di DANILO SANGUINETI
Dire Messa nella chiesetta parrocchiale non è la stessa cosa che officiarla, cantata, in San Pietro. Nello sport la differenza tra il giocare in un impianto magari accogliente ma freddo e distante, che ti sradica dalle tue origini, e il tornare a combattere, divertire e sognare nella culla che ti ha visto piccolo, adolescente, adulto, soffrire, gioire, vincere quasi sempre e perdere ma con onore è grande quanto un oceano. Di acqua (ma anche di tempo) ne è corsa a fiumi tra la dipartita forzata e il ritorno della Pro Recco nella cattedrale – vasca a cielo aperto, con pallone pressostatico nei mesi bui – di Punta S. Anna, intitolata non a caso ad Antonio Ferro, il sindaco-presidente o anche viceversa dato il suo amore sviscerato per il settebello biancoceleste.
Il nuovo capitolo di una storia da leggenda scritto dopo oltre dieci anni di attesa: la piscina di Punta Sant’Anna è torna ad ospitare una partita ufficiale della prima squadra sabato 28 novembre. Nel pomeriggio alle ore 15 contro il Salerno, in un match valido per la terza giornata di campionato di A1 maschile 2020-21. L’esito dei tamponi delle due squadre diradava le ultime incognite ed era semaforo verde per una partita con i punti in palio a distanza di 3829 giorni dal 5 giugno 2010, gara 2 della finale Scudetto vinta contro il Savona per 10-9.
Ricordano dal club l’opera durata mesi per rimetterla in sesto. “La società aveva sempre tenuto il sogno dentro il cassetto, pronta a tirarlo fuori al momento gusto. Si è lavorato sodo per ridare alla Pro Recco la sua casa, la piscina che rappresenta uno dei monumenti dello sport italiano, il tempio della pallanuoto mondiale. L’intervento sulla vasca ha interessato per prima cosa l’impianto di riscaldamento dell’acqua, che consente di giocare e allenarsi in qualsiasi stagione. A Punta Sant’Anna, inoltre, sono stati posizionati spogliatoi prefabbricati per squadre e arbitri; una tribuna da cinquecento posti per accogliere gli spettatori (quando saranno allentate le limitazioni) mentre una struttura coperta ospita la giuria; sui due lati corti le paratie in vetro ripareranno la piscina dal vento”.
Per una volta il presidente Maurizio Felugo può concedersi una escursione nell’orgoglio: “Non entrerà in bacheca ma questa è una vittoria che vale una coppa, è la realizzazione di un’idea che non ci siamo mai tolti dalla testa anche quando riempivamo le piscine a centinaia di chilometri da Recco. Abbiamo riaperto le porte di casa nostra, siamo tornati sul palcoscenico che ha ospitato partite epiche e vittorie memorabili, il posto in cui è nata l’epopea della Pro Recco, in cui è cresciuto il mito di Eraldo Pizzo e dei suoi straordinari compagni che hanno tramandato il dna vincente fino ai giorni nostri. Punta Sant’Anna rappresenta per la pallanuoto quello che è il Maracanã per il calcio o la Scala per l’Opera: incastonata nel mare e affacciata sul Golfo Paradiso, non temo smentite nell’affermare che è la piscina più bella del mondo, non solo per la storia che porta dentro di sé”.
È quasi commosso il presidente. “In questi mesi abbiamo mantenuto un profilo basso, lo abbiamo fatto volutamente per sovvertire la narrazione del passato, anteponendo il lavoro silenzioso agli annunci roboanti. C’è solo un rammarico: giocare a porte chiuse come impongono i decreti governativi per tutte le manifestazioni sportive, ma la festa insieme ai nostri tifosi e alla comunità recchelina è solo rimandata. Abbiamo troppa voglia di sentire nuovamente il calore della città che tanto ci è mancato negli anni passati. Siamo all’inizio di una storia nuova, questo vuole essere anche un messaggio di speranza verso un futuro senza il virus, un futuro in cui le piscine possano aprire a tutti e la pallanuoto ritorni a essere protagonista”.
Doverosi i ringraziamenti: “Alla nostra proprietà che ha permesso al sogno di tramutarsi in realtà, che ancora una volta ha dimostrato, con i fatti, la passione e l’amore che nutre per il nostro sport e per Recco. Un grazie al Comune per avere voluto quanto noi il ritorno a Punta Sant’Anna, la casa dei campioni, la casa della Pro Recco, la casa della pallanuoto”.
Il match con il Salerno è stato speciale per Niccolò Figari (nella foto in basso), due volte campione del mondo, alla sua dodicesima stagione in biancoceleste, la squadra della sua città, la squadra di famiglia fin dai tempi del nonno Mario: “Qui ho vinto il mio primo scudetto e questa piscina, da recchelino, rappresenta qualcosa che va oltre le partite, perché Punta Sant’Anna è un punto di riferimento per tutti quelli che hanno cominciato a giocare a pallanuoto o più semplicemente imparato a nuotare. Per me questo ritorno a casa vale tanto e spero che il mio sentimento sia quello di tutti i cittadini. Negli anni abbiamo vinto molto, è vero, ma giocare alla Antonio Ferro c’è mancato davvero tanto per avere, forse, un pizzico di senso di appartenenza in più. Penso possa essere il tassello che ci mancava, avere i tifosi di casa sono convinto potrà darci tanto. Per spiegare che cos’è Punta Sant’Anna ad un ragazzino di quindici anni, che non ha mai visto giocare una partita in questa vasca, bisognerebbe prendere i libri di storia della pallanuoto: in questa piscina è nato il mito della Pro Recco, in questa piscina si sono disputate tante battaglie memorabili, è un pezzo di storia dello sport italiano”.
Alle 14,57 del 28 novembre il gol che tutti i tifosi della Pro Recco aspettavano da oltre dieci anni: lo segna capitan Ivovic ed è l’1-0 che apre la partita di campionato poi vinta sul Salerno per 18-0. Tanto per non perdere l’abitudine a stradominare. In tribuna oltre al monumento vivente della Pro, il Caimano Eraldo Pizzo, ci sono i due che hanno voluto il ritorno più di tutti, il patron Gabriele Volpi e il presidente Maurizio Felugo oltre a due di quei ‘sette Re di Recco’ che iniziarono l’epopea, Lino Maraschi ed Eugenio Merello. Persino la pioggia non si azzarda a disturbare il momento… sacro. C’è gente sul molo, i tifosi anche se da lontano non rinunciano allo spettacolo, al vedere il tempio biancoceleste che riapre i battenti. E poi c’è un ragazzino, sembra un pulcino bagnato in mezzo ai campionissimi biancocelesti, Andrea Nuzzo, genovese, classe 2005: esordio in serie A1 con gol per lui. La lunga linea azzurra è riannodata.