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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Il futuro del Torriglia

Invece di cercare nuovi modelli gestionali più efficienti, si cerca la strada dell’immobiliare per risanare il tutto: ma li avete fatti bene i conti?
La Casa di Riposo Pietro Torriglia a Chiavari
La Casa di Riposo Pietro Torriglia a Chiavari
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(r.p.l.) Da notizie di stampa apprendiamo che il Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo Pietro Torriglia avrebbe lanciato un progetto di spostamento del ricovero in area vicina, sempre di proprietà dell’Ente: l’area dei vecchi cantierini che si affaccia sul sovrappasso in fondo a corso Buenos Aires, già destinata dal PUC a sviluppo residenziale per circa 2200 mq.

La decisione sarebbe motivata dalla sempre più grave inadeguatezza dell’edificio storico a svolgere in maniera efficiente e rispondente agli standard attuali il servizio di assistenza e ricovero degli oltre 60 anziani ospiti della struttura. Elevati costi di gestione, a partire dal riscaldamento, impossibilità di apportare modifiche funzionali alla struttura perché sottoposta a vincolo da parte della Sovrintendenza, carenze di spazio avrebbero indotto gli amministratori a pensare alla realizzazione di un nuovo edificio.

L’idea non è nuova. Già una decina di anni fa o forse più era stato affidato all’architetto Prof. Bona il compito di progettare una nuova struttura, in quel caso nella piana prospiciente l’edificio storico. Del progetto non si fece poi nulla per ragioni di costi di realizzazione troppo elevati, non finanziabili da parte dell’Ente.

A quanto risulta, sempre da notizie di stampa, il Comune di Chiavari, che esprime la maggioranza dei consiglieri di amministrazione del Torriglia (gli altri li nomina la Società Economica) sarebbe favorevole al progetto perché come dichiarato dal Sindaco Messuti si potrebbero prendere due piccioni con una fava: da una parte un nuovo ricovero più moderno ed efficiente, dall’altra una struttura alberghiera nuova da realizzarsi nel vecchio edificio che a questo scopo verrebbe adibito.

Che dire?

Francamente difficile esprimersi senza conoscere nel dettaglio gli elementi fondamentali del progetto.

L’annuncio del Torriglia conferma il perdurare di un grave deficit gestionale del ricovero che si aggira tra i 200 e i 300 mila euro l’anno. I proventi dell’ingente patrimonio immobiliare dell’Ente non sono sufficienti a compensare le perdite di gestione del servizio di assistenza, anche perché è costosa la manutenzione del patrimonio immobiliare a partire dalla Collina delle Grazie con tutti i suoi problemi.

In tutti questi anni gli amministratori dell’Ente non sono stati capaci di risolvere il problema anche perché, lo diciamo con rispetto, oggi non si possono più mandare ad amministrare enti di questo tipo avvocati, geometri, medici ecc., tutti cittadini senz’altro volenterosi ma spesso privi di qualsiasi capacità manageriale. Le attività di questo tipo e il raggiungimento dell’equilibrio economico delle stesse sono un mestiere difficile che non può essere affidato a sia pur meritevoli volontari.

E così, ma non è la prima volta che lo si ripete, invece di cercare nuovi modelli gestionali più efficienti, si cerca la strada dell’immobiliare per risanare il tutto.

Si dice che ci vogliano almeno 4 milioni di euro per realizzare la nuova struttura nella sede prevista; e potrebbero non bastare, sia perché queste strutture per rispondere ai parametri indispensabili per l’accreditamento regionale risultano molto costose da costruire, sia  perché il terreno prescelto è complesso anche dal punto di visto idrogeologico; e ciò è indirettamente testimoniato dal fatto che quando è andato in gara per la vendita ad un prezzo che, se non ricordiamo male, era intorno ai 2 milioni di euro, nessuno si è presentato.

Il rischio è che di nuovo i soldi non bastino. Chi sarà disponibile a investire in un albergo con non moltissime camere i 4/5 milioni che servono per consentire al Torriglia di realizzare il nuovo edificio più i molti milioni che saranno necessari per rendere la struttura un albergo di lusso, con tutti i vincoli attuali che di certo non spariranno con un cambio di proprietà?

Li avete fatti bene i conti? C’è il rischio, anche questa volta, che non si vada da nessuna parte.

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