di DANILO SANGUINETI
Come il generale americano Douglas Mc Arthur nelle Filippine, anche i fondatori del Santa Maria del Taro hanno mantenuto fede alla parola data e sono tornati da dove erano dovuti andare via, sloggiati non dai malvagi giapponesi, ma per esaurimento della iniziale spinta propulsiva: la squadra di pallone, un vero e proprio collante per il paesino della Alta Val Taro, la più nota frazione del comune di Tornolo, in provincia di Parma ma da sempre gravitante sul Levante.
Orgoglio di un villaggio da neppure 300 anime, era stata creata venti anni fa per aggregare le disperse forze calcistiche della zona, avendo come fulcro il campo di Giaiette in erba naturale, rimodellato e messo a norma per i campionati dilettanti della Figc. La fiammata iniziale con salita dalla Terza alla Prima Categoria aveva scatenato entusiasmo e partecipazione: i sacrifici – per esempio dover fare vere trasferte contro i semplici ‘spostamenti’ delle avversarie – l’avere il tempo contato – le condizioni climatiche dell’Appennino non sono certo quelle della costa – il dover per allenamenti e partite ufficiali appoggiarsi a impianti più vicini al livello del mare, venivano affrontati con grande abnegazione. Sul lungo periodo però la benzina, leggi mezzi, finanziamenti e soprattutto materiale umano, erano venuti a scarseggiare.
Soprattutto salendo di livello ci si era dovuti allontanare dal modello ‘squadra di paese’. Bando all’autarchia e spazio per ‘stranieri’, magari provenienti da poche decine di chilometri ma pur sempre corpi esogeni rispetto alla tradizione dei biancocelesti. Il canto del cigno era stato anche l’ultimo volo della fenice: associatosi al San Salvatore per avere una base a Cogorno, il S.Maria Taro San Salvatore si era dimostrato degno della sua chilometrica designazione ed aveva conquistato nel 2010 la Promozione. Nel 2012 la bandiera doveva essere ammainata.
Nel frattempo una sezione distaccata di vecchi dirigenti e atleti tentava di tenere viva la fiamma fondando il Monte Penna e partecipava alla Terza. Coinvolto anch’esso nella crisi dei tornei ‘più puri’ insidiati dal calcio a 5 e dalle leghe non federali, anche questo secondo club gettava la spugna. Nell’ora più nera però si gettavano le sementi per la nuova fioritura. Atleti che diventavano dirigenti, tecnici che rimanevano tecnici.
Sabato 18 agosto grande festa nella piazza di Santa Maria: davanti a più di 200 persone (in pratica l’intera frazione) e al sindaco di Tornolo Maria Cristina Cardinali, la società di calcio debuttava. Presidente un ex giocatore, Roberto Cardinali, allenatore quello degli esordi, l’immancabile Ezio Bergamo, che era stato a bordo campo anche per guidare il Monte Penna. Il calcio per rilanciare il paese, il paese per restituire un’identità alla società.
Bergamo, memoria storica e traghettatore verso il futuro: “Appena mi hanno chiamato ero già sul campo per vedere cosa c’era da fare. La notizia che il nostro vecchio terreno verrà rifatto in sintetico ci ha ‘gasati’. Con uno stadio degno di questo nome e una struttura sulla quale potremo fare calcio in ogni ora e con ogni tipo di meteo il discorso cambia radicalmente. Potremo riprenderci i giocatori della zona, chiamare a raccolta i migliori talenti della valle”.
E’ quello che si sta già facendo: “Abbiamo intenzione di allestire una formazione che rappresenti la Val di Taro, utilizzando qualche elemento esperto della vecchia gestione, qualche ragazzo che nel frattempo è cresciuto, e ricorrendo a giocatori non della valle solo in caso di estrema necessità. Ad oggi direi che abbiamo la squadra per partecipare al torneo di Terza Categoria pronta o quasi: forse dovremo prendere un portiere che assicuri ai tanti esordienti che schiereremo un minimo di tranquillità, sarà una chioccia forestiera che non debba faticare a integrarsi nel gruppo”.
L’esordio sarà tra poche settimane. “Noi stavamo lavorando per essere pronti a metà ottobre, data in origine fissata per il via al torneo di Terza. Le nuove di questi giorni ci dicono che il comitato di Chiavari potrebbe anticipare la prima giornata alla fine del mese in corso. Sicuramente per il 30 settembre la posa del sintetico sul nostro comunale non sarà ultimata, ci dispiace ma dovremo giocare un paio di partite casalinghe in campo…neutro”.
A modificare le carte in tavola l’inatteso aumento delle squadre iscritte al girone di Chiavari, in controtendenza con quanto accade nelle altre zone della regione. Saranno 13, con un’altro ritorno a sensazione, quello del Marina Giulia Chiavari. “Meglio – conclude Bergamo – perché il torneo sarà più competitivo e avvincente. L’importante è che si possa presto tornare a casa. S. Maria ha bisogno delle nostre imprese e noi abbiamo bisogno di sentire il calore della nostra gente”.
Una squadra di campanile, in ogni senso: a ogni gol dei beniamini locali i bronzi della chiesa tanta è l’esultanza dei tifosi che vibrano senza che ci sia bisogno di attaccarsi alle corde.