di ELIO CUNEO *
Il ciclo amministrativo della Città Metropolitana di Genova iniziato a fine anno 2017 col Sindaco Marco Bucci ha ormai oltrepassato la metà del proprio percorso, il tempo giusto per un rendiconto del proprio operato, ma anche quello per un rilancio che possa far recuperare o reindirizzare l’azione amministrativa qualora si ravvisassero in essa rallentamenti o storture.
Il Sindaco Bucci aveva aperto il proprio mandato dandosi delle linee programmatiche ben precise e ambiziose. “La nostra missione sarà, pertanto, quella di coordinare e mettere a sistema tutte le risorse territoriali, economiche e sociali, in una logica di cooperazione tra Pubblica Amministrazione, soggetti privati e terzo settore per creare sviluppo. Attraverso i propri strumenti strategici e la propria azione Città Metropolitana di Genova può innovare, migliorare e ridurre i costi dei servizi a disposizione nell’intero territorio metropolitano, ammodernare la pubblica amministrazione ma anche rinnovare il rapporto tra cittadini e istituzioni”.
Pertanto Città Metropolitana poteva e doveva essere la soluzione dei problemi che attanagliano il territorio della nostra Provincia: trasporti, servizio idrico integrato, rifiuti, edilizia scolastica, viabilità.
Ma il nuovo Ente si è trovato ben presto a fare i conti con diverse problematiche che la Legge Istitutiva non aveva sufficientemente chiarito. Innanzitutto si deve capire che Città Metropolitana non è la ex Provincia, o meglio non dovrebbe esserlo, ma è necessario fare un salto di qualità e vedere nel nuovo Ente un soggetto che cura lo sviluppo strategico di tutto il territorio metropolitano, che promuove e lavora per una gestione integrata dei servizi e delle infrastrutture, che promuove lo sviluppo economico e sociale.
Inoltre l’azione amministrativa si è trovata a che fare con un territorio dalle caratteristiche tali da mettere in dubbio la possibile esistenza di una Città Metropolitana a Genova per via della diversità e dello sbilanciamento del territorio: da una parte una grande città, dall’altra il territorio del Tigullio totalmente diverso e con esigenze ed esperienze proprie tali da giustificare per il passato anche rivendicazioni di autonomia.
Altro elemento di difficoltà per il nuovo Ente sicuramente è la figura del Sindaco Metropolitano che la Legge ha fatto coincidere con quella del Sindaco del Capoluogo: fatto che inesorabilmente e al di là delle capacità e bravura di chi ricopre tale carica porta ad accentuare maggiormente lo sbilanciamento tra la ‘grande Genova’ e il resto del territorio.
Pertanto, a mio giudizio e al di là di interventi singoli e dettati spesso dall’emergenza e dalla consuetudine, l’azione di Città Metropolitana è assolutamente carente e scarsamente incisiva in modo particolare sul Tigullio. Troppo spesso è mancato il confronto col territorio stesso e con gli Enti che su di esso operano e che conoscono a fondo, facendo così emergere il ruolo predominante della Città di Genova e palesando come la figura del Sindaco Metropolitano venga sopraffatta da quella del Sindaco di Genova.
Gli ultimi avvenimenti hanno fatto riscoprire queste storture e difficoltà agli Amministratori e ai cittadini del Tigullio. La vicenda della mitigazione del rischio alla foce dell’Entella e, ancora di più, quella relativa alla ricerca di un nuovo modello di gestione della raccolta dei rifiuti, hanno fatto emergere con vigore le richieste e le rimostranze di un territorio che vuole dire la sua, che vuole confrontarsi. Insomma, il Tigullio ancora una volta ha sentito il bisogno di poter affermare la propria identità e la propria autonomia.
Ora credo sia importante che Città Metropolitana prenda coscienza del fatto che esiste un territorio che per la propria storia e cultura va ascoltato, rispettato e considerato.
Sicuramente qualche mezzo e metodo per fare questo esiste già: lo Statuto di Città Metropolitana contempla la possibilità di dotarsi dello strumento delle Zone Omogenee e, per quanto riguarda i singoli servizi, delle Conferenze di Bacino.
Questi strumenti, se intesi come mezzi atti a consentire una efficace partecipazione e condivisione dei Comuni al governo della Città Metropolitana nonché ad articolare sul territorio attività e servizi decentrabili, potrebbero sicuramente dar voce al territorio e agli Amministratori Locali. Ma occorre pretendere che vengano attivati subito e messi in condizioni di operare efficacemente.
(* Consigliere della Città Metropolitana per la lista Patto Metropolitano, ex sindaco di Coreglia Ligure)