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.
Premesso che in questo paese è giusto essere garantisti sino all’ultimo grado di giudizio e, perciò auguriamo all’avvocato Lanzalone di fare chiarezza su tutti i suoi capi di accusa, non possiamo non rimarcare come emergano anche in queste ultime ore – a seguito delle nuove misure cautelari nel confronti di ulteriori esponenti di spicco dell’amministrazione Raggi – inquietanti ombre sul sistema delle consulenze a 5 Stelle: incarichi pagati a ‘facilitatori’, per l’appunto, senza una corrispondente prestazione di natura professionale.
Così, nel silenzio della stampa di propaganda (che probabilmente non arriva neppure a porsi la domanda) e di buona parte dell’opposizione, la domanda ce la facciamo noi: che fine ha fatto quell’incarico che lo Studio Lanzalone ottenne lo scorso 18 aprile da Palazzo Bianco per il collaudo del porto di Chiavari? La pratica si è conclusa? L’amministrazione ha ritirato la consulenza dopo gli arresti del ‘dominus’ dello studio legale?
A quanto risulta a ‘Piazza Levante’, la prestazione professionale è ancora in essere. Non se ne occupa più Lanzalone in persona, per ovvi motivi, ma altri due professionisti della sua ‘base’ genovese, che ha sede piazza dei Giustiniani, nella zona di Caricamento, con questa scritta sulla targa: ‘Studio Legale Lanzalone & Partners – Associazione Professionale’. Gli avvocati in questione rimasti in rapporti con il Comune di Chiavari sono Stefano Sonzogni e Federico Racalbuto.
L’incarico in questione è la Determinazione numero 41 del 18 aprile 2018, prodotta da Comune di Chiavari, nella fattispecie l’Ufficio Lavori Pubblici, e porta la firma del dirigente Fulvio Figone.
Oggetto della consulenza è: ‘Realizzazione e gestione delle opere di ampliamento del Porto Turistico di Chiavari. Attività di studio e assistenza sugli atti e supporto legale al sindaco quale membro della commissione di vigilanza e collaudo e del collegio di vigilanza’.
Secondo Palazzo Bianco, “considerata la complessità dell’intervento di cui trattasi, anche in considerazione del fatto che occorre esaminare e fare un’analisi e uno studio approfondito degli atti relativi ai lavori di realizzazione delle opere del porto turistico di Chiavari da parte della Società Tigullio Shipping S.p.a., individuata quale concessionario di costruzione e gestione, attraverso la procedura di finanza di progetto e verificare lo stato di avanzamento degli stessi, e dato atto della necessità di supportare il sindaco quale membro del Collegio di Vigilanza e Collaudo”, c’è bisogno di “un supporto legale funzionale all’esercizio delle prerogative pubblicistiche del Comune in relazione agli interventi disciplinati dalla concessione d’ampliamento del Porto Turistico di Chiavari, con particolare riguardo all’assistenza nella predisposizione degli atti amministrativi afferenti ai procedimenti sopra indicati, nonché nella redazione dei verbali degli anzidetti organismi”.
Dal momento che, come si sostiene nella delibera, “il Comune non possiede al suo interno tale figura specializzata”, e potendo ricorrere a un affidamento diretto, in quanto la cifra complessiva è inferiore ai quarantamila euro, si accetta “l’offerta pervenuta dallo Studio Legale Lanzalone & Partners con sede in Genova Palazzo Saluzzo – Piazza dei Giustiniani 7, acquisita con nota prot. 16178 del 16/04/2018 per un importo di € 9.000,00 per attività di studio sugli atti relativi all’esecuzione dei lavori; € 5.000,00 per attività di supporto legale al Sindaco quale membro della Commissione di Vigilanza e Collaudo e del Collegio di Vigilanza, oltre € 500,00 per la partecipazione ad ogni seduta di collaudo (si ipotizzano ancora circa 4 sedute della Commissione), oltre spese forfettarie calcolate al 15% oltre C.P.A. 4% ed I.v.a 22% e pertanto per un totale complessivo presunto di € 23.345,92”.
Il testo della delibera aggiunge anche “che il professionista sopraccitato risulta particolarmente specializzato nelle materie oggetto dell’assistenza legale richiesta, come risulta dal curriculum agli atti di questo ufficio”.
Quest’ultimo è un punto nodale: se per professionista sopraccitato s’intende l’avvocato Lanzalone, il Comune di Chiavari non può più disporre delle sue competenze. Come mai allora l’incarico non è stato revocato e risulta ancora in essere? Di chi è la regia dietro questo affidamento diretto? Come mai Palazzo Bianco non si è avvalso, in questa delicata e complicata partita (per parafrasare il testo della delibera) di uno dei numerosi e validissimi professionisti storicamente accreditati presso l’amministrazione nonché iscritti all’ordine professionale della città di Genova?
Né Sonzogni né Racalbuto risultano infatti iscritti all’ordine genovese. Il primo, secondo l’Albo on line del Consiglio Nazionale Forense, ha sede a Milano; il secondo, invece, non è presente negli elenchi (che sono aggiornati però solo sino al 31 dicembre 2017). Il sito dello Studio Legale Lanzalone & partners risulta essere ‘fuori servizio per manutenzione’. Di entrambi gli avvocati, quindi, non si conosce il curriculum.
Secondo aspetto: ma questo benedetto collaudo del porto, a quasi un anno di distanza da quella delibera, a che punto è? Secondo quanto risulta a ‘Piazza Levante’, la procedura è ancora molto indietro.
Sarà perché non se n’è potuto occupare ‘il professionista particolarmente specializzato nelle materie oggetto dell’assistenza legale’ (citiamo la delibera)? O forse importava più l’aspetto del ‘facilitatore’ rispetto a quello delle competenze?
Rimane solo un grande interrogativo. Che poi è il principale. Se così fosse, che cosa avrebbe dovuto ‘facilitare’ l’avvocato Lanzalone coi i suoi servigi?
Palazzo Bianco, batti un colpo?