(r.p.l.) Salire sul carro dei vincitori dopo averli criticati e attaccati per anni e assurgere pure a ‘salvatori’ della patria, cercando di intestarsi meriti che non si hanno. Il tutto in un modo talmente paradossale e grottesco da suscitare quanto meno ilarità, se non peggio.
È quanto accade a Chiavari dopo che la Civica amministrazione, al termine di un lunghissimo periodo di tentennamenti, ha deciso di varare un ordine del giorno, proposto dalla maggioranza e poi votato all’unanimità dal Consiglio Comunale, con il quale si impegnano “il sindaco, la giunta e l’amministrazione comunale” a comunicare alla Città Metropolitana la revoca della disponibilità dell’area della Colmata per la costruzione di un maxi impianto di depurazione.
Ovvero la battaglia portata avanti per anni dai cittadini, la battaglia portata avanti dal Comitato No al depuratore in Colmata sin dalla sua costituzione nel 2022, in mezzo a sberleffi, calunnie, ironia e tutto il corollario al quale gli attuali amministratori chiavaresi hanno ormai abituato.
Hanno insultato, hanno scritto comunicati al vetriolo, hanno provato a ostacolare in ogni modo, salvo poi sposare la stessa linea di quel comitato, salvo poi arrivare a quella scelta di buonsenso già indicata e suggerita dall’attuale presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, ai tempi in cui era sindaco metropolitano: “Se Chiavari non vuole il depuratore in Colmata, ritiri la disponibilità di quell’area attraverso una delibera del Consiglio Comunale”.
Pareva un percorso impossibile, quando la Civica amministrazione, e in particolare il gruppo consiliare di maggioranza Avanti Chiavari, e in particolare il presidente del Consiglio Comunale, Antonio Segalerba – grande protagonista di tutta questa vicenda sino al clamoroso passo indietro di qualche giorno fa – si rivolgeva così al Comitato No al depuratore in Colmata: “Gridano allo scandalo diffondendo fake news, con l’unico obiettivo di confondere i cittadini e avere un minimo di visibilità. È necessario, ancora una volta, smentire le loro false dichiarazioni”.
Era il 31 ottobre del 2023 e ancor prima, nel maggio dello stesso anno, ancora Segalerba attaccava: “Queste persone sono contro il progresso, contro il cambiamento, contro l’ambiente e contro i chiavaresi”.
Il presidente del Comitato No al depuratore in Colmata, Andrea Sanguineti, è diventato, nel corso del tempo, un diffusore di fake news, un “ambientalista a scoppio ritardato”, uno che “fa affermazioni farneticanti ribaltando la realtà”, uno del gruppo di quelli “che se governano, sbagliano e poi pretendono che siano gli altri a rimediare ai loro errori”.
Il bello (e anche il brutto, se vogliamo) della rete, è che tutto rimane fissato, è che tutto si può ricostruire, compreso questo goffo tentativo dell’attuale amministrazione chiavarese di raccontare oggi… quella dell’uva, quando per lunghissimo tempo la scelta del depuratore in Colmata è stata prima avanzata, poi avvalorata, poi presentata ufficialmente (era il settembre del 2018), infine difesa a spada tratta.
Ieri era la scelta ottimale. Così si esprimeva Segalerba: “Il nuovo progetto prevede la realizzazione di importanti difese mare, con una nuova passeggiata e un parcheggio per 820 posti per un valore di circa 30 milioni di euro. È opportuno essere consapevoli che da oltre 40 anni circa 20.000 abitanti (Lavagna e Cogorno) scaricano, senza alcun trattamento, la fogna inquinando il mare a 700 metri dalla foce dell’Entella. Per questo la Corte Europea ha condannato l’Italia per il mancato trattamento dei reflui fognari. Quindi il tempo è un fattore determinante di cui tenere conto”.
Oggi invece, “riguardo all’area di Colmata questa Amministrazione intende preservarne uno sviluppo totalmente pubblico, impedendo ogni forma di edilizia sia residenziale che terziaria, ma favorendo una pianificazione che mantenga e incrementi il numero di parcheggi gratuiti, consenta la realizzazione di una nuova scuola, di impianti sportivi e di aree verdi”.
Sono diventati i paladini della Colmata. Ci hanno messo ‘appena’ otto anni, tornando indietro sulla scelta di quel sito per l’impianto di vallata, sito fortemente promosso proprio da loro. Ci hanno abituato, in questo lungo tempo, a continui ribaltamenti di prospettive. Ma questo li batte tutti.