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Giovedì 11 settembre 2025 - Numero 391

La ‘movida’ sbarca a Rezzoaglio con il bellissimo B&B firmato da Massimo Cresci e dalla moglie Siobhan

Con Giorgio Fugazzi è stata intesa al primo colloquio. “È iniziato tutto con la creazione di eventi in collaborazione tra noi del B&B e loro del Liquorificio Fabbrizii”
La movida che si è creata a Rezzoaglio grazie a Massimo Cresci
La movida che si è creata a Rezzoaglio grazie a Massimo Cresci
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di DANILO SANGUINETI

Ricordate i programmi televisivi nei quali ci si sfida a compiere le imprese più assurde mettendosi nelle condizioni più difficili e estreme? In una parola “Jackass”. Ebbene creare una struttura ricettiva a Villanoce potrebbe figurare come la versione eroica e nostrana di quel “zero talent show”, o americanata che dir si voglia: tentare un qualcosa di quasi impossibile in un posto e in un momento assai complicati.

Il signor Massimo Cresci ha poco del “Rompicollo a Stelle e Strisce”, anzi, discutendoci appare una persona che sa cosa fare e soprattutto dove andare. Certo, la sua idea di aprire un Bed&Breakfast nel cuore di Villanoce – la frazione più estesa dello sparpagliato comune di Rezzoaglio, uno dei luoghi di transito e senza contraddizione, appartati, della Val d’Aveto – può sembrare temeraria, un vero e proprio cimento tentato da un esperto del settore, ma ancora “recuperabile”. Se non fosse stata raddoppiata di recente dalla fondazione di un locale dove organizzare degustazione e apericene, come aperipranzo e pure colazioni al coperto, una specie di “merenderia” che, portata da queste parti, è proposta audace quanto erigere un semaforo nel deserto del Khalahari.

Insomma a Villanoce c’è una casetta piccola così, con dentro un signore che invece di gridare “Attenti al Lupo!” ha pensato bene di rimboccarsi le maniche. “Alternative non ce ne erano – afferma Massimo Cresci -. Una volta scelta questa strada occorre percorrerla senza paura. Io e la mia compagna eravamo appena rientrati in Italia dalla Germania dove per dieci anni avevamo gestito un B&B (con successo notevole N.d.r.) nella zona di campagna vicino a Strasburgo, quindi al confine con la Francia. Siamo capitati a Villanoce venendo a fare una gita nei giorni del rientro nel Belpaese. Io sono di Chiavari “cento per cento”, per me si trattava di una riscoperta dato che da giovane venivo sempre qui in villeggiatura, tra Cabanne e Rezzoaglio. Per lei, mezza irlandese e mezza scozzese, è stata una rivelazione. In sintonia totale ci siamo detti che sarebbe stato bello comprare casa qui e lavorare a qualcosa di nuovo”.

Detto fatto, Massimo e Siobhan – niente paura, è celtico, suona più o meno “Scevan” alle nostre orecchie latine – adattano l’edificio che domina la collina di Villanoce in mesi di frenetico lavoro: apre il Bed and Breakfast Villa Dansio. L’occhio esperto di Massimo comprende dopo breve tempo che il pur lusinghiero riscontro da parte del pubblico – tanti avventori occasionali, molti diventano clienti affezionati – nella stagione turistica non può bastare a uno come lui che non si preoccupa solo di far quadrare i conti.

“Mi sforzo di guardare in prospettiva. Confrontandomi con altri operatori della zona è apparso subito chiaro che non potevamo accontentarci di una stagione che dura, nella migliore delle ipotesi, quattro mesi. E negli altri otto? Per fortuna che a Rezzoaglio ci sono imprenditori di un certo tipo, si veda la famiglia Fugazzi che con la “invenzione” del Liquorificio Fabbrizii ha mostrato che “si può fare!”.

Con Giorgio Fugazzi è stata intesa a primo colloquio. “È iniziato tutto con la creazione di eventi in collaborazione tra noi del B&B e loro del Liquorificio. L’estate scorsa abbiamo deciso che dovevamo trovare una forma di collaborazione più duratura”. Dalla proposta alla nascita è passato un battito di ciglia. “In pochi mesi abbiamo costruito ed aperto (a fine marzo) ‘Il Buco’, un locale che occupa la parte bassa del nostro edificio a Villanoce”.

Chiamatelo gemellaggio o joint venture non ufficiale di spiriti affini, fatto sta che ‘Il Buco’ funziona. Il ragno lo ha subito cavato… Bastava vedere quanta gente è accorsa all’inaugurazione, a partire dal sindaco Marcello Roncoli e dal suo braccio destro Marina Fontana. La imprenditrice ha donato le sue foto della valle che si possono ammirare alle pareti del locale.

“Lo abbiamo pensato, io e Giorgio, come un punto di incontro, dove assaggiare le specialità nostre e loro, ed allo stesso tempo ritrovarsi, parlare, insomma fare un po’ di quella socializzazione che da queste parti appare merce rara”. Molto più di una merenderia, per fortuna. “L’idea di base è quella di essere molto più presenti sul territorio. La gente viene da me, mangia, e poi la spedisco qua. Facciamo gli aperitivi e molto altro. Se riusciamo a fermare coloro che altrimenti da queste parti passerebbero e basta, sarà fatta”.

Impegno e lungimiranza, aspetti che da queste parti non hanno grande riscontro. “La gente di qui deve capire che con le persone hai bisogno di tenere un rapporto continuo e proficuo. Non puoi pretendere che vengano tutti i giorni per tre mesi e poi…ciao, ci vediamo l’anno prossimo”. Insomma un’opera a lunga gittata. “Ripeto, sono innamorato di questa vallata, credo nelle sue qualità, è una zona che ha un potenziale straordinario, solo che qui non sembrano capirlo. Io sono un perfezionista e questo pressapochismo mi fa impazzire”.

Massimo, spalleggiato da Siobhan Montgomery e dalla sua passionalità celtica irlandese-scozzese, non le manda a dire. “Diciamola tutta: molti qui si accontentano di quanto hanno, di essere seduti su una pentola d’oro, magari accumulata nei decenni dai loro genitori, e pensano di vivere di rendita”. Ancora più esplicito: “Hanno fatto i soldi, non hanno più interesse a fare qualcosa, a intraprendere azioni rischiose ma potenzialmente assai fruttifere. Chiudono appena finita la stagione, in certe settimane il martedì pomeriggio è tutto chiuso, il mercoledì aperto a sprazzi e non mangi e non bevi da nessuna parte. Ma come si fa a ragionare così? Persino la Pandemia aveva dato a queste zone un’opportunità enorme. Uno scherzo della sorte, neppure quello sappiamo accettare”. Ma il signor Cresci non permette che il pessimismo l’abbia vinta sull’impasto di self confidence e incrollabile fiducia nel domani che lo ha spinto a “scavare” il Buco per minare alle fondamenta le false credenze dei suoi vicini. Con la compagna ha creato un cocktail di caratteri esplosivamente propositivo: un misto di temerarietà irlandese-scozzese e ostinazione ligustica della più bella acqua. Una dimostrazione che l’etnogenesi produce impasti cromosomici e affettivi di grande valore in barba ai rigurgiti sciovinistici. È nel crogiuolo che si creano le leghe migliori, più duttili e resistenti al tempo stesso.

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