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Giovedì 13 novembre 2025 - Numero 400

Il tema dell’immigrazione clandestina infiamma l’inizio di campagna elettorale: le differenti strategie dei candidati

Il contenzioso principale tra Democratici e Repubblicani si focalizza sulla proposta della Casa Bianca di offrire una sorta di “libertà condizionata” ai migranti che si presentano alla frontiera meridionale
La Casa Bianca torna a essere la residenza di Donald Trump
La Casa Bianca torna a essere la residenza di Donald Trump
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Prosegue il nostro rapporto di collaborazione con la piattaforma ‘Jefferson – Lettere sull’America’, fondata e guidata dal giornalista Matteo Muzio. Il portale di ‘Jefferson’, con tutti i suoi articoli e le varie sezioni, è visitabile all’indirizzo https://www.letteretj.it, da dove ci si può anche iscrivere alla newsletter.

di ANTONIO JUNIOR LUCHINI *

Qualche mese fa l’idea bideniana di accorpare gli aiuti militari a Israele Ucraina alla controversa riforma dell’immigrazione fortemente voluta dai Repubblicani sembrava un colpo di genio: con un abile “do ut des” tra Congresso e Casa Bianca, anche gli esponenti più radicali del partito d’opposizione sarebbero stati convinti ad appoggiare i trasferimenti di armi e aiuti economici per i due Paesi alleati in cambio di una stretta sull’immigrazione clandestina e una frontiera più sorvegliata.

Le speranze della Casa Bianca si sono tuttavia infrante contro una nuova ondata di ostruzionismo Repubblicano, guidata dallo Speaker della Camera Mike Johnson e incalzata dai comizi elettorali di Donald Trump, attualmente impegnato nella campagna per le primarie presidenziali. Trump ha incoraggiato i Deputati e Senatori Repubblicani a rigettare il pacchetto di leggi, ponendo particolare enfasi sulla riforma della gestione della frontiera.

Il contenzioso principale tra Democratici e Repubblicani si focalizza in effetti sulla proposta della Casa Bianca di offrire una sorta di “libertà condizionata” ai migranti che si presentano alla frontiera meridionale. I nuovi arrivati verrebbero radunati in centri di raccolta sul territorio Usa, dove avrebbero la facoltà di fare richiesta per permessi di lavoro temporanei o per lo status di rifugiato, a seconda delle loro circostanze e delle loro competenze. Questo approccio, secondo l’Amministrazione Biden, permetterebbe di dirottare almeno parte dei flussi in un canale d’immigrazione regolare e saldamente monitorato, evitando di generare caos alle frontiere.

La proposta di legge, formulata anche con l’aiuto di esponenti moderati Repubblicani, ha tuttavia scatenato le ire della frangia più radicale del partito. “L’unica legge che va approvata è quella che punti a porre fine all’invasione” è stato il commento lapidario di Trump sul social network ‘Truth Social’, rapidamente assecondato dal Secure The Border Act proposto dallo Speaker Johnson: una svolta radicale e fondata sulla tolleranza zero verso ogni forma d’immigrazione clandestina, che includerebbe anche un tentativo di riportare in vita il famoso muro sulla frontiera, mai pienamente realizzato. In tale occasione, Johnson ha anche realizzato un nuovo disegno di legge per l’esportazione di aiuti militari a Israele, escludendo l’Ucraina e aggiungendo un taglio ai fondi dell’Internal Revenue Service (IRS), l’agenzia delle entrate americana.

Entrambe le proposte di Johnson sono state rigettate dal Senato a guida Democratica, che continua a proporre il pacchetto bipartisan con poca probabilità di successo. Secondo lo storico leader Repubblicano Mitch McConnell, a capo della minoranza in Senato e favorevole egli stesso al pacchetto bipartisan, “il calcolo politico è cambiato”, e il Partito Repubblicano non può realisticamente appoggiare questa riforma: l’influenza di Trump sul partito è soverchiante e scavalca ogni altra dinamica del congresso.

Le opzioni disponibili per l’Amministrazione Biden sono poche, mentre da Kiev aumentano le lamentele per i ritardi nella consegna di nuove forniture militari. Anche la leadership israeliana inizia a essere nervosa, con il palesarsi della necessità di un dispendioso intervento nel Libano meridionale volto a terminare gli attacchi missilistici di Hezbollah. I Governatori Repubblicani degli stati di frontiera cavalcano l’incertezza del Congresso come nel caso del texano Greg Abbott, che ha platealmente schierato le truppe della Guardia Nazionale del suo stato a tutela delle barriere in filo spinato poste sulla frontiera, considerate illegali dalla Corte Suprema federale.

Con la graduale fine dell’inflazione e in luce di un nuovo ottimismo degli elettori americani verso la gestione dell’economia da parte della Presidenza Biden, Trump e il Partito Repubblicano hanno virato sul tema caldo dell’immigrazione clandestina, che nei sondaggi risulta fondamentale anche per gli elettori di stati lontani dalla frontiera come quelli dei Grandi Laghi, la vera e propria chiave di volta del sistema elettorale americano. Una strategia che fa dell’ostruzionismo il suo perno e che giova dell’impotenza del governo federale nel gestire i flussi di persone che continuano ad arrivare alla frontiera meridionale. Nelle parole dello stesso Joe Biden, “i Repubblicani devono decidere se vogliono risolvere il problema, o continuare a strumentalizzarlo per colpire la presidenza”.

(* ricercatore in relazioni internazionali presso l’Università di Tartu
e collaboratore del blog Jefferson – Lettere sull’America)

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