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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Il 5G preoccupa e fa anche discutere: a Levante molte amministrazioni bloccano l’aumento dei campi elettromagnetici

La doccia fredda è arrivata dal Governo il 25 giugno, quando l’emendamento al ‘decreto coesione’ è stato approvato in commissione bilancio del Senato, e ‘scavalca’ i regolamenti comunali
L'installazione delle antenne 5G sta facendo molto discutere
L'installazione delle antenne 5G sta facendo molto discutere
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di ROSA CAPPATO

Resta alta l’attenzione sull’installazione di nuovi impianti di telecomunicazioni. L’imminente 5G è fonte di discussione e confronto su diversi tavoli e molti sindaci hanno già da tempo levato gli scudi. In Italia, Messina e Reggio Calabria sono i due Comuni più grandi contro il 5G, battaglia avviata nel 2019 e non si contano le ordinanze sindacali e le delibere di consiglio comunale volte a bloccare l’installazione di queste reti. 

Anche la Liguria vede molti primi cittadini riflettere sulle emissioni elettromagnetiche del 5G e nel Levante ci sono ad esempio Casarza, Chiavari, Carasco, Moneglia, San Colombano, ma anche Santo Stefano d’Aveto, Camogli, Lavagna, Cogorno, Leivi, Ne, Bogliasco, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Sestri Levante e Pieve Ligure che, in linea precauzionale, hanno vietato ‘qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici’. La doccia fredda è arrivata dal Governo il 25 giugno, quando l’emendamento al ‘decreto coesione’ (in fase di conversione in legge- testo definitivo previsto oggi 4 luglio da convertire entro il 6) è stato approvato in commissione bilancio del Senato, documento che ‘scavalca’ i regolamenti comunali nei territori individuati come ‘aree bianche’ (le aree di scarso interesse da parte degli operatori e su cui interviene lo Stato). 

Il Governo ha posto la questione di fiducia sul decreto, già votato al Senato, e passato alla Camera con le stesse condizioni. Tra i numerosi comitati ‘LiguriaAmbienteSalute’ e ‘LevanteStop5G’ sono in prima linea. Anna Pettinaroli (LevanteStop5G e vicepresidente Comilva), Stefano Gandus (medico-chirurgo, specialista in Pediatria ed Oncologia a Genova), e l’avvocato Giuseppe Teodoro (Associazione Amica Ecoland) da alcuni mesi portano avanti un’intensa attività di confronto con le istituzioni del territorio, dai sindaci del Levante ad Anci e Regione e sono riusciti ad arrivare fino ad avere un’audizione a Roma. 

La possibilità di esautorare i Comuni ha aumentato le preoccupazioni sulla salute dei cittadini. Già perché sul 5G l’opinione pubblica resta divisa. Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, sui limiti di esposizione della popolazione, indica come principale fonte normativa, la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 luglio 1999, che definisce i livelli per i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Si stabilisce, ad esempio il livello per un forno a microonde (2,3-2,4 GHz), pari a 61 V/m. I limiti riportati dalla Raccomandazione europea derivano da studi scientifici della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), risultati pubblicati nel 1998 e aggiornati nel mese di marzo 2020. Si lascia la facoltà agli Stati membri di definire dei livelli di protezione più elevati di quelli proposti. 

In Italia il DpCM dell’8 luglio 2003 ha definito per le antenne tre diversi limiti: ‘limite di esposizione’, ‘valore di attenzione’ e ‘obiettivo di qualità’. Sulle competenze è attribuita allo Stato la funzione di determinare i limiti di esposizione, mentre si demanda ai Comuni la competenza di pianificazione urbanistica degli impianti. Il 25 giugno si è tenuto un tavolo tecnico di Anci Liguria sull’inquinamento elettromagnetico con i sindaci, la Regione, Arpal, A.Li.Sa., Asl3 e il Difensore civico. Si redigerà ora un documento tecnico per i Comuni in materia di emissioni ed inquinamento elettromagnetico.

Per il dottor Gandus, la progressiva marcia dell’aumento all’esposizione alle radiazioni dei campi elettromagnetici sino al 5G rappresenta un mix di imprudenza e mancata conoscenza dei danni alla salute sulle persone e sull’intera Natura. “Qualsiasi ricercatore, medico, biologo o altro, dotato di coscienza professionale – commenta – dovrebbe sapere che esistono ormai migliaia di pubblicazioni scientifiche che spiegano perché il Campo Elettromagnetico Artificiale creato dall’uomo, abbia creato sempre più danni alla nostra salute, i più temibili dei quali sono in campo oncologico: parliamo di tumori”. E spiega: “I Campi Elettromagnetici Naturali, emessi a bassissima intensità dalla Terra e dai Sistemi Biologici viventi, non sono solo benefici, ma regolano tutti i processi vitali. Il nostro cuore e cervello sono sistemi bioelettrici, gli animali migrano, gli insetti si riproducono, le piante si scambiano segnali grazie a questi delicati segnali e via così. Purtroppo l’ingresso di Campi Artificiali a bassa frequenza (cavi elettrici, lampade, elettrodomestici), ad alta frequenza (antenne radio e TV, Wi-Fi, router, smartphones, cellulari, Bluetooths, ecc) e bassa frequenza ma alta intensità (elettrodotti, linee elettriche, trasformatori) ha saturato il pianeta. Nei paesi industrializzati il livello di Radiazioni Radiofrequenza calcolato tra il 1985 ed il 2005 è aumentato di 5000 volte. Quindi stiamo assistendo ad un proliferare eccessivo di radiazioni che alterano l’equilibrio bioelettrico del nostro corpo, dagli organi alle singole cellule dove risiedono elementi sensibili alle radiazioni, come Sodio, Potassio, Magnesio, Rame ed in particolare l’Ossigeno che viene ostacolato nella sua diffusione all’Emoglogina dei globuli rossi del sangue. Ma gli effetti più devastanti sono sul Nucleo, sede delle informazioni genetiche dei cromosomi, dove i delicati filamenti cromatinici oscillano al passaggio delle onde elettromagnetiche, frammentandosi, creando traslocazioni e mutazioni puntiformi. È proprio l’instabilità di queste zone nucleari della cellula che può così creare danni alla riproduzione cellulare, aprendo la strada ai Tumori”.

Gandus traccia il lungo elenco delle patologie correlate e sottolinea quanto tutto ciò: “sia documentato da un enorme numero di studi scientifici indipendenti o di gruppi di ricercatori come l’Istituto Ramazzini, Bioinitiative.org, Alleanza contro il Cancro del Ministero della Salute o l’Appello Internazionale Stop al 5G nella Terra e nello Spazio, firmato da 200 scienziati di tutto il mondo, ma anche commissionati da Fondi Pubblici come lo IARC (Ag.Internaz.per la ricerca sul Cancro dell’OMS), il National Toxicology programm americano, lo SCHEER (Comitato Scientifico sui rischi sanitari ambientali della Comunità Europea). “Con l’entrata in vigore della legge per il mercato e la concorrenza 30/12/2023 l’aumento dei limiti di esposizione ai Campi elettromagnetici da 6 è passata a 15V/m (un incremento del 150% !)”. Invocando al Principio di Precauzione del Trattato Europeo, alla base della legge 22/2/2001 sulla Protezione dalle esposizione a Campi Elettromagnetici chiude: “Non si chiede di fermare il progresso tecnologico ma di frenare e rivedere le cose alla luce di un’onesta valutazione tra vantaggi economici/danni alla salute”.

Tra i più convinti e di tutt’altra opinione c’è invece Alessandro Polichetti del Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale Istituto Superiore di Sanità, Roma. In un’Audizione del 26 febbraio 2019 alla Camera dei Deputati – IX Commissione permanente (Trasporti, poste e telecomunicazioni) in merito all’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie con particolare riguardo alla transizione verso il 5G, ha riferito che tali tecnologie non sono pericolose. Nella lunga disamina pubblicata, gli effetti sanitari dei campi elettromagnetici sono stati da lui suddivisi in ‘effetti a breve termine’ ed ‘effetti a lungo termine’: “Il valore di attenzione previsto dalla normativa italiana è misura di cautela nei confronti di eventuali effetti a lungo termine”. E ancora: “Uno degli aspetti di particolare novità 5G è il suo utilizzo, per la quale saranno utilizzate onde a frequenze comprese nella banda 24-28 GHz, molto vicina a quella delle ‘onde millimetriche’ (30-300 GHz). Onde elettromagnetiche di così elevata frequenza, durante la loro propagazione, non riescono a penetrare attraverso edifici e vengono facilmente assorbite dalla pioggia e dalle foglie… Le onde millimetriche sono riflesse o assorbite solo superficialmente a livello della pelle, senza quindi penetrare all’interno del corpo. D’altra parte, le conoscenze scientifiche sugli effetti a lungo termine delle onde millimetriche provengono da un numero di studi molto più limitato rispetto alle frequenze attualmente utilizzate in quanto le applicazioni sono finora state più rare”. Circa i tumori così ha riferito:“Un gruppo di lavoro presso la IARC ha classificato l’evidenza epidemiologica per il glioma e il neurinoma acustico come ‘limitata’ e perciò ha valutato i campi RF come un possibile cancerogeno per l’uomo. Sulla base degli studi pubblicati successivamente (aggiornamento dello studio di coorte danese, ulteriori studi caso-controllo su telefoni mobili e tumori cerebrali nei bambini e negli adolescenti, le analisi di consistenza dei tassi di incidenza dei tumori cerebrali utilizzando dati dei paesi nordici e degli USA), l’evidenza per il glioma è diventata più debole.” 

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