di DANILO SANGUINETI
In un’estate dove gli stadi procurano infinite tribolazioni alle società, che spesso sono gestori di questi impianti, e soprattutto ai comuni – e ai loro amministratori, ossia sindaci e assessori – che degli stessi sono sempre i proprietari, c’è una storia che va in clamorosa controtendenza.
La Sammargheritese, in piena sintonia con il sindaco Donadoni, ha dovuto emigrare dal suo Broccardi, la Lavagnese in piena sintonia con il sindaco Mangiante, l’ha accolta a braccia aperte nel suo Riboli.
La società ospitata lo ha annunciato con uno scarno comunicato lo scorso 28 luglio: “Visti i lavori di ristrutturazione che stanno interessando lo Stadio ‘Broccardi’ di Santa Margherita Ligure, la nostra casa, che avrà un nuovo manto di gara di ultima generazione, vogliamo ringraziare ufficialmente la società Lavagnese 1919 che da oggi metterà a nostra disposizione l’impianto sportivo ‘Riboli’ di Lavagna dove inizieremo la preparazione con la nostra prima squadra e dove, con ogni probabilità, giocheremo le nostre partite casalinghe in attesa della conclusione dei lavori al Broccardi”.
Un club che ha appena riconquistato l’Eccellenza che viene accolto a braccia aperte da uno che ha appena riconquistato la serie D. Notevole la coincidenza che entrambi non hanno vinto il loro campionato ma che hanno saputo farsi valere nei difficilissimi play off, mostrando saldezza di nervi e volontà ferrea.
Non era così scontato che arrivasse il via libera della Lavagnese: chi ha superato ‘gli anta’ ricorda i furibondi scontri in Promozione e in Eccellenza per la supremazia nel Levante, alcuni derby degli anni ’90 in un Riboli tutto esaurito, animati dalle personalità di giocatori come Marchetti, Marchesini, Tatti Copello, Paolo Rossi, sono già entrati nella leggenda. Battaglie furibonde con code persino nel dopopartita. Tutto questo non è stato dimenticato dalle tifoserie dell’una e dell’altra sponda. Più importante è però l’aiutarsi in un momento di difficoltà.
La Sammargheritese dovrà pedalare in salita per un po’ di mesi, dovrà cercare asilo anche per il suo settore giovanile, ma sa di poterlo fare perché nel nuovo anno avrà un Broccardi con un terreno di ultimissima generazione. La Lavagnese che il fondo lo ha cambiato solo una stagione fa, si è fatta carico delle difficoltà della Samm, sapendo di trovare una alleata in un futuro che si annuncia irto di ostacoli per tutte le società dilettanti. Non va dimenticata l’opera di silenziosa ma efficace mediazione portata avanti dalle due amministrazioni.
Un’armonia che tra Sestri e Chiavari, altre due capitali del calcio nel Tigullio (la quinta stella sarebbe Rapallo), non è stata trovata. I 10 chilometri che separano il Sivori, fortino del Sestri, dal Comunale, casa dell’Entella, sono una distanza incolmabile: i tifosi dell’una e dell’altra fazione non sentono ragioni. Gli ultras biancocelesti al solo formulare l’idea che i Corsari siano ospiti del Comunale per un periodo di mesi ancora da fissare hanno sfornato volantini in serie, tutti che scandivano un no senza se e senza ma. Gli ultras rossoblù per niente spaventati dal fatto che l’alternativa sia trascorrere mezzo campionato e forse più a Carrara (70 km di distanza da Sestri) hanno ribadito persino in un recente consiglio comunale che il trasferimento a Chiavari non è da prendere in considerazione.
Ma la squadra del presidente Risaliti sta trovando difficoltà anche fuori regione. È notizia recente che gli abitanti del quartiere stadio di Carrara si sono rivolti alla sindaca, al prefetto e alla questura per chiedere di non concedere lo stadio dei Marmi al Sestri Levante.
Il prosieguo della stagione scioglierà i nodi. Nel frattempo al Riboli si procede e si lavora in perfetta armonia.