di ALBERTO BRUZZONE
Nei giorni scorsi, in Parlamento, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, interpellato a proposito del Parco di Portofino e dei suoi confini con il passaggio da regionale a nazionale, ha auspicato “una soluzione condivisa tra enti istituzionali e associazioni, al fine di superare e chiudere ogni contenzioso”.
Peccato che questa soluzione condivisa si faccia attendere da anni ed è sempre più lontana dall’essere concretizzata. Da una parte c’è chi ritiene che le dimensioni del parco regionale possano andar bene anche per il parco nazionale (opzione caldeggiata dalla Regione Liguria, con il presidente Giovanni Toti in primis), dall’altra c’è chi propende, come minimo, per la soluzione a sette comuni delineata da Anci Liguria (oltre ai tre Camogli, Santa Margherita e Portofino, che già sono dentro, andrebbero inseriti Rapallo, Zoagli, Chiavari e Coreglia; c’è poi Leivi che ha chiesto in autonomia di essere inserito).
Insomma, non si fanno progressi, si rimane muro contro muro e anche Toti, ricevuto da Pichetto Fratin, ha ribadito la propria idea: “Nell’incontro con il ministro Pichetto in merito al Parco di Portofino ho spiegato che, in accordo con la maggioranza dei sindaci del territorio, in particolare di quelli che già oggi fanno parte dell’area protetta, come Regione non possiamo condividere i confini stabiliti dal decreto ministeriale attualmente in vigore. Abbiamo proposto nuovi confini, simili a quelli dell’attuale parco regionale, sui quali siamo pronti a concedere l’intesa rafforzata necessaria al Governo per procedere alla definizione del perimetro del parco”.
Ma niente soluzione a sette comuni e, men che meno, soluzione a undici comuni. L’attuale parco regionale ha un’estensione di 1056 ettari. La Regione, includendo le cosiddette ‘aree cuscinetto’, è disposta ad arrivare al massimo a 1700 ettari. La soluzione a sette comuni è di 2940 ettari, quella a undici di 5363. È chiaro come la differenza sia marcata.
E, ancora una volta, nel dibattito generale interviene il Wwf, con una lettera che è stata inviata al ministro e anche al presidente della Regione Liguria. “Allo stato attuale del dibattito istituzionale e delle proposte tecniche elaborate, il Wwf ritiene del tutto inutile ai fini della conservazione l’ipotesi d’istituire il Parco Nazionale di Portofino limitandone il perimetro a quello dell’attuale Parco Regionale con qualche decina di ettari in più – è il parere del presidente nazionale, Luciano Di Tizio – Le misure di salvaguardia garantite da un parco regionale sono del tutto simili a quelle di un parco nazionale e le poche decine di ettari in più, che la Regione Liguria intende inserire, non aggiungono nulla ai fini della tutela delle specie ed habitat, tant’è che s’intenderebbe recuperare il vecchio perimetro del parco regionale sottratto nel 2002 dalla stessa Regione Liguria senza però considerare neppure come area contigua quei territori della cosiddetta ‘area cuscinetto’, che sempre la Regione Liguria da 3.509 ettari ha ridotto a 732, territori che invece giustamente sono considerati nella proposta di perimetrazione di parco nazionale”.
Secondo Di Tizio, “se pur di sottoscrivere l’intesa del parco nazionale il ministro dell’Ambiente fosse disponibile ad aderire alla proposta avanzata dalla Regione Liguria, smentirebbe non solo il gran lavoro sostenuto dai sui stessi uffici, ma non cogliendo le disponibilità ufficialmente emerse da alcuni comuni solo per motivi politici, compirebbe una forzatura istituzionale. Il parco nazionale sulla base degli attuali confini del parco regionale era stato sostenuto anche dal Wwf Italia quale risposta immediatamente fattibile e operativa rispetto la sentenza del Tar che imponeva al Ministero dell’Ambiente di procedere, era inoltre funzionale a costruire senza contenziosi le necessarie intese per realizzare la perimetrazione elaborata da Ispra che il Wwf ha sempre dichiarato essere il vero obiettivo da raggiungere. Tale proposta è oggi però da ritenersi oggettivamente superata dai fatti: i contenziosi non si sono evitati e nonostante tutto c’è stata una disponibilità espressa da alcuni comuni che consentirebbe l’istituzione di un parco nazionale di circa tremila ettari”.
Il presidente del Wwf aggiunge: “La proposta cosiddetta a sette comuni va considerata anche quale mediazione tra la posizione della Regione Liguria e la proposta di Ispra. Questa proposta, peraltro sostenuta anche dall’Anci, è da ritenersi preziosa perché consente di tutelare davvero aree significative sotto un profilo della biodiversità in parte appartenenti al sistema di Rete Natura 2000. Un parco nazionale deve avere senso in quanto tale e il ‘senso’ non è un’opinione astratta, ma il riconoscimento di un valore naturalistico ed ambientale documentato e, come tale, da proteggere”.
La nota inviata dal Wwf a Pichetto Fratin e a Toti tratta anche dell’annessione dell’Area Marina protetta e il Wwf ribadisce la sua posizione: “Realizzare un unico parco marino terrestre e non di due soggetti gestori diversi, uno a terra e uno a mare, di cui uno affidatario dell’altro”. Se non fosse per la data, sembrerebbe un articolo di uno o di due anni fa. Ma il punto è esattamente questo: siamo sempre lì e non cambia mai nulla. Che stallo vergognoso e inconcepibile.