di DANILO SANGUINETI
L’obsolescenza tecnologica è un male che ci affligge ed è destinato ad avere un sempre maggior peso. La legge di Moore sui chip si può tranquillamente estendere all’intero campo dell’elettronica che a sua volta pervade la nostra quotidianità: perché della “Central Processing Unit” non può fare a meno neppure il tostapane o il pulisci battiscopa. L’aumento esponenziale della potenza di calcolo, l’integrazione di intelligenza artificiale e acceleratori hardware, la marcia spedita verso i computer quantistici si riverberano su comunicazioni ed intrattenimento.
Il granello di sabbia che ingolfa il motore del progresso è rappresentato da una semplice dimenticanza: quando ci si slancia in avanti nessuno si occupa della retroguardia. Il guaio è che in certe zone ad alto livello di invecchiamento demografico – vedasi il Levante e le valli alle sue spalle – la retroguardia rappresenta più di un quarto dell’intero esercito. È indispensabile che qualcuno venga in soccorso di una platea di analfabeti funzionali con particolari deficienze nel campo delle nuove tecnologie.
Questi “qualcuno” sono rari come mosche bianche. Ancora peggio trovarne di realmente competenti e concretamente utili. “Uno” che corrisponde ai criteri richiesti è senza dubbio Daniele Fugazzi che opera a Carasco, in via Casali 21, dove ha base il suo negozio F.D.R. che fin dall’insegna dichiara gli intenti: Fugazzi Daniele Riparazioni. Niente giochi di parole, strizzate d’occhio all’imperante anglismo. Riparazioni ma anche installazione e vendita di Tv, video, autoradio, telefonia mobile e fissa. “Così l’avevo pensato nel 1998 quando, dopo aver lavorato in alcuni grandi negozi di Chiavari, decisi di mettermi in proprio ed aprirlo proprio qui dove si trova ancora adesso. Il fatto di non essermi mai mosso mentre attorno tutto cambiava si è rivelato essere un punto di forza. Sono diventato con il tempo un riferimento sicuro per molti concittadini e anche per tante persone che vivono nelle valli che confluiscono nella piana di Carasco”.
Classe 1959, ha un bagaglio di esperienza come pochi possono vantare. Ha vissuto in prima persona le rivoluzioni tecnologiche che nel campo degli elettrodomestici come in quello della telefonia hanno non cambiato ma stravolto ogni dato. “Oggi orientarsi nella giungla delle offerte, sia dei servizi come degli apparecchi (non usa volutamente il tremendo termine “device” N.d.r.), è complicato per chiunque. Ma se i giovani possono colmare il gap sfruttando i nuovi mezzi di informazione, chi appartiene alle vecchie generazioni fatica a districarsi”. I “nativi analogici” possono salvarsi affidandosi ai consigli, saggi, del signor Daniele. “Spesso arrivano in negozio brontolando perché il telefonino o il pc o, adesso anche il televisore, non fa quello di cui hanno bisogno. E sovente mi dicono “lo butto via, dammene un altro!”, Io cerco di convincerli, di non spazientirsi che spesso ciò che sembra irrecuperabile è solo mal impostato. E comunque anche quando si verifica realmente un guasto non è detto che sia irreparabile”.
Sia ben chiaro che Daniele Fugazzi non è un nostalgico, meno che mai un cantore dei bei tempi andati. “Oggi è vero che la vita media dell’apparecchio elettronico è più breve ma è anche vero che la frequenza dei guasti è molto ridotta. Una volta per esempio i televisori o le radio duravano decenni ma si rompevano più facilmente e più frequentemente”. Un’altra leggenda “elettronica” da smentire è che i rivenditori preferiscano vendere il nuovo. “Io in prima battuta cerco di recuperare perché so che gettare via significa molto spesso inquinare. E qui si potrebbe parlare per ore di come lo stato faccia ancora troppo poco per lo smaltimento dei rifiuti elettronici. Il cliente non sa che il costo di detto smaltimento lo paga già all’atto dell’acquisto, con il cosiddetto RAEE, quindi andrebbe incentivato a portare ciò che si è irreparabilmente rotto (cosa che è molto meno frequente di quanto comunemente si pensi) in punti attrezzati per la raccolta, lo stoccaggio e il riutilizzo dei componenti. Ma le amministrazioni, centrali come locali, hanno piena coscienza di cosa occorra fare? Direi di no. Basterebbe mettere un piccolo incentivo e scommetto che la raccolta differenziata fiorirebbe”.
È sempre più evidente che Fugazzi è uno che va controcorrente. “Non siamo rimasti in molto sul territorio a svolgere questo compito. Io me la cavo, anche perché non mi limito a gestire. Negli ultimi anni sono diventato anche concessonario di diversi gestori di telefonia e da poco tempo anche di servizi energetici. Posso contare inoltre sulla fiducia di chi si rivolge a me per consigli nella materia”.
Il valore misconosciuto della fidelizzazione: il servizio personalizzato ha un impatto significativo sulla fedeltà dei clienti, creando connessioni più profonde e durature tra il venditore e il consumatore. Quando un cliente riceve un servizio su misura per le sue esigenze, si sente valorizzato e apprezzato, il che genera una maggiore soddisfazione e la percezione di un’esperienza unica.
La costruzione della fiducia e il passaparola positivo si traducono nell’incremento del valore dell’esercizio commerciale sul lungo termine. Il servizio personalizzato è particolarmente cruciale per competere contro le realtà più grandi e standardizzate, come le grandi catene di distribuzione. Fornire qualcosa di unico e specifico è un modo potente per distinguersi.” È vero la pressione delle grandi catene rischia di soffocare noi “piccoli”. Noi proviamo a replicare entrando nel dettaglio, fornendo una assistenza continua e molto più “umana”, cosa che in tanti recepiscono e che in molti apprezzano”.

I piccoli negozi di elettronica come Fdr con le loro vetrine piene di componenti rappresentano un simbolo di artigianalità e passione in un mondo sempre più omologato. Un luogo dove il signor Daniele ti chiama per nome, dove si entra per un caricabatterie e si esce con una conversazione approfondita su tecnologia e innovazione.
Questi negozi offrono un valore che le grandi catene difficilmente possono replicare: il contatto umano. Ti aiutano a risolvere quel problema che sembra insormontabile con soluzioni personalizzate. È qui che un cliente trova non solo un prodotto, ma anche una consulenza basata su anni di esperienza.
Sono pezzi di una comunità, luoghi che raccontano storie e tramandano conoscenze. Proteggerli vuol dire salvaguardare non solo un’industria, ma anche l’umanità dietro ogni acquisto.
Al contrario del poliziotto di quartiere e del medico di prossimità, che sono più buoni propositi che compiute realtà, qui c’è il tecnico di vallata.
Il signor Fugazzi rammenta il protagonista di un racconto del classico di Benni, Bar Sport: “Bovinelli Tuttofare”, leggendario manutentore di paese capace di far funzionare ciò che si ritiene impossibile da riparare. Prima di disperare chiamatelo e dategli un cacciavite: magari non solleverà il mondo ma sicuramente risolleverà l’umore del possessore dell’aggeggio ostinatamente inerte.