di DANILO SANGUINETI
Passa un Dpcm, passa l’altro e del calcio ‘dei puri’ non si ha notizia. Professionisti avanti a velocità forsennata, la serie D (i prof dei dilettanti…) tra una sterzata e l’altra procede, dall’Eccellenza in giù non si muove foglia, anzi palla, da fine ottobre.
I tornei regionali avevano fatto in tempo a disputare quattro-cinque turni in media, neppure completi. La ripresa è una decisione che sta ancora nel grembo degli dei. Di certo si deve attendere che scada l’attuale decreto del Presidente del Consiglio – che ha vietato espressamente l’attività negli stadi per le categorie minori e per quelle giovanili – il prossimo 15 gennaio.
Si attendono le successive decisioni del Governo, consigliato dal Comitato Tecnico Scientifico; quasi nessuno pensa al via libera immediato, considerati l’andamento della curva epidemiologica e le valutazioni sulla sicurezza sanitaria annesse. In caso si decida per un’ulteriore stretta o per un via libera parziale, limitato cioè alla ripresa degli allenamenti di gruppo ma non alle partite di campionato, andranno perse altre quattro settimane. Si andrebbe quindi al 15 febbraio.
Lì sarà il momento delle decisioni definitive, perché non vi sarà tempo per ulteriori rinvii. Alcuni comitati regionali della Figc, per esempio la Lombardia, hanno fatto i loro calcoli e hanno indicato nel 7 marzo il termine ultimo, la data post quem non si farà in tempo a finire i tornei entro il 30 giugno, quando, come da norme federali, la stagione agonistica 2020-21 viene chiusa.
È vero che i professionisti nella stagione precedente hanno avuto il permesso di allungare il termine sino al 30 agosto, ma è difficile che ci sia una seconda autorizzazione, soprattutto trattandosi dei figli del calcio minore, i Dilettanti. Ipotizzando il 7 marzo come la data della ripresa, per completare i gironi eliminatori e disputare i play off e i play out servono 20 turni. Le domeniche tra il 7 marzo e il 30 giugno non bastano, quindi le ipotesi restano tre: o si utilizzano almeno 4 turni infrasettimanali, o si sfora la data limite, o si annulla una parte delle giornate, riformando il calendario e il regolamento di stagione. Tutte e tre le ipotesi appaiono difficilmente praticabili, perché stiamo parlando di giocatori che hanno quasi tutti un lavoro, o sono studenti-lavoratori o studenti universitari e hanno giorni feriali e l’estate già impegnati. Una possibile alternativa sarebbe scegliere la formula dell’eliminazione diretta, più veloce ma anche molto più ‘ingiusta’.
Al momento in tutte le società regna l’incertezza ed è arduo non farsi prendere dallo sconforto. Si tenta di resistere aggrappandosi ai valori, come fa la Sammargheritese 1903 con questo messaggio di Natale. “In questo anno difficile che tanto ci ha messo alla prova e tanto ci ha insegnato, non ci siamo mai arresi nè tantomeno abbiamo fermato le nostre attività, salvaguardando la salute dei nostri ragazzi e mettendo sempre in risalto l’amore, la passione e la voglia di calcio che non ha abbandonato né loro né noi. Sotto stretta osservanza dei Dpcm, anche sotto le festività natalizie abbiamo continuato la programmazione della nostra attività di base e di tutto il settore giovanile arancione, nonché della nostra prima squadra, a riprova della serietà, della professionalità e competenza di tutti i nostri tecnici, dirigenti e ciascun componente della nostra società. Questo il nostro impegno anche per il nuovo anno, con l’augurio che sia per tutti più felice e sereno di quello che sta volgendo al termine!”.
Un messaggio positivo che si spera possa trovare risposta sabato 9 gennaio, quando a Genova si terrà l’assemblea ordinaria elettiva del Comitato Regionale della Lega Nazionale Dilettanti della Figc. A quattro anni dalla sua prima elezione, il presidente Giulio Ivaldi si ricandida e ripropone la sua squadra che è composta da Giovanni Pampana, Giovanni Balestrino, Umberto Baria (Rivamba), Danilo Friscione, Giorgio Giuffra, Nicola Massa e Franco Rebella. Il presidente uscente ci crede: “Possiamo terminare i campionati entro il 30 giugno, abbiamo accumulato un’esperienza quadriennale che metteremo a frutto per uscire al più presto e il meglio possibile da questa emergenza di carattere mai visto e di portata epocale. Possiamo farcela”.