di ALBERTO BRUZZONE
Niente calcio, niente sedute di preparazione sul terreno di gioco. Niente allenamenti collettivi, niente partite, poca attività fisica. Tutto questo fa male a chiunque, ma è chiaro che nella testa di un atleta può far male ancora di più. Se poi si tratta di teste di ragazzi, la situazione diventa ancor più delicata.
È vero che, in questo momento, l’aspetto più importante è non contrarre infezioni, non ammalarsi di Covid 19, ma è altrettanto vero che vadano gestite, in maniera seria, puntuale e professionale, tutte le conseguenze di questo stop da tutto, che rischia di diventare ancor più prolungato del previsto.
Lo stanno facendo le società di calcio professionistico a più livelli e, sul nostro territorio, lo sta facendo con impegno e convinzione la Virtus Entella, che si è presa a cuore le sorti di Allievi e Giovanissimi, in particolare quei ragazzi che vivono a Chiavari presso il Centro Benedetto Acquarone e che si trovano per tutta la stagione calcistica, e pure scolastica, lontani dalle loro famiglie.
Di loro si è detto e scritto molto: frequentano le scuole in città, sono seguiti nei compiti e negli studi, oltre che prettamente nel calcio, sono costantemente assistiti a livello psicologico e di training. E lo sono ancor di più in questi momenti particolari, dove c’è molto da rielaborare a livello mentale e lo ‘sfogo’ del calcio giocato, della partita vinta, del gol segnato, dell’azione collettiva che porta a un bel risultato sono tutti fattori assenti.
Ancor di più, quindi, è prezioso di questi tempi il lavoro della dottoressa Chiara Feno (nella foto a destra), psicologa già molto conosciuta in zona per essere tra le parti attive del progetto ‘ScuolAscolta’ (se ne parla in un’altra parte di questo numero di ‘Piazza Levante’), insieme a Erika Panchieri.
Chiara Feno, nello specifico, è una psicologa dell’età evolutiva, specializzata in psicologia dello sport e in psicomotricità funzionale. Lavora per la Virtus Entella e ha lavorato per il Gaslini, il Villaggio del Ragazzo e altre importanti realtà.
“Mi occupo di supporto psicologico a livello sportivo e questo serve in tempi ‘ordinari’, ma ancor di più serve adesso, di fronte a quest’emergenza sanitaria che sta cambiando le vite di tutti noi. Abbiamo aperto uno sportello online, in modalità di gruppo, con tutti quei ragazzi che sono convittori presso l’Acquarone. Si tratta di quindici persone, tra i 15 e i 17 anni, che giocano nel campionato Allievi e nel campionato Giovanissimi. Al momento, sono tutte tornate a casa, presso le rispettive famiglie, e ci colleghiamo tutti insieme da diverse parti d’Italia”.
Durante le sedute in streaming, “parliamo della situazione, ognuno esprime il proprio punto di vista. In questa fase prediligo le sedute collettive, mentre in altre parti dell’anno non mancano pure le sedute di tipo individuale. E un altro aspetto che propongo, oltre al fornire ai ragazzi uno spicchio di quella quotidianità precedente la quarantena e oltre ai momenti di confronto e condivisione emotiva, è una riflessione circa come e se questo periodo abbia influito sui loro obiettivi singoli e di gruppo”.
Si tratta di ragazzi, come anche Chiara Feno fa notare, già molto maturi e ‘cresciuti’ con la testa: non solo per il fatto che lo sport, a questi livelli quasi professionistici, fa crescere, ma anche per il fatto che vivono lontano dalle loro case e dalle loro famiglie, e quindi sono maggiormente responsabilizzati, per forza di cose. Anche nel ragionare, quindi, questa loro maggior consapevolezza si vede tutta: “Parliamo della gestione della concentrazione, delle emozioni, delle ansie. E proviamo, ciascuno di noi, a tirar fuori quello che stiamo passando. Il valore e l’importanza della famiglia, ad esempio, emergono in maniera particolare. Poi, c’è tanto l’aspetto della voglia di tornare in campo: all’inizio si avvertiva meno, adesso si avverte ogni giorno di più. Anche perché nessuno sa dire con certezza quando si potrà ritornare a farlo”.
Iniziative come quella della Virtus Entella con i suoi convittori sono moltissime, anche a livello di altri sport e di altre società. Per gli psicologi è un periodo di super lavoro. In Liguria ad esempio, ha aperto nei giorni scorsi, pure qui in maniera virtuale, uno sportello d’ascolto per fornire aiuto psicologico in questi giorni di emergenza Coronavirus. Lo sportello, creato dal comitato ligure di Msp Italia, è coordinato dalla dottoressa Silvia Berardi. L’iniziativa nasce da un’idea del presidente di Msp Italia (Movimento Sportivo Popolare) Gianfrancesco Lupatelli, aiutato nella stesura dalla segretaria Alessandra Caligaris. A collaborare con il progetto c’è anche la psicologa e psicoterapeuta Sabrina Dattilo, “fin da subito entusiasta all’idea”, come spiegano da Msp. Si potrà accedere allo sportello tramite colloqui telefonici riservati. Lo sportello prevede: una presa in carico precoce che ha lo scopo di attenuare le reazioni di stress acuto, di ridurre il rischio di sintomatologie post traumatiche e fornire indicazioni all’utenza sulla gestione psicologica del problema; la percezione del rischio che può essere distorta e amplificata sino a portare condizioni di panico che non sono quasi sempre del tutto ingiustificate, ma aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali; assistenza alla luce del Dpcm 9 Marzo 2020 varato dal Governo, ed a tutti gli aggiornamenti che si susseguono; assistenza per tutti i soci affiliati Mspitalia.
Lo sport, insomma c’è. Anche quando sembra non esserci più.