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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

La Galleria Busi si congeda con ‘Ultima’. E Chiavari perde un altro pezzo pregiato di cultura

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(r.p.l.) Un’altra luce si spegne, nel caruggio dritto di Chiavari. E, questa volta, non è semplicemente quella di un esercizio commerciale ‘indipendente’. Perché, oltre a quello, si spegne uno dei più importanti punti di riferimento culturali cittadini, uno di quelli con la più alta storicità e il livello qualitativo migliore.

Oggi, alle ore 17, alla Galleria Cristina Busi di via Martiri della Liberazione verrà inaugurata la mostra conclusiva di una storia che dura sin dal lontano 1984. La titolare, certamente non a caso, l’ha voluta intitolare ‘Ultima’. Sia a livello evocativo, che di contenuti, evidentemente.

Infatti, saranno in esposizione le rimanenti opere di proprietà della galleria. Terminato questo periodo, un’altra saracinesca sarà abbassata, e un altro vuoto – triste e amaro – verrà percepito in città, come da quando non c’è più il Teatro Cantero, come per tutte le altre volte che una bottega storica ha detto addio.

Dietro la chiusura di una galleria d’arte c’è un po’ di tutto: la crisi del settore, la minore disponibilità economica delle famiglie, ma certamente anche un discorso di gusti e generazionale. I figli che non portano avanti il mestiere dei genitori, un senso estetico che viene a mancare, una minore preparazione di base, che non consente più all’indiscutibilmente bello di poter sgorgare come meriterebbe.
Sulla scia di tutte queste concause, sono moltissime, e non solo a Chiavari e nel Tigullio, le gallerie d’arte, le botteghe, gli antiquari che hanno alzato bandiera bianca. Basti pensare al Borgo Incrociati di Genova: un tempo la ‘strada’ per eccellenza dell’antiquariato e dei restauratori, che oggi rimane con un paio di negozi e tante cantine e fondi desolatamente vuoti. Ma non è detto che da un male non possa anche nascere un bene, perché il futuro e l’evoluzione dei tempi sanno pure stupire, come sperimentato in più occasioni.

Maria Cristina Busi, donna innamorata dell’arte e del suo lavoro, ha detto stop una mattina di inizio ottobre, attraverso un comunicato stampa diramato ai media. La notizia, per la verità, era nell’aria già da diverso tempo, ma si è aspettato di presentare l’ultima mostra, per diramarla.

La titolare della galleria racconta: “Iniziai con una collettiva, ‘Risonanze’, presentata da Viana Conti. Terminerò con una collettiva, che raccoglierà opere degli autori con cui ho collaborato in tutti questi anni. Non saranno presenti tutti gli artisti che ho esposto, ma solo le rimanenti opere di proprietà: le ultime ma non ultime. Ma ‘Ultima’ va inteso non tanto come fine, piuttosto come superlativo del latino ‘ultra’, ovvero come un infinito, estremo, oltre”.

La realtà, però, al di là della metafora, è che la galleria d’arte chiude, e non ci sarà più un domani. La signora Busi ringrazia tutti: “Chi ha collaborato per l’apertura, chi mi ha permesso di tenere aperto, chi mi ha aiutato nella decisione di chiudere”.
Una scelta mai facile da compiere, specialmente quando si è nello stesso posto da trentacinque anni. Dopo l’inaugurazione di oggi, giovedì 17 ottobre, ‘Ultima’ sarà visitabile il venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19,30, oppure su appuntamento, al numero 0185 311937.

Tutto iniziò nel 1984, per l’appunto, con ‘Risonanze’: diciannove artisti contemporanei di rilievo nel panorama ligure, all’interno di uno spazio espositivo aperto a ogni possibile linguaggio artistico contemporaneo, purché dotato di un’interessante qualità propositiva.

Nel 2003, quindi, la mostra numero duecento. Poi, specie negli ultimi anni, le proposte della galleria si sono arricchite di artisti giovani, ma già promettenti, grazie alla collaborazione con altre realtà attive sul territorio nazionale, creando l’opportunità per i fruitori liguri di conoscere e apprezzare artisti nuovi nel mercato europeo. Tra i nomi, ecco Baricchi, Bixio, Canepa, Cargiolli, Colombara, Diana, Dusio, Ghiglione, Giovagnoli, Giovanetti, Gualco, Jammet, Job, Lacasella, Leverone, Locci, Lo Presti, Luzzati, Martone, Molgani, Ossola, Papetti, Perucca, Pretolani, Rocca, Ronco, Sturla, Zanni.

Non veder più queste luci accese sarà un colpo al cuore. Come dimenticare, ad esempio, ‘Dedicata a Chiavari’, la mostra del dicembre 2012 che fu pensata per la città e per la quale ogni artista della galleria realizzò un’opera. O, ancora, le tante personali di Luiso Sturla, di Luigi Copello, di Raimondo Sirotti.

Maria Cristina Busi, con i suoi modi gentili, la sua eleganza, il suo esser colta e raffinata allo stesso tempo, ma sempre senza alcun tipo di affettazione, ha portato per anni a Chiavari la cultura del bello, nella finezza degli oggetti, nella purezza delle tele, nell’originalità della proposta.

Ingiusto vedere questa fine, ma rimane a consolare il fatto che, per trentacinque anni, la città ha potuto godere, e vantarsi, di una promotrice culturale di altissimo livello, conosciuta ben oltre la Liguria. Grazie comunque, signora Busi, perché ogni giorno speso per l’arte, per la cultura, per il senso estetico, per la gioia e per l’emozione, non sarà mai stato vano.

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