di DANILO SANGUINETI
“Assolutamente no, non sono mica matto!”. Questa è la risposta secca del presidente della Lavagnese, Stefano Compagnoni, alla richiesta se intende imitare il collega Stefano Risaliti, numero uno del Sestri Levante, e quindi raggiungere i corsari e la Virtus Entella (a meno che…) nella serie C 2004-2005. È sicuramente sincero, anche se è vero che l’appetito vien mangiando e che il desiderio di imitare i successi altrui e competere con i vicini sia un potente pull-factor per i boss del calcio locale.
Poi c’è anche il fatto che la promozione per certi versi insperata dei bianconeri lavagnesi – raggiunta attraverso i play off nazionali di Eccellenza, impresa che in 40 anni quasi mai è riuscita alle liguri (due soli precedenti) – abbia infuso una scarica di energia positiva all’intera società. È un dato che certifica come l’attuale dirigenza della Lavagnese, rivista e potenziata nell’ultimo biennio, abbia potenzialità e capacità che nel quarto di secolo della presidenza Compagnoni raramente si era vista. Basterebbe confrontare le dichiarazioni e le immagini di oggi a quelle del timoniere bianconero nel 2021-22 quando dovette incassare la prima retrocessione del suo mandato, una caduta in Eccellenza per certi versi incredibile, accompagnata da dichiarazioni di stanchezza e sconforto per essere da troppo tempo in sella e lasciato troppo solo in plancia. Oggi abbiamo uno Stefano Compagnoni allegro e pimpante come se i suoi ragazzi gli avessero tolto a suon di vittorie e imprese 25 anni.
La campagna acquisti fa pensare che ad una Lavagnese che torna in serie D con intenzioni bellicose, il ruolo di matricola inesperta non le si addice e ancora meno quello della comparsa. Dopo un solo anno di purgatorio, come lo ha definito il presidente, è risalita nella categoria che le compete, sempre secondo il suo numero uno. Questo però non esclude che non si possa fare un pensierino anche a un ulteriore salto di qualità.
“Mi seccava aver perso la serie D dopo venti anni dalla storica promozione, nel 2001: venti anni di salvezze ininterrotte, quasi mai sofferte e di qualche piazzamento prestigioso. Oggi riprendiamo il discorso interrottosi per meno di dodici mesi e vogliamo che questo ventunesimo anno di serie D sia più fruttifero del precedente. Sono ancora esaltato per la nostra impresa di due mesi fa. Avrei voluto tenere tutti i protagonisti dell’impresa, ne abbiamo portati in D il più possibile, gli altri non sono venuti per questioni legate ai limiti di età non certo per demerito. Ringrazio anche i giocatori nuovi, molti dei quali che arrivano da categorie e società prestigioso per averti scelto”.
L’euforia del presidente è alimentata anche dall’entusiasmo della figlia Roberta sua braccio destro oltre che nell’impresa di famiglia anche nel club di calcio. Lei e Jack Nicolini, direttore generale, che ha coinvolto Croci come direttore sportivo e confermato Davide Focacci team manager e social media manager, oltre che Fusieto Merciari come infaticabile addetto stampa, formano la squadra che dà al presidente Compagnoni le giuste dritte. E il piacere di fare calcio è tornato.
“È vero, ma io in ogni caso tengo la testa sul collo. Non mi lancio in avventure che potrebbero rivelarsi assai effimere. So quali sono le possibilità della società e della città. C’è piena sintonia con l’amministrazione cittadina, sindaco Mangiante in testa dato che è il nostro primo tifoso. Ora pensiamo a tenerci il posto a tavola, cercando di non fare…indigestione!”.