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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La stampa e l’informazione: una storia dell’Ottocento chiavarese animata da moltissime testate

L’avvicendamento delle testate testimonia con chiarezza la volontà collettiva di una città capace e vogliosa di grande protagonismo e progettualità
L'Ottocento è un periodo molto intenso per la stampa a Chiavari
L'Ottocento è un periodo molto intenso per la stampa a Chiavari
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Prosegue la serie di articoli di Giorgio ‘Getto’ Viarengo dedicati ad illustrare la Chiavari dell’Ottocento e i tanti modi ed aspetti per i quali questo può a buon diritto essere riconosciuto come ‘il secolo d’oro’ della nostra città.

di GIORGIO ‘GETTO’ VIARENGO *

Le nuove norme statutarie dei diritti e doveri vengono stilate nel progetto costituzionale del Popolo Ligure, proposto in Genova nel 1797; al punto 10, nelle disposizioni generali, troviamo i riferimenti all’esercizio della stampa.

“La Libertà di stampa tende a conservare la libertà pubblica. La licenza ne degrada lo spirito e ne corrompe l’oggetto. Le ingiurie e le calunnie stampate si puniscono più severamente delle verbali. La legge determina la forma dei giudizi e la qualità delle pene proporzionate ai delitti che tendono a disonorare la libertà di stampa”. Così era affrontato il tema determinante della libertà di stampa.

Abbiamo già avuto modo di parlare del primissimo periodico stampato in Chiavari, il foglio edito presso la tipografia Giuseppe Pila in Piazza San Giovanni: il “Giornale degli Apennini”, edito tra il 1811 e 1814, fu il primo periodico chiavarese e accompagnò il nuovo corso istituzionale del governo francese, documentando così, in quattro anni di informazione, l’esperienza di Chiavari come capoluogo del Dipartimento degli Appennini.

Si ebbe poi una svolta istituzionale con le norme varate dal Congresso di Vienna e con il passaggio della Liguria al Regno di Sardegna. Per valutare il ruolo della stampa e della pubblicistica in questo periodo è bene esplorare le “Pubblicazioni a Stampa” custodite nel fondo del Museo del Risorgimento dell’Economica.

Per comprendere l’orientamento ideale del tempo e trovare conferma della partecipazione al processo Risorgimentale, basta riprendere una pubblicazione simbolo del tempo: “La Giovine Italia” di Giuseppe Mazzini. A questo riguardo dobbiamo rammentare lo Statuto Albertino del 4 marzo 1848, dove nella sezione dedicata ai diritti e doveri dei cittadini si riconfermava l’uguaglianza davanti alla legge, l’assoluto diritto alle libertà individuali e la libertà di stampa come diritto fondamentale. Questa conferma e il raggiungimento della tanto desiderata unità d’Italia apriranno definitivamente il cammino allo sviluppo della stampa di informazione e di opinione. Ancora una volta l’Emeroteca della Società Economica ci fornisce la documentazione di questa straordinaria esperienza cittadina. 

Il primo periodico diffuso a Chiavari è “La Verità”, in distribuzione nel 1863; si tratta di un “ebdomadario per informazioni amministrative, commerciali, sullo sviluppo agricolo e industriale, entrando nelle riflessioni politiche del Circondario di Chiavari”.

Il 29 settembre del 1864 si presentava ai chiavaresi un nuovo settimanale, “L’Entella”, con la novità dell’abbonamento trimestrale per Lire 1,50 e l’invio tramite servizio postale. Il foglio era edito nella storica tipografia Argiroffo e la direzione del periodico era ubicato presso Casa Repetto in Piazza San Giovanni; si prevedevano recapiti in Carruggio Dritto presso il Signor Giovanni Battista Livellara e nell’edificio dell’Opera Pia Argiroffo. Il progetto editoriale non trascurava i lettori genovesi, che potevano trovare il settimanale presso la Libreria Luigi Lanata in Piazza San Lorenzo.

Nel 1871 apriva la direzione in Via Ligure, l’attuale Via Raggio, la nuova testata giornalistica de il “Chiavari”, pubblicazione molto vicina all’Economica. Ne è testimone il sostegno offerto dalle sue pagine alla fondazione “Comitato per la Società di reciproca istruzione ed assistenza”, una società operaia chiavarese promossa in seno alla storica Società chiavarese. Altro segno di schietto indirizzo Risorgimentale è nell’attività di sostegno per la realizzazione del monumento a Giuseppe Mazzini. Il ‘Chiavari’ pubblicò una dettagliata cronaca delle attività dell’apposita commissione convocata sin dal 23 aprile del 1875. 

Nel 1876 usciva il primo giornale dichiaratamente cattolico e a sostegno della chiesa locale: “L’Ape Ligure”. La redazione e la tipografia avevano sede in Corso Garibaldi; punti di distribuzione si trovavano presso la Libreria Montani, nell’attuale Carruggio Dritto, e presso il tabaccaio David Raffo.

Nel 1881 era la volta de “L’Appennino”, progetto editoriale dei “liberali e anticlericali” locali, che non perdono tempo a caratterizzare la loro presenza fortemente in crescita. Nel 1881 presso la “Tipografia sociale chiavarese”, viene fondato Il nuovo riferimento per il mondo liberale del territorio, stampato presso la ‘Tipografia sociale chiavarese’ aveva sede in Piazza Carlo Alberto (attuale Mazzini), e il prezzo di vendita era di 5 centesimi. Con questa pubblicazione si avviò un lungo dualismo tra i chiavaresi di orientamento liberale e i concittadini cattolici. Lo scontro era costante, e si arroventava durante le elezioni per il municipio.

“Il Corriere di Chiavari” si presentò nel 1884 caratterizzato da una considerevole novità: l’edizione bisettimanale della domenica e del giovedì. Uno sforzo notevole in quegli anni, con la redazione di Corso Garibaldi e la Tipografia Argiroffo all’opera per garantire la doppia uscita. Dalla lettura dei diversi articoli se ne può inferire una linea editoriale conservatrice, senza particolari ricercatezze polemiche, incline ad appoggiare chi era al potere in quel momento. 

“Il Corsaro” si presentava nel 1885 con redazione in Via Ravaschieri. Sotto l’intestazione riportava versi tratti dal “Corsaro” di Byron: forse un riferimento al periodo da questi vissuto in Liguria, tra Genova e Lerici, dopo avere aderito alla Carboneria e partecipato a diversi moti rivoluzionari nella vicina Toscana. Il taglio di questa breve esperienza editoriale, che durerà pochi mesi, favoriva le lettere dei lettori e l’ampia corrispondenza pubblicata dall’intero Circondario. 

La “Liguria Orientale” del 1887 rappresenta una delle testate più interessanti della storia giornalistica chiavarese. In un precedente capitolo del nostro excursus ottocentesco altro abbiamo ricostruito il faticoso percorso compiuto per giungere alla fondazione della Diocesi in Chiavari. Questo giornale operò con determinazione per sostenerne l’avvento. Vennero indirizzate dalle sue pagine specifiche richieste all’Arcivescovo di Genova e al Re Carlo Alberto, ma ancora una volta non si ottenne l’assenso per la nuova Diocesi. Questa testata restò in distribuzione per un solo anno, ma essa costituì il preludio del successivo storico passaggio del 3 dicembre 1892, quando Papa Leone XIII firmò la Bolla Pontificia per la proclamazione della Diocesi di Chiavari. 

Nel 1890 usciva in Chiavari ancora una nuova testata, il primo settimanale di quei cattolici che promuovevano il cammino verso un movimento che si definirà “popolare”.

Terminata da poco l’esperienza della ‘Liguria Orientale’ ecco giungere “Il Comune”. Nella prima edizione troviamo temi e proposte ben definite, ed un impegno legato al territorio e agli interessi locali, con un’immagine politica modernissima, quella dell’impegno politico dei cattolici popolari, una traccia del cammino tra Chiesa e Città.

“Liberali nel senso assoluto della parola, rispetteremo le altrui opinioni, convinti che non possa esistere vera libertà là dove non regna il rispetto e la reciproca tolleranza”: così il primo articolo de “L’Eco di Chiavari” del 1891, con redazione in Carruggio Dritto, ed un futuro che lo portò a varcare le soglie del secolo e a giungere sino agli embrioni di un estremismo che caratterizzò i nascenti fasci di combattimento in Chiavari.

Il mondo liberale si presentava variegato e ricco di sfaccettature, e presto si annunciava l’uscita di una nuova testata che si poteva definire liberale progressista: “L’Avvenire di Chiavari”. La redazione era in Corso Garibaldi e da settembre del 1893 la nuova presenza giornalistica su definiva liberale ma “popolare e democratica”.

Nel 1894 si presenta “La Gazzetta di Chiavari”. Con questa ennesima esperienza editoriale si chiudeva l’Ottocento, un secolo che aveva visto Chiavari crescere notevolmente e divenire una vera città, affermando il suo ruolo nel territorio. L’Unità d’Italia qui era stata vissuta da veri protagonisti, in città erano passati e vissuti tutti i maggiori pensatori della Patria, Mazzini, Garibaldi e Nino Bixio. I dettami della nuova democrazia si affermavano nella realizzazione dei recenti conquistati diritti, e tra questi la libertà di stampa era uno dei più sentiti ed esercitati. L’avvicendamento delle testate qui narrate testimonia con chiarezza la volontà collettiva di una Città capace e vogliosa di grande protagonismo e progettualità, un patrimonio che giunge sino ai nostri giorni e che non dovrebbe mai essere accantonato.

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