di ALESSANDRA FONTANA
“Abbiamo fatto una scelta d’amore, per i nostri figli”. L’inizio della stagione estiva ha portato con sé anche la fine di un’attività storica per la Val Graveglia: ha infatti abbassato la saracinesca l’Antica Bottega Angela, un vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti.
La fine di un’epoca, un arrivederci che sa di addio: “È giunto il momento dei saluti, purtroppo dopo più di 120 anni di storia si è dovuto fare delle scelte e per noi, per come siamo fatti, non è stato facile, penso di poter dire con fierezza che negli anni il nostro negozio è stato un punto di riferimento per la Val Graveglia ma anche per noi perché è il nostro cuore che si ferma. In questo momento non mi vengono tante parole, ma voglio ringraziare tutti i nostri clienti e nostri fornitori. Ci fermiamo per ripartire più forti di prima grazie a tutti”.
Questo il messaggio ufficiale diffuso da Diletta Bonino che in questi anni, rispettando la tradizione di famiglia, ha dato anima e corpo tra le mura della bottega facendo sacrifici e ignorando orologi e festività. “La bottega è di mia moglie – spiega Antonello Pilotta – era della nonna di sua nonna. Una storia cominciata prima del 1900. Aveva cercato fortuna in Inghilterra, a Brighton e poi è tornata con i soldi che aveva messo da parte nel suo paese di origine: Ponte di Gaggia”.
Ed è da qui che comincia la storia: “Aveva aperto questa bottega di alimentari che nel corso degli anni è stata tramandata di generazione in generazione”. Ma questo ‘fondo’ ha subito cambiamenti, tanti quanti gli anni trascorsi dalla prima apertura: “Il locale è stato bar, ristorante e persino sala da ballo. Questo posto si è trasformato continuamente”. L’ultimo passaggio è avvenuto dalla nonna a Bonini, e ora il triste epilogo: “Noi siamo sposati da più di dieci anni – continua Pilotta – abbiamo tre figli che stanno crescendo, io alla fine della giornata in fabbrica andavo in negozio per dare il cambio a mia moglie. Avevamo una commessa, avremmo avuto bisogno di un altro aiuto e della baby sitter”. Una situazione pesante, condivisa da chiunque lotti per conciliare il lavoro di un’attività in proprio e la vita famigliare, una situazione esasperata dalle spese sempre più ingenti: “Le bollette della luce sono triplicate, la spazzatura non ne parliamo, lo stesso per le spese di gestione, e a parte questo stava diventando troppo logorante”.
Una pagina di storia che si chiude, un’epoca che finisce. L’entroterra perde un altro presidio: la bottega del paese. Un dolore grande per i gestori, che hanno ereditato l’amore per il lavoro e lo spirito di sacrificio, e per gli abitanti della zona. Bonino continuerà a lavorare nell’azienda del padre, perché stare “con le mani in mano” non è contemplato.
“Una scelta d’amore”, ribadisce con convinzione la famiglia, l’unica possibile dopo anni di sacrifici e di ore trascorse tra mura che hanno contribuito a fare la storia della vallata. Non ci sono dubbi sulla decisione presa a malincuore e dopo lunghi ragionamenti, era l’unica possibile ad oggi, ma per il futuro qualcosa potrebbe cambiare, la Val Graveglia ci spera: “Per ora ci fermiamo, poi vedremo”. E per quel vedremo, in paese si trattiene il fiato.