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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

‘I suoi occhi’ di Bozorg ‘Alavi: cosa c’è dietro a una misteriosa signora ritratta da un pittore iraniano. Un romanzo riuscito

Come sempre capita, il libro permette varie letture. La terza di copertina sottolinea la maestria dell’autore nel seguire, descrivere, analizzare il sentimento amoroso dal punto di vista femminile
Bozorg ‘Alavi ha scritto uno dei libri più venduti lo scorso anno
Bozorg ‘Alavi ha scritto uno dei libri più venduti lo scorso anno
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di SANDRO FRERA *

‘I suoi occhi’ di Bozorg ‘Alavi è stato uno dei libri più venduti lo scorso anno. Il romanzo è la storia di una misteriosa signora ritratta da un famoso pittore iraniano.

Fino alla confessione della signora, nessuno sapeva con certezza chi il pittore avesse voluto dipingere. La sua lunga confessione svela gli antefatti e i fatti che portarono il pittore alla necessità di quel ritratto.

Chi raccoglie quelle parole è il direttore della scuola/museo che accoglie le opere del famoso pittore. Tutto avviene nel ricco salotto della signora stessa, nota solo col soprannome Farangis, che quindi assurge a indiscussa protagonista del racconto.

Come sempre capita il romanzo permette varie letture. La terza di copertina sottolinea la maestria di ‘Alavi nel seguire, descrivere, analizzare il sentimento amoroso dal punto di vista femminile.

Personalmente ho apprezzato maggiormente il quadro complessivo della società iraniana prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale.

La figura dell’imperterrito spasimante della signora Farangis, prima giovane Colonnello del regime, distaccato a Parigi e poi potente Capo della Polizia dello Shat mi è risultata di gran lunga più interessante.

Il suo distacco intellettuale dal sistema di potere servendolo solo quel tanto utile ad arricchirsi (cosi da garantirsi una vecchiaia all’estero), la sua freddezza nell’analisi di una situazione politica che lo scoppio della guerra avrebbe presto reso insostenibile, il suo coraggio e abilità nel “salvare il salvabile” (salva sia il padre della protagonista che il famoso pittore convertendo le loro pene in esilio dalla capitale – il confino di fascista memoria) permette di comprendere meglio quella realtà.

La sua figura nelle ultime settanta pagine del romanzo (che sono le migliori – prima ci va un po’ di pazienza) si lega, ovvio, a quella della bellissima e intelligente Farangis nel dipingere una società nella quale la classe dirigente a fronte dei propri privilegi chiude occhi ed orecchie di fronte ai soprusi del despota.

Da questo punto di vista la storia del dipinto e del grande pittore Makan, di cui la protagonista si innamora perdutamente in maniera adolescenziale, sono di minore interesse: la rete dei poveri studenti, capeggiati per l’appunto dal grande pittore, che con volantini e proclami cerca di far vacillare il regime mi è parsa tratteggiata con una certa sufficienza, quel tanto che serviva a svolgere il compito principale che Borzog ‘Alavi si prefiggeva: tramite la storia della vita della Farangis dipingere la buona società iraniana di quegli anni.

Una società nella quale chi poteva mandava i propri figli a studiare e a vivere all’estero, come peraltro era capitato ad ‘Alavi stesso: studi e vita in Germania, mantenendo con la madre patria un forte coinvolgimento emotivo e politico, tanto da organizzare nel 1946 insieme ad altri il primo Congresso degli scrittori iraniani.

Sembrerebbe questa una attitudine simile a tutte le classi abbienti delle regioni sottosviluppate: vivere quelle regioni quel tanto che serve a mantenere i loro privilegi e scapparne per poter sfruttare la ricchezza cosi acquisita. Un atteggiamento che non può che definirsi predatorio.

Un capitolo a parte merita la lingua e la struttura del linguaggio con cui si esprime il narratore. Detto che tutti i personaggi del romanzo facevano parte della stessa cerchia sociale e che quindi ‘Alavi non abbia dovuto caratterizzare il linguaggio dell’uno rispetto all’altro, ciò che colpisce un lettore occidentale è la frequente fioritura delle metafore e dei paragoni. Una lingua calda, avvolgente, partecipe, il cui unico difetto (ma comprensibile dato l’argomento) è l’assoluta mancanza di ironia o umorismo.

Detto tutto questo, portando pazienza durante il lungo racconto della giovinezza della protagonista, il romanzo merita il successo che le vendite dello scorso anno testimoniano.

(* ideatore e promotore del progetto ‘Prima i lettori’)

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