di DANILO SANGUINETI
Siamo franchi: non era la Serie A1 a mancare al Camogli, era la società fondata nel 1914, vincitrice di sei scudetti, a mancare al massimo campionato di pallanuoto maschile. Cosa sarebbe una serie A senza Juve, Inter o Milan, le società che hanno fatto la storia del calcio? Camogli e la pallanuoto di alto livello sono un connubio che non può essere separato a lungo.
La vittoria nei play off di A2 e la conseguente promozione nella massima categoria sono la conseguenza logica di una rincorsa che il presidente Massimo Bozzo e i suoi uomini avevano iniziato cinque anni fa, risollevando le sorti di un club che nel torneo cadetto stava languendo da troppo tempo. Come è tradizione il traguardo è stato centrato con una buona dose di sofferenza. Il team allenato da Temellini aveva concluso al primo posto la regular season del girone Nord (63 punti, nove lunghezze di vantaggio sul Torino). Nelle semifinali play off si è sbarazzato in due sole partite dell’Olympic Roma (12-3 e 13-10), nella sfida decisiva si è trovato di fronte la Florentia, seconda classificata del girone Sud. Vittoria di misura in gara 1 al Boschetto (11-10), sconfitta inattesa a Firenze (8-10). Tutto demandato alla sfida decisiva ancora al Boschetto, due settimane fa. Vasca gremita come non si vedeva da anni, un tifo d’inferno e il Camogli che alla fine ce la fa: andato sotto 10-9, con uno scatto di reni nel quarto tempo il sette bianconero vince 13-10 e dà il via alla festa.
Il presidente Massimo Bozzo non è tra quelli che dicono che le vittorie sofferte sono le più belle: “Io sono per vincere in altra maniera, più ‘easy’. Prendiamola così, che va bene ugualmente. Una grande partita, una grande finale che fa onore alla Florenza che è stata un’avversaria leale quanto tosta. In alcuni momenti ho avuto quasi paura. Però l’orgoglio e la calma dei ragazzi hanno prevalso. È finita bene”.
Il Camogli torna in A1 dopo 11 anni. “Ho sempre detto che bisognava tornarci con il passo giusto, mai più lungo della gamba. Ad inizio stagione ho detto ai ragazzi, allo staff e ai dirigenti ‘alziamo l’asticella, proviamoci davvero’. E ce l’abbiamo fatta. Rappresenta il coronamento di un anno di lavoro importante, dopo un decennio di lotte e di qualche grossa difficoltà”.
Il Camogli aveva deciso di provarci e tutti lo davano per favorito. Il presidente sottolinea la difficoltà ulteriore. “In Italia essere favoriti non… ti favorisce. Ci aspettavano tutti e tutti davano il massimo contro di noi. Nei play off poi è sempre difficile, basta una giornata storta e sei fuori”. Arriva la dedica. “Alla mia famiglia e al gruppo di ragazzi che stanno tirando su questa società. Abbiamo avuto alcuni anni di appannamento ma adesso lentamente, perché non abbiamo grosse potenzialità, proviamo a sollevarla in alto”.
Il prossimo traguardo? “Quello di salvare la categoria. Per noi sarà come vincere uno scudetto. Mi conforta sapere che non saremo soli nel cercare un’altra impresa perché mai come quest’anno ho visto la piscina del Boschetto strapiena. Ho visto un’intera città al nostro fianco. La Camogli che ci credeva, la Camogli che ci ha spinto ed aiutato a raggiungere il risultato prefisso”.
A proposito di dedica, commovente quella che il capitano Beggiato ha voluto fare a nome dell’intera squadra: “Il pensiero va a ‘Vio’ Marciani, il grande giocatore e allenatore bianconero mancato qualche mese fa. Peccato che non ci sia a godersela lui che ha sempre avuto il cuore camoglino e che ha sempre lavorato per noi”.
Confermatissimo l’allenatore Angelo Temellini, che sta preparando la squadra per la categoria superiore. L’ex campione della Pro Recco scelto nel 2018, ha sempre portato la squadra ai play off, ed ha tenuto in forma il gruppo anche nelle due complicate stagioni ‘saltate’ causa pandemia. Caliogna e Cambiaso non rimarranno in bianconero ma in compenso arriva uno straniero di valore: Jakov Škiljić è il primo acquisto della nuova Spazio Rari Nantes Camogli. Nazionalità croata, centroboa, classe 1999. Ha giocato nel Medvescak Zagreb e Havk Mladost, mentre l’anno scorso era in Germania nel Ludwigsburg. Gran fisico, serio e pieno di entusiasmo. “Mi hanno cercato durante i play off di A2: da quel momento in avanti ho iniziato a seguire tutte le partite. Ho sofferto e gioito davanti al televisore, godendomi un grande spettacolo e ammirando una piscina e dei tifosi veramente straordinari. Ho apprezzato fin da subito il gioco dei ragazzi, l’atteggiamento del gruppo e sono rimasto incantato dalla passione che si percepiva per questi colori. Una volta capito questo ho accettato subito di venire qui. Si tratta di una squadra storica e blasonata, farò di tutto per ritagliarmi un posticino anche io nel cuore dei tifosi. Le mie caratteristiche? Sono un lottatore”. Il che lo rende automaticamente un beniamino della curva degli Ultras bianconeri. Se non lotti non sei ‘camuggin’…