Da Egle Folgori, presidente di Anffas Tigullio Est, riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota che il direttivo nazionale dell’associazione ha diramato a proposito dell’articolo sull’inclusione scolastica a firma di Ernesto Galli Della Loggia sul ‘Corriere della Sera’.
“La scuola italiana è il regno della menzogna e finché resterà tale non potrà che peggiorare. Sulla carta tutto è previsto, tutto funziona, e alla fine tutti sono Promossi. Ma […] la realtà è ben diversa. A cominciare ad esempio da quella che si cela dietro il mito dell’inclusione. In ossequio al quale nelle aule italiane – caso unico al mondo – convivono regolarmente, accanto ad allievi cosiddetti normali”, scrive, “ragazzi disabili anche gravi con il loro insegnante personale di sostegno (perlopiù a digiuno di ogni nozione circa la loro disabilità), poi ragazzi con i Bes (Bisogni educativi speciali: dislessici, disgrafici, oggi cresciuti a vista d’occhio anche per insistenza delle famiglie) e dunque probabili titolari di un Pdp, Piano didattico personalizzato, e infine, sempre più numerosi, ragazzi stranieri incapaci di spiccicare una parola d’italiano. Il risultato lo conosciamo”.
Queste le ormai bene note parole utilizzate da Ernesto Galli Della Loggi sull’edizione del ‘Corriere della Sera’ del 13 gennaio u.s. in riferimento al volume ‘Una scuola esigente’ di Giorgio Ragazzini.
Nonostante il non detto, sembra chiaro il posizionamento dell’editorialista sull’inclusione degli alunni con disabilità nel contesto scolastico: ampio ed acceso è stato dunque il dibattito che in questi giorni ne è scaturito e che ha visto esponenti ed operatori del mondo della scuola e dell’associazionismo prendere una forte e netta posizione su un tema tanto delicato quanto complesso e controverso. Ad avviso di Anffas sarebbe, prima di tutto, opportuno che l’autore di tale articolo provvedesse a chiarire la sua posizione rispetto a quanto oggetto dell’articolo dallo stesso redatto e pubblicato sulle pagine del ‘Corriere della Sera’.
Ma al netto del pensiero espresso dall’autore di tale articolo riteniamo che non sia utile limitarsi a semplicemente stigmatizzare le posizioni che, come in questo caso, sembrano mettere in dubbio e discussione il modello inclusivo della scuola italiana in quanto tale posizione potrebbe rappresentare solo la punta di un iceberg: molto più diffuso di quanto si possa solo immaginare potrebbe essere, infatti, quanto paventato dallo stesso Galli Della Loggia, non solo al di fuori del mondo del sistema scolastico italiano.
Occorre tutti operare e cooperare per superare le tante, troppe criticità che sono ancora presenti nel sistema, tenendo bene a mente che il diritto all’inclusione scolastica non può essere messo in discussione essendo, tra l’altro, espressamente riaffermato dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che, all’art. 24, prescrive l’obbligo per gli Stati riconoscere il diritto all’istruzione delle persone con disabilità senza discriminazioni e su base di pari opportunità con gli altri assicurando che esse non siano escluse dal sistema di istruzione generale godendo, al contempo, di tutto il sostegno necessario.
Paventare, come sembra suggerire l’articolo di Galli Della Loggia, che la presenza di persone con disabilità (e straniere) possa minare il rendimento della classe e, in particolare, degli studenti senza disabilità o, come detto da molti, ‘normali’, rappresenta un modo superficiale di guardare a questo tema.
Il pensiero di Galli Della Loggia sembra, come sopra detto, purtroppo rappresentare solo la punta dell’iceberg: a dimostrazione che l’inclusione scolastica è messa fortemente in dubbio, vi è anche il lancio di un recente sondaggio online finalizzato a capire l’opinione pubblica e quanti si trovano d’accordo a ripristinare la scuola delle classi speciali. Sebbene i risultati di questa indagine non siano ancora disponibili, dai primi commenti preoccupante è il fatto che tale pensiero sembra ancora troppo diffuso, persino tra parte del corpo docente. Ed è questo forse uno dei principali demeriti che l’editoriale di Galli Della Loggia ha. Infatti, appare chiaro come lo stesso, al netto delle sue intenzioni, abbia contribuito a rinvigorire il fronte dei più gretti detrattori del sistema inclusivo. Soggetti ai quali evidentemente Galli Della Loggia ha solo fornito un pretesto per esprimere la loro odiosa, retrograda e preconcetta visione della disabilità.
È chiaro, dunque, che – riprendendo e parole del Presidente Falabella – “il sistema scolastico italiano va sicuramente rivisto. Siamo convinti che siano cambiate molte condizioni da quando sono state abolite le classi differenziali e che fare il maestro o il professore di sostegno non debba essere un volano per arrivare al posto comune”.
Come è evidente che non sia più rinviabile completare, al più presto, quanto previsto dalla riforma del sistema scolastico inclusivo che vede registrare troppi ed ingiustificati ritardi, così come è necessario – richiamando la proposta di legge A.C. 2444 (Norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali) presentata da FISH e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), e sostenuta da Anffas – introdurre delle norme chiare sulla continuità didattica e sull’istituzione di una apposita classe di concorso per il sostegno.
Infatti, Anffas sostiene da sempre che la buona inclusione scolastica passa non solo da elementi quantitativi ma deve essere accompagnata da un grande investimento motivazionale, formativo ed organizzativo che coinvolga l’intero contesto scolastico, a partire dai docenti curriculari per far sì che, attraverso un nuovo e rinnovato patto di corresponsabilità tra tutti i soggetti che, a vario titolo, interagiscono nel sistema scuola, il diritto alla piena inclusione scolastica sia concreto, attuato e reso realmente esigibile. Questo tanto più quando si tratta di alunni e studenti con disabilità complesse i quali, in assenza di giusti sostegni, garantiti da idonee figure professionali adeguatamente preparate e formate, spesso vedono trascorrere la maggior parte del loro tempo scuola al di fuori del contesto classe, nonostante ciò sia espressamente vietato.
Si tratta senza dubbio di un panorama complesso ed eterogeneo, le cui criticità Anffas pone, quotidianamente e ai vari livelli (locale, regionale e nazionale), all’attenzione delle istituzioni interessate, attraverso la redazione di dossier, documenti di commento ed approfondimenti.
Indicative, pertanto, le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che, seppur focalizzandosi principalmente per quanto riguarda gli studenti stranieri, ci fanno ben sperare sulla presa di coscienza da parte del Governo di non arretrare, ma di migliorare e continuare la strada dell’inclusione. Inclusione che, proprio secondo il Ministro Valditara, rappresenta “un valore importante della scuola costituzionale, la nostra scuola. Perché sia effettiva, però, e non solo declamata, è necessario che si creino le condizioni per una didattica più efficace che consenta di contemperare le esigenze di tutti gli studenti. Per gli alunni con disabilità, per esempio, prevediamo docenti adeguatamente specializzati e un sistema che consenta la continuità didattica.”
Ed è anche per questo motivo che Anffas auspica che il Ministro Valditara convochi, con estrema urgenza, l’Osservatorio Nazionale per l’Inclusione Scolastica, di cui anche Anffas Nazionale è componente, per affrontare ed avviare a soluzione tutte quelle problematiche, a tutti ben note, che appunto impediscono o limitano il diritto all’inclusione scolastica di bambine/bambini, alunne/alunni, studenti/studentesse con disabilità e loro familiari.