L’epopea dell’ItalVolley Girls che hanno sfiorato il mondiale ed hanno riportato sotto i riflettori questo meraviglioso sport creerà, c’è da augurarsi, un boost di interesse per la pallavolo femminile. Il momento è propizio: la forza di quei visi acqua e sapone è uno spot che incide, un memo per le future Egonu e Sylla, De Gennaro e Malinov e per i genitori che spesso si dimenticano di questa disciplina semplice e completa al tempo stesso quando debbono scegliere una pratica sportiva per i loro ragazzi.
La pallavolo è trendy; questo rinascimento sotto rete non va sprecato. Ci attende un ‘torrente’ di novità dalla Fipav, segnali di vitalità che potrebbero ridare linfa alle società del nostro territorio. Un territorio che non è ancora sterile, ma che per combattere la siccità imposta da una crisi strisciante e interminabile, ha costretto le società a rimboccarsi le maniche e ripartire, se non da zero da un gradino più basso rispetto ai felici e forse folli anni Ottanta e Novanta.
Tra chi ha visto arrivare la tempesta per tempo ed ha saputo alzare gli scudi e trovare un rifugio c’è senza alcun dubbio il Volley Sestri Levante. Che ha al vertice una coppia presidenziale di ferro: Giacomo Roatta e Maria Rosa Milano. Da loro solo parole di buon senso: “Nel Levante siamo particolari, nel bene e nel male. Il numero di società al momento attive è sorprendentemente alto, soprattutto se confrontato con altre zone, non solo in Liguria ma anche nelle regioni più evolute dal punto di vista pallavolistico. La nostra torta è divisa in tantissime fette, il che diventa un problema se la torta, come accade da diverse stagioni, non si allarga. I costi e l’impegno richiesti sono invece aumentati a dismisura nell’ultimo decennio, il che ha reso inevitabile alcune scelte, anche dolorose”.
La prima è stata quella di distinguere tra i generi. La presidentessa concorda: “Il volley sembra uno sport sessista, ma al contrario. Il settore femminile è notevolmente più ampio. Forse i recenti risultati ampiamente positivi, benché inattesi della nazionale rosa, che al contrario di quella azzurra è andata ben al di là delle aspettative, si spiegano anche così. Sicuramente nella nostra società non c’è paragone: quando facciamo le selezioni, le bambine sono il triplo dei bambini. Nelle categorie d’ingresso, quelle che una volta erano Palla Rilanciata, Mini e Superminivolley, ed ora sono denominate Green, Red e White Volley (dai agli 11 anni circa), per un po’ possiamo tenerli assieme, dall’Under 12 in poi bisogna separarli. Ci piacerebbe portare avanti una classe di ragazzi, tuttavia con il passare del tempo è sempre più difficile, il gruppo si restringe sino a quando non abbiamo elementi a sufficienza per allestire una squadra che regga un campionato, seppur breve”.
La presidente Milano è tagliente: “La pallavolo agonistica richiede molto impegno, diversi allenamenti settimanali, disponibilità a sacrificare sabati e domeniche per tornei e campionati. Le ragazze tengono duro, i ragazzi molto meno. Senza contare la concorrenza di altri sport che hanno più attrazione sul sesso forte, dal football, al basket, per non parlare di altri marziali e altre discipline individuali”. Ed ecco un Volley Sestri Levante a trazione gentile…”In questa stagione 2018-19 rinnoviamo l’impegno nella Prima Divisione femminile, guidata dal nostro coach ‘classico’, Mauro Ghio. Poi saremo al via in ciascuna categoria giovanile femminile. Riempiamo la palestra di via Lombardia sette giorni su sette, dal primo pomeriggio sino a sera inoltrata. Oltre 100 tesserati in una città di 15mila abitanti, in un bacino che dividiamo col Segesta, Moneglia e Casarza, è un numero importante. Abbiamo le basi ed i progetti, Credeteci non è poco di questi tempi”.
E se dalle “ragazze terribili” della Nazionale arriveranno altre buone notizie, il Volley Sestri Levante ne sarà due volte contento. “Il prossimo biennio, con il traguardo posto alle Olimpiadi 2020 sarà decisivo per un grande balzo in avanti. C’è margine per un nuovo boom della pallavolo, anche dalle nostre parti, bisogna essere pronti e soprattutto sensitivi. Noi, nel nostro piccolo, siano convinti di esserlo”.
(d.s.)