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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Il soft-power di Taylor Swift tiene in forte ansia la fazione Repubblicana 

Tutti sognano l’endorsement della popstar globale, già dal 2018 a fianco dei Democratici
Taylor Swift non ha mai nascosto le sue simpatie per i Democratici
Taylor Swift non ha mai nascosto le sue simpatie per i Democratici
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di VITTORIA LOFFI *

Prosegue il nostro rapporto di collaborazione con la piattaforma ‘Jefferson – Lettere sull’America’, fondata e guidata dal giornalista Matteo Muzio. Il portale di ‘Jefferson’, con tutti i suoi articoli e le varie sezioni, è visitabile all’indirizzo https://www.letteretj.it, da dove ci si può anche iscrivere alla newsletter.

Per chi ha visto almeno una volta “Miss Americana”, il documentario Netflix sulla cantautrice Taylor Alison Swift, discussioni su una plateale esposizione politica della popstar non rappresentano una novità: dopo anni di strategica lontananza dai dibattiti partitici dominanti lo scenario statunitense, nel 2018 Taylor Swift ha rotto per la prima volta il silenzio sostenendo nella corsa al Senato il candidato Democratico e già Governatore del Tennessee Phil Bredesen.

In un forte spaccato del documentario, Swift racconta le sue opinioni politiche, rimpiangendo di non aver preso posizione precedentemente, già in occasione delle presidenziali del 2016 contro l’allora candidato Repubblicano e poi Presidente Donald Trump. Da quando la popstar ha pubblicamente criticato la candidata (poi vincitrice del seggio) competitor di Bredesen, la Repubblicana Marsha Blackburn, Swift non ha più cessato di esternare chiaramente le proprie convinzioni: “in passato sono stata riluttante a esprimere pubblicamente le mie opinioni politiche […] ho sempre espresso e sempre esprimerò il mio voto in base al candidato che proteggerà e lotterà per i diritti umani che credo tutti meritiamo in questo Paese” scrisse sui suoi canali social proprio nel 2018, l’anno in cui il soft-power della cantautrice ha iniziato a sprigionarsi.

Il background di Swift pre-2018 non si presenta come completamente alieno alla politica, tuttavia negli anni precedenti il suo ‘coming out’ politico, l’atteggiamento adottato è stato tendenzialmente apartitico e declinato su una dimensione puramente locale: la popstar, infatti, aveva già avuto l’occasione di collaborare con Bredesen nel 2007, sostenendo la sua campagna per combattere i predatori sessuali online, e nel 2010 aveva sostenuto il progetto dell’allora First Lady Michelle Obama “Let’s Move!” in favore di uno stile di vita sano. 

Se solo quattro anni prima, nel 2014, Taylor Swift dichiarava da David Letterman che votare era un suo diritto, ma non lo era altrettanto dire agli altri cosa fare, col tempo la posizione è radicalmente mutata: dall’endorsement dato a Bredesen, Taylor Swift non ha più mancato di rimarcare il proprio sostegno tramite interviste, social e apparizioni pubbliche a molteplici candidati Democratici, soprattutto in occasione delle Presidenziali del 2020 quando Swift dichiarò aperto supporto tanto per il Presidente Biden quanto per la Vice Presidente Kamala Harris, vedendo in entrambi un’opportunità per gli Stati Uniti di avviare un importante “processo di guarigione” su tematiche per lei cardine, come i diritti LGBTQ+, i diritti delle donne e della comunità afroamericana. 

L’esercizio del suo potere mediatico ha portato a importanti risultati anche di recente, quando in occasione della giornata nazionale del voto il 19 settembre 2023, Swift ha esortato i propri followers a registrarsi per votare alle elezionisegnalando il tramite dell’organizzazione no-profit Vote.org. In poche ore, la dichiarazione della popstar ha portato al completamento di più di 35.000 registrazioni. Secondo la realtà, le registrazioni di elettori idonei di 18 anni sono aumentate del 72% rispetto al 2019, e del 115% rispetto al 2022: “Durante la giornata di martedì abbiamo registrato un aumento della partecipazione del 1226% nell’ora successiva al messaggio di Taylor Swift” ha dichiarato all’epoca Vote.org. 

All’alba delle elezioni presidenziali di novembre 2024 e dati i pregressi, è evidente che gli attuali inquilini della Casa Bianca vogliano un chiaro endorsement di Taylor Swift. Un’urgenza palpabile che ha portato al contrattacco dei Repubblicani, nelle ultime settimane in fermento contro la popstar e il compagno giocatore dei Kansas City Chiefs Travis Kelce. Non sono mancate teorie cospirazioniste, secondo cui la relazione tra i due sarebbe un’operazione psicologica dello Stato orchestrata dalla National Football League e dai Democratici o che Swift sarebbe manipolata dall’imprenditore e filantropo George Soros sempre al solo scopo di favorire Biden. 

Per il momento Taylor Swift non ha abbracciato nessun candidato e i suoi addetti stampa hanno declinato diverse richieste di intervento rispetto al percorso che sta portando alle presidenziali di novembre. Tuttavia, la squadra elettorale del Presidente Biden sembra giocare in linea con la strategia della popstar: tanto i portavoce della campagna elettorale quanto quelli della Casa Bianca stanno rifiutando di commentare iniziative specifiche della cantautrice, conservando l’opportunità di ottenere senza fretta un sostegno chiave e saldo. Cosa significherà Taylor Swift per gli Stati Uniti nel 2024 è ancora da vedere, ma al momento tanto Swift quanto Biden stanno cercando di giocare il ruolo di Mastermind della politica statunitense. 

(* contributor Jefferson – Lettere sull’America, ricercatrice di storia americana)

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