Uniti si conta. Divisi si scontano eccessivo isolamento e numeri irrisori.
Nella riviera di Levante i campanili (quelli mentali) sono più solidi delle antiche torri e le identità comunali marcatissime. Così parlare di ‘Città unite del Tigullio’ può sembrare un’utopia. Ma appare, invece, una necessità, e pure piuttosto impellente.
E’ questo il concetto centrale emerso dall’assemblea pubblica di Confindustria, svoltasi nei giorni scorsi a Chiavari, in occasione delle elezioni del gruppo territoriale del Tigullio.
Massimiliano Sacco, amministratore delegato di Arinox, è stato riconfermato presidente. Secondo mandato anche per Giancarlo Durante (A-Esse Fabbrica Ossidi di Zinco), Vittoria Bixio (Villa Ilia), Maurizio Cantamessa (Consorzio Tassano), Andrea Fustinoni (Grand Hotel Miramare), Marco Lanata (Virtual), Paolo Daniele Pajardi (Hi-Lex), e Mario Restano (Centrale del Latte d’Italia). Nuovi ingressi per Fabrizio Parodi (Fincantieri) e Rosalba Brizzolara (Dreams Lab).
Alla tavola rotonda ha fatto molto discutere lo studio del professor Roberto Bobbio, membro della Società Economica di Chiavari e docente associato all’Università di Genova.
E’ stato Bobbio, numeri e dati alla mano, a prospettare gli aspetti positivi di costruire un fronte comune tra le amministrazioni del levante, superando l’eccessiva frammentazione e migliorando l’efficienza nella gestione delle risorse pubbliche. “Il presidente della Regione Toti – afferma Bobbio – ha parlato di politiche orizzontali, e credo che ormai sia imprescindibile muoversi in questa direzione. Il Tigullio, sommando tutti i suoi abitanti (i dati pubblicati di seguito sono riferiti al 2017), arriva all’incirca a 120mila persone. A conti fatti, meno di un municipio di Genova. Figuriamoci se ognuno dei comuni va per conto proprio”.
Le città del Tigullio
(popolazione al 1 Gennaio 2017 – Dati ISTAT)
Chiavari 27.429
Lavagna 12.692
40.121 Conurbazione costiera Entella
Carasco 3.773
Cogorno 5.748
Leivi 2.438
52.080 Città dell’Entella
Sestri Levante 18.512
Castiglione Ch. 1.592
Casarza Ligure 6.920
27.024 Città del Petronio
79.104 TIGULLIO ORIENTALE
Zoagli 2.457
Rapallo 29.778
Santa Margherita 9.227
Portofino 416
41.878 TIGULLIO OCCIDENTALE
TOTALE TIGULLIO 120.982
Bobbio si è quindi chiesto quali vantaggi può portare un’unione tra comuni.
- Raggiungere dimensioni che consentono di superare le soglie minime necessarie ad acquisire competenze e rango.
- Realizzare economie di scala nell’amministrazione e nella gestione dei servizi.
- Sviluppare la pianificazione su aree vaste e differenziate, organizzando e accorpando le funzioni in un disegno più razionale.
- Includere un maggior numero di attori e di stakeholder in grado di assumere iniziative di sviluppo e aderire a forme di partenariato.
- Inversamente, essere partner pubblici più forti nei processi di governance e nelle negoziazioni, più credibili nell’attrarre attività e investimenti sul proprio territorio.
In Italia, nel frattempo, le fusioni tra comuni proseguono. Secondo il sito tuttitalia.it, “dal 2009 a oggi sono state approvate 108 fusioni di comuni, e di queste 99 sono già operative, mentre altre lo saranno nel 2018 e nel corso degli otto anni successivi”. Nel complesso, considerando tutte le fusioni, saranno 261 i comuni soppressi, e il numero dei comuni italiani “sarà diminuito di 162 unità, passando da 8.101 a 7.939”.
Efficienza amministrativa ma anche risparmio. Oltre a un diverso modo di stare al passo coi tempi. “Una volta si sarebbe parlato di annessione – osserva Bobbio – Il più forte si mangia il più debole. Oggi si deve ragionare in termini di adesione. E di opportunità. Il Tigullio è un territorio meraviglioso, ma non può ogni comune fare riferimento solo a se stesso”.
I primi che lo dovrebbero capire sono anzitutto i sindaci. Molto spesso però, nelle campagne elettorali si stuzzicano i campanili per mere questioni legate ai voti. “Sono contento – replica Bobbio – di aver parlato di fronte a tanti primi cittadini. Spero che le mie parole siano lo spunto per una riflessione”.
Va detto che su temi comprensoriali c’è una lunga tradizione ispirata al dialogo, specie tra i comuni della costa. Ci sono argomenti di un respiro talmente ampio che non possono ricadere sulle amministrazioni nella loro unicità. Leggasi la sanità, l’istruzione o, da ultimo e molto attuale, il tema della depurazione delle acque.
Qui Bobbio sembra avere le idee molto chiare: “Benissimo la decisione di costruire degli impianti comprensoriali. Non è più possibile che ogni città abbia il proprio depuratore. Il ruolo dell’Ato e soprattutto della Città Metropolitana dev’essere centrale e sempre più marcato. Su certe competenze, addirittura, l’ex provincia dovrebbe avere poteri maggiori anche rispetto alla Regione”.
Di provincia di Chiavari si parla in effetti dalla notte dei tempi. Ma è forse un discorso anacronistico, ormai. “Il Tigullio da solo non basta. Non può stare isolato da Genova. Al contrario, dentro Genova diventa una forza assolutamente importante, dal punto di vista strategico, così come industriale e soprattutto turistico”.
Un fondamentale ruolo di raccordo lo svolge, in questo senso, anche Anci Liguria, sia come supporto legislativo che come coordinamento tra le varie realtà rispetto agli enti superiori. “Anci – conclude Bobbio – va esattamente nella direzione che occorre seguire. Quella di far fronte comune. E’ un bel segnale che gli amministratori credano sempre di più nell’efficacia di questa associazione e di tutti gli strumenti atti a instaurare un dialogo. Bisogna capire che, pur tenendo vive le proprie tradizioni e le proprie specificità, vanno superate visioni autoreferenziali del fare politica e del governare una città. E, soprattutto, va compresa bene la parola fusione. Che non deve mai esser presa per confusione”.
Realtà, progetti concreti o utopia? A giudicare dalla freddezza dei sindaci, per il momento pare più la terza.
ALBERTO BRUZZONE