(r.p.l.) Effetto Covid 19, ma anche interessanti scenari per la ripartenza. Di Liguria attuale e di prospettive future della nostra regione si è parlato martedì scorso a Palazzo Ducale, nell’ambito della quarta edizione del Forum Liguria 2022 promosso da The European House Ambrosetti e dalla Regione Liguria.
Sin dal 2016, l’istituto Ambrosetti ha avviato una piattaforma di discussione e confronto tra gli attori pubblici e privati per rilanciare, attraverso progettualità concrete e una strategia di medio-lungo periodo condivisa, il modello di sviluppo del territorio ligure.
Nei giorni scorsi è stato presentato il Rapporto 2020, che parte da una considerazione di fondo, legata alla recente emergenza sanitaria. Secondo lo studio, “la Liguria, che aveva chiuso il 2019 con risultati positivi in molte variabili del proprio contesto socio-economico (solo a titolo d’esempio, il + 135% conseguito nel numero di crocieristi o il tasso di disoccupazione giovanile, sceso di 12,8 punti percentuali), si trova a dover fare i conti con la nuova emergenza da Covid-19: stimiamo una riduzione del Pil regionale di 8,7 punti percentuali per il 2020 (in una forbice compresa tra -5,7% e -11,7%), con un impatto importante per il settore turistico, che vedrà una riduzione della spesa compresa tra 1,5 e 2,0 miliardi di euro nel 2020”.
Ma, riferisce il documento, la Liguria è comunque pronta a reagire e a ripartire dagli asset strategici di cui gode il territorio e su cui si sono sviluppati i successi della regione. Restano però da seguire le linee guida che lo stesso Forum 2022 aveva già ampiamente indicato nelle scorse edizioni.
Noi di ‘Piazza Levante’ come abbiamo fatto sin dal nostro primo numero, torniamo a occuparci volentieri di questa ricerca, perché riteniamo che sia quella che meglio rappresenti che cosa occorre fare (e che cosa non bisogna invece fare) se davvero si vuole rilanciare questo territorio in tutte le sue specificità.
I tre ambiti di ripartenza
Il rapporto strategico ‘Liguria 2022’ è realizzato da The European House – Ambrosetti con il supporto di Regione Liguria e in collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo, Leonardo, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Esso Italiana, Unione degli Industriali di Savona, Gruppo Duferco, CISCO Italia, Gruppo ERG, Europam, PSA Voltri-Pra’, Gruppo Messina, Camera di Commercio di Genova, Camera di Commercio Riviere di Liguria e Ansaldo Energia.
In particolare, il team di The European House – Ambrosetti ha individuato tre ambiti per guidare la ripartenza, con importanti impatti socio-economici per l’ecosistema regionale.
- Completamento delle opere infrastrutturali, che possono mobilitare un totale di 16,5 miliardi di Euro di investimenti, con un aumento stimato del PIL regionale fino al 18% circa cumulato fino al 2030.
- Attivazione di grandi progetti per la sostenibilità e valorizzazione del patrimonio territoriale. The European House – Ambrosetti ha mappato oltre nove milioni di metri quadrati di aree suddivise tra insediamenti produttivi, a vocazione turistica o abitativa e interventi di rigenerazione urbana. La valorizzazione di questi progetti può garantire, al 2030, sessantamila occupati aggiuntivi e +4,1 miliardi di euro di valore aggiunto, equivalente a un incremento del PIL regionale pari al +1,0% annuo.
- Attuazione del modello Liguria 5.0, attraverso l’identificazione di progetti che rendano la Regione Liguria il polo innovativo di riferimento nazionale (e a tendere europeo) specializzato per le soluzioni, tecnologie e prodotti per la sostenibilità e la resilienza del territorio e delle persone, con un ecosistema territoriale dell’innovazione integrato e sviluppato nelle sue componenti (ricerca, finanza, imprese e istituzioni di supporto), puntando sugli asset tecnologici che la Regione ha a disposizione.
Gli indicatori sono positivi, ma occorre impegno
Secondo gli estensori dello studio, la Liguria registra un miglioramento o ha un posizionamento stabile nel 69,5% degli indicatori presi in considerazione nel Tableau de Bord redatto dai consulenti di The European House – Ambrosetti e, nel complesso, si posiziona tra le prime tre Regioni italiane in 13 indicatori su 59.
In particolare, nel blocco dei ‘Macro-obiettivi’ la Liguria registra un miglioramento in due su tre indicatori monitorati (PIL pro-capite; Popolazione giovane; Soddisfazione per la propria vita); nelle 7 ‘dimensioni chiave’ per lo sviluppo della Liguria, che influenzano l’andamento dei macro-obiettivi, mostra miglioramenti specifici in: 5 indicatori su 8 della dimensione Trasporti e Infrastrutture; 7 indicatori su 8 della dimensione Turismo e Cultura; 4 indicatori su 8 della dimensione Struttura produttiva; 7 indicatori su 8 della dimensione Lavoro e Formazione; 4 indicatori su 8 della dimensione Innovazione e Ricerca; 2 indicatori su 8 della dimensione Salute e Sociale; 4 indicatori su 8 della dimensione Ambiente e Territorio.
Alcuni indicatori chiave di prestazione mostrano inoltre una posizione di vantaggio della Liguria rispetto alla media nazionale: la quota di imprese dell’Economia del Mare in Liguria è quasi pari al triplo del valore nazionale (9,4% vs. 3,3%); la spesa dei turisti stranieri in Liguria (1.556 euro per abitante) è doppia rispetto al dato italiano (734 euro per abitante); la quota di valore aggiunto del settore high-tech sulla manifattura è pari al 58,2% e supera di 17,7 punti percentuali il valore nazionale.
L’impatto della pandemia
All’interno di questo contesto di sviluppo del territorio ligure, si è inserita, a partire dal 21 febbraio 2020, la pandemia Covid-19, una delle più gravi crisi sanitarie (e socio-economiche) della storia italiana recente, come ricorda il rapporto.
L’emergenza Coronavirus e la crisi che colpirà l’intero territorio nazionale presentano alcune distintività che caratterizzano gli impatti sul contesto socio-economico della Regione, di cui è possibile effettuare alcune stime previsionali.
- Il PIL della Regione subirà una contrazione pari a -8,7% per il 2020 all’interno di una forbice tra -5,7% e -11,7%, denotando una maggiore resilienza del sistema ligure rispetto all’Italia (con una contrazione prevista del -9,1%) e al Nord Ovest (-9,3%).
- La resilienza della Regione Liguria si evidenzia nonostante la crisi sanitaria ed economica impatti primariamente le filiere strategiche regionali:
- riduzione tra -5,4 e -3,4 milioni di turisti attesi nel 2020, con conseguente perdita stimata di spesa turistica tra -0,5 e -1,0 miliardi di euro;
- contrazione del Valore Aggiunto legato all’Economia del Mare stimata tra – 1,9 e -2,8 miliardi di euro, suddivisi tra impatto diretto (-0,7 e -1,0 miliardi di euro, con un calo del -13%/-18%) e indiretto (-1,2 e -1,8 miliardi di euro).
- Il calo del Valore Aggiunto avrà impatti rilevanti sull’occupazione: si stima che, senza una solida politica di protezione sociale a tutela dell’occupazione, il 13,7% degli occupati (95.000) sia a rischio. Tuttavia, la maggiore resilienza del territorio, già mostrata per il calo del Valore Aggiunto, si evidenzia anche dall’occupazione: in Italia, senza misure di protezione sociale, gli occupati a rischio sono il 14,2%.
- Grazie alla struttura dell’economia anticiclica del territorio, l’export è cresciuto di quasi il 40% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainato dalla crescita del commercio dei mezzi di trasporto. Proprio per questa caratteristica intrinseca, si prevede un calo contenuto dell’export pari al 4,7% entro fino anno, rispetto a una caduta maggiore attesa per l’Italia (-17,2%).
- In assenza di una seconda ondata di ritorno in autunno, si prevede un ‘rimbalzo’ del PIL della Regione Liguria pari al 4,1% nel 2021, contro un aumento del 4,6% per l’Italia.
Rimangono alcuni punti di attenzione, relativamente ad alcuni indicatori che posizionano la Regione al di sotto della media italiana oppure che mostrano segnali di peggioramento rispetto all’anno precedente, tra cui la spesa in Ricerca & Sviluppo, che ha registrato il peggior calo tra le Regioni italiane (-7,2%) e i TEU movimentati, che sono diminuiti dell’1,9%, nonostante la Liguria confermi il suo primato nella classifica regionale.
Il bisogno di sempre maggiore sostenibilità
Alla luce della crescente attenzione ai temi di sostenibilità, confermati dalla definizione dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, l’Italia ha istituito la ‘Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile’ composta dalle cosiddette 5P (Persone; Pianeta; Prosperità; Pace; Partnership) declinate in diverse scelte strategiche, con l’obiettivo di declinare a livello regionale i principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
L’analisi del posizionamento della Liguria lungo le direttrici della sostenibilità ha consentito di individuare i principali punti di debolezza dell’ecosistema ligure che si dividono in fattori di shock (minacce acute e in grado di causare eventi potenzialmente molto dannosi e catastrofici) e fattori di stress (minacce croniche, insiste nelle dinamiche culturali e socio-demografiche del territorio).
Tra i principali fattori di shock per la Liguria si segnala la resilienza del territorio che si caratterizza per:
− rischio frane: il 5,8% le famiglie sono esposte a pericolosità da frana elevata e molto elevata in Liguria (terza Regione in Italia);
− rischio di alluvione: la popolazione in aree a pericolosità idraulica media equivale al 17,5% del totale, seconda solo a Toscana (26,0%) ed Emilia-Romagna (63,7%);
− carenza infrastrutturale: nonostante la ricca dotazione di infrastrutture, la rete ferroviaria e autostradale della Liguria risulta sovraccarica rispetto alle esigenze di utilizzo e necessita di un piano di investimenti decisivo sia per una accelerazione nel completamento delle opere infrastrutturali strategiche, sia per promuovere un decisivo piano di ammodernamento.
Tra i principali elementi di stress per il territorio ligure si segnala:
− dinamiche demografiche: la Liguria è la Regione italiana più ‘anziana’ con un’età media pari a 49 anni e un trend di de-popolamento più accentuato rispetto alle altre parti d’Italia;
− mercato del lavoro: la percentuale di giovani che non lavorano e non studiano (i cosiddetti NEET) è del 17,8%, il più alto valore del Nord Italia;
− servizi di mobilità: i cittadini liguri dedicano circa 81 minuti in un giorno feriale medio alla mobilità, il secondo valore più alto in Italia dopo il Lazio (88 minuti).
Alla luce dei principali fattori di shock e di stress per la Liguria, che saranno ulteriormente acuiti con l’emergenza Covid-19, il Think Tank ‘Liguria 2022’ ha messo a punto un modello metodologico per affrontare le principali sfide di sostenibilità in chiave strategica. Si tratta di un nuovo modello di pensare e interpretare la società, essenzialmente fondato sul contributo positivo dell’innovazione e della tecnologia alla crescita socio-economica e culturale.
The European House – Ambrosetti raccomanda l’adozione del modello Liguria 5.0 che costituisca il paradigma alla base del lancio di un New Deal per lo sviluppo di medio-lungo periodo della Regione Liguria puntando sulla realizzazione di protocolli d’intesa e partnership pubblico-privato che consentano di allocare maggiori investimenti nei domini tecnologici prioritari.
L’opinione di Valerio De Molli, CEO di Ambrosetti
Secondo Valerio De Molli, CEO e Managing Partner di The European House – Ambrosetti, “la Liguria è pronta a reagire. Il territorio ligure risulta tra i più esposti in Italia a dissesti idrogeologici e a danni determinati dal maltempo che ogni anno sono causa di ingenti danni, soprattutto alle infrastrutture regionali. Il 14 agosto 2018, inoltre, il crollo del Ponte di Genova ha sconvolto il Paese, provocando la morte di 43 persone. Per quanto riguarda la ricostruzione a tempi record del Ponte, possiamo certamente essere orgogliosi e celebrare il fatto che il Ponte è diventato il simbolo della rinascita, ricostruito in tempi record da aziende simbolo del ‘saper fare’ italiano. Il Nuovo Ponte di Genova non ripagherà mai le vite umane perse, ma ci ricorderà per sempre quanto è importante, oggi, investire nella protezione dei nostri territori e quanto gli italiani – e i cittadini liguri in particolare – siano resilienti di fronte alle difficoltà”.