di VIRGINIA ZUPPINGER *
Il territorio della Liguria, e, nello specifico, il Tigullio, presenta una caratteristica davvero particolare: pochi chilometri dividono il mare dalle montagne.
Purtroppo, però, la tradizionale rappresentazione turistica delle nostre zone è, quasi sempre, relegata alle bellissime coste e non riguarda mai l’entroterra appenninico altrettanto ricco di aree ad alto valore naturalistico e antropico.
Eppure, come già evidenziato nel precedente articolo di ‘Piazza Levante’, esiste un’antica e millenaria rete di sentieri che collegano la costa con i monti dell’Appennino.
L’esperienza delle ippovie ‘Mare-Monti’, realizzata dal maneggio Cavalli & Natura di Santo Stefano D’Aveto, è nata proprio dall’idea di rintracciare e ritracciare quegli antichi e desueti sentieri per renderli ripercorribili a cavallo e per rinnovare quel collegamento che, in un passato non molto lontano, esisteva tra la riviera e la montagna e che ha dato opportunità di crescita economica e di scambi relazionali a tutto il comprensorio chiavarese.
L’ambizioso progetto delle ippovie ha avuto bisogno di tempi lunghi caratterizzati da una fase iniziale in cui si sono individuati, sulle carte, i percorsi escursionistici per poi verificarne ‘sul campo’ l’agibilità e la percorribilità, anche attraverso la comunicazione con la ‘gente” del posto’, che ha fornito validi contributi.
Nella seconda fase si è proceduto all’organizzazione del trekking per individuare le strutture ricettive e di ristoro in grado di accogliere persone e cavalli.
Nella prima esperienza, avvenuta nell’aprile 2017, il percorso ha previsto la partenza da Rocca D’Aveto per raggiungere, in tre giorni, la località di Sestri Levante, passando per il territorio di Varese Ligure.
Nel secondo tracciato, invece, svolto nel maggio 2018, partendo sempre da Rocca D’Aveto, si è raggiunta la località di Leivi passando per l’Alta Via dei Monti Liguri e la Val Fontanabuona.
Entrambi i percorsi aprono la vista a meravigliosi orizzonti naturali, a zone di alto pregio faunistico e a nuclei rurali di incredibile bellezza, purtroppo scarsamente abitati.
Queste esperienze hanno rivalorizzato zone ad alto valore naturalistico-culturale, creando una sinergia tra una costa, già ampiamente turistica e conosciuta, e il suo entroterra spesso dimenticato, nell’ottica di un turismo alternativo, lento, a zero impatto ambientale.
La sfida futura sarà quella di trasformare queste due iniziative in un vero e proprio progetto pilota per il Tigullio.
Come? Si potrebbe, ad esempio, costituire una rete tra soggetti (privati cittadini, maneggi, B&B, Comuni, Regione, Ente Parco…) che dovrebbero concepire il locale come luogo di risorse preesistenti, di tradizioni, di radici, di usanze da difendere, rispettare e, soprattutto, diffondere a chi ancora non le conosce.
(* laureata presso l’Università di Genova in Scienze Umane dell’Ambiente, del Territorio e del Paesaggio)