(r.p.l.) “Quando una democrazia come quella di Israele viene colpita da terroristi che sognano di eliminarla, di cancellarla dalle carte geografiche, di spazzarla via dalla storia, quella democrazia va difesa senza balbettare, senza indugi. E senza avere esitazioni nel riconoscere che da una parte c’è uno stato che difende il suo diritto di esistere (Israele) e dall’altra ci sono i terroristi islamisti (Hamas e tutto quello che Hamas si porta dietro) che difendono il loro diritto a combattere con tutta la forza possibile contro la stessa esistenza di Israele. Difendere Israele significa difendere la nostra libertà e le nostre democrazie”.
Questo è l’appello che il giornale ‘Il Foglio’ diretto dall’amico Claudio Cerasa, due settimane fa ospite di ‘Piazza Levante’, ha lanciato; e che noi di ‘Piazza Levante’ con convinzione sottoscriviamo.
I tragici fatti degli ultimi giorni pongono una serie di interrogativi.
Perché proprio ora un attacco al cuore di Israele?
Perché una violenza così efferata dentro le case degli ebrei, con persone inermi uccise a bruciapelo o sgozzate, donne violentate, vecchi e bambini presi come ostaggi per diventare scudi umani dei terroristi di Hamas?
Perché un’azione militare e terroristica di questa portata, improvvisa, sofisticata, capace di cogliere di sorpresa lo stato ebraico, i suoi apparati di sicurezza e i suoi leggendari servizi di intelligence: Mossad, Shin Bet, Aman?
La risposta sta probabilmente nel fatto che negli ultimi anni, dopo la firma dei cosiddetti ‘Accordi di Abramo’ del 2020 tra Usa, Israele, Emirati Arabi Uniti, Bahrei e Marocco, che hanno normalizzato i rapporti di Israele con questi Stati arabi, si era innescato un complessivo processo di pace in Medio Oriente con un orientamento filo-occidentale e con prospettive di prosperità e sviluppo in tutta l’area mediorientale.
Israele già da tempo aveva fatto pace con Egitto e Giordania ma ora a questo trattato intitolato ad Abramo, considerato un profeta da entrambe le religioni dell’ebraismo e dell’Islam, sembrava prossima ad aderire anche l’Arabia Saudita. E questo sarebbe davvero un fatto di importanza epocale.
Un nuovo ordine mediorientale di questo tipo era ed è intollerabile per Hamas, per gli Hezbollah e per il loro protettore Iran, e forse anche per la Russia di Putin. Era ed è intollerabile per tutti coloro che considerano Israele, la democrazia, l’occidente e i suoi valori un odioso modello di civiltà da annientare.
Questa è la ragione per la quale chi ama la libertà ama Israele, chi ama la democrazia ama Israele, chi ama Israele è portato a combattere i totalitarismi di ogni genere.
In particolare vuole combattere questi nazisti islamisti che perseguitano gli ebrei in Israele ma anche nel resto del mondo e in particolare in Europa, costringendoli ad abbandonare le loro case e a fuggire lontano come sta succedendo in Francia, in Belgio, in Olanda, in Svezia e persino in Germania.
Qualcuno ha detto giustamente che la guerra per difendere Israele assomiglia maledettamente a quella che si sta combattendo per difendere l’Ucraina. Anche lì c’è un Paese che qualcuno vuole cancellare dalla carta geografica. Anche lì c’è qualcuno che minaccia l’uso delle armi nucleari, anche lì c’è qualcuno che vuole costringere la popolazione ad abbandonare le proprie terre, che la vuole annientare con inaudite violenze su civili inermi.
Israele e Ucraina rappresentano oggi due formidabili avamposti nella lotta senza tregua contro i nemici delle democrazie liberali, due avamposti a difesa dei valori dell’occidente e delle sue istituzioni.
Non ci possono essere incertezze e titubanze. Difendere Israele significa difendere tutti noi. Israele siamo noi.