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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La storia della stella cometa e del presepe francescano nelle carte custodite presso la Società Economica di Chiavari

La cometa di Francesco Castagnola desta stupore e meraviglia, e conferma il racconto dei primi cristiani per trovare nella stella la luce e seguire un cammino di speranza
Il documento del 1664 sulla stella cometa a cura di Francesco Castagnola
Il documento del 1664 sulla stella cometa a cura di Francesco Castagnola
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di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Un impegno di ricerca iniziato negli anni Ottanta e prolungato sino ai nostri giorni, nel solco di una corrente attiva in Italia sin dagli anni Settanta: parliamo della microstoria. Questo metodo di studio si è evoluto sino a diventare un vero modello per rileggere i territori nei quali viviamo, studiando i soggetti al centro della specifica ricerca e collocandoli all’interno dei grandi eventi della Storia con la maiuscola.

Grande lettura e piccola lettura, un metodo innovativo per trovare diverse reazioni, comportamenti, cronache, per scoprire e rilevare nuovi contributi, per dare un volto, una fisionomia più precisa alla storia del nostro territorio.

Il modello che oggi propongo è interamente sviluppato in questo ambito. In questi giorni ricorre l’ottavo centenario “dell’invenzione del presepe”; siamo a Greccio con San Francesco, e Chiavari (e l’intera Liguria) è terra d’esperienza francescana.

La tradizione prende il via con la fondazione in Chiavari della chiesa dedicata al santo d’Assisi, corrono i primi anni del XIII secolo; prende corpo l’edificazione medievale di Capo Borgo, e con essa la diffusione della ritualità del presepe, dalle monumentali ricostruzioni delle Confraternite ai contributi delle singole famiglie, grazie all’offerta delle grandi scuole ceramiste, Savona e Albisola tra le prime.

Uno dei simboli narrativi della natività è rappresentato dalla “stella cometa”, l’astro con la coda. Presso il fondo antico del Lascito Cuneo, in San Colombano Certenoli, ho potuto rintracciare una prima copia del prezioso documento edito dal ‘notaro’ Gio Francesco Castagnola; il volume fu impresso in Genova nel 1665 per gli editori Gerolamo Marino e Benedetto Celle col titolo ‘Discorso sopra lo Cometa’.

In primo luogo si è reso necessario verificare se esistessero altre copie del testo. I dati inseriti nel Sistema Bibliotecario Nazionale hanno documentato la rarità della pubblicazione con solo quattro copie conservate. Nel nostro territorio una seconda copia è custodita presso la Società Economica di Chiavari

La lettura della pubblicazione apre uno scorcio di notevole interesse sulle osservazioni iniziate il 21 dicembre del 1664. Il punto d’osservazione era presumibilmente sito nel palazzo di famiglia, in via Rivarola in Chiavari. La tavola che apre l’opera porta un preciso cartiglio con le indicazioni e i dati cronologici dell’avvistamento.

‘Lo Cometa, lo astro con la coda’, si pone due questioni fondamentali: quale fosse la natura del corpo celeste e quali presagi potesse portare. Gli appunti proseguono per giorni sino a raggiungere il mese di febbraio del 1665 quando la cometa ‘evanescit’: non è  più visibile. Il punto dell’osservazione è indicato ‘in meridiano Genua’ collocando lo sciame della cometa nelle diverse costellazioni attraversate: dal Crater alla Navis, dalla Via Lattea al Cane Maggiore, dal Lepus verso Eridanus, sino al punto non più visibile.

Questa testimonianza è di grande valore non solo per l’originalità astronomica, ma anche per aspetti ‘astrologici’ che segnano e caratterizzano le osservazioni. Il punto di partenza del ‘discorso’ è la curiosità, la voglia di indagare nel buio della notte, un vero stimolo nel continuare ad osservare il moto di quella stella: “Che mi violentino à rubbare un tantino di tempo alle continue mie occupazioni, perché scriva quello che la debolezza dell’intelletto può cavare da libri intorno à presagi di tal Cometa”.

Lo scritto continua, cerca di trovare risposte a cosa possa essere la cometa: “Un vapore terrestre elevato nella regione dell’aria e qui acceso… oppure elevato sin sopra la Luna, come ha detto alcuno”. Il fascino della visione porta a considerazioni, a puntuali smentite, alla ricerca di nuove ipotesi: “Che sia una stella errante, oppure un pianeta, il quale si veda quando discende verso noi più vicino”. Le ipotesi si affastellano, e richiederebbero la capacità interpretativa di un dotto e moderno astronomo, ma questo non è mio compito e neppure mia competenza. Il valore dello scritto è utilizzabile nel simbolo che la “cometa” assume nella ricorrenza natalizia odierna, tradizione già affermata negli antichi scritti dei vangeli apocrifi e nei protovangeli.

La cometa di Francesco Castagnola desta stupore e meraviglia, conferma il racconto dei primi cristiani che trova nella stella la luce che indica un cammino di speranza. Ancora oggi, la cometa è un sicuro simbolo delle festività natalizie, brilla nelle popolari luminarie, restituisce diversi spunti per raccontare i tanti presagi possibili. Il saggio del Castagnola diventa spunto per legare questo fenomeno di immensa portata storica al nostro ‘piccolo cielo’, con le paure e le ansie di chi lo esplorava e di chi prova ancora emozione a guardarlo ai nostri giorni. Il notaio degli atti e delle scritture, di un lessico talvolta pedante e monotono, diventa lo specchio di una grande curiosità, della ricerca di nuovi confini non ancora esplorati. Ancora una volta le carte degli archivi e delle biblioteche ci dimostrano che non dormono un sonno profondo, ma attendono di essere risvegliate per farci pensare e darci una buona occasione per riflettere sul nostro cammino tra sapere e conoscenza.

(* storico e cultore di tradizioni locali)

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