Sabato 13 aprile presso la sede di Wylab in via Gagliardo a Chiavari si è tenuta, con grande successo, la fase conclusiva del contest per start-up innovative ‘Liguria crea impresa’.
Una giornata densa di lavoro alla quale hanno partecipato, oltre alle nove aspiranti start-up ammesse alla finalissima (tre per il settore Ambiente, tre per il settore Food e Turismo e tre per la Blue Economy), eminenti invitati tra i quali il Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini, il presidente della Società Economica di Chiavari Francesco Bruzzo, il Presidente dell’Ascom di Chiavari Giampaolo Roggero, il sindaco di Sestri Levante Valentina Ghio, i rappresentanti della civica amministrazione chiavarese e molti importanti imprenditori liguri coinvolti in giuria e nell’attività di affiancamento alle start-up, quali Edoardo Garrone, presidente di Erg, Stefano Messina, presidente di Messina Group, e Antonio Gozzi, CEO di Duferco e fondatore di Wylab.
Si è arrivati alla terza edizione di questa manifestazione, nata nel 2017 con il nome di ‘Chiavari crea impresa’, divenuta nel 2018 ‘Tigullio crea impresa’ e infine ‘Liguria crea impresa’ nel 2019.
Gli organizzatori, con molta ambizione, hanno ritenuto quest’anno di dover lanciare un messaggio all’intera Regione, alla sua università, ai giovani aspiranti imprenditori che hanno risposto con entusiasmo (quasi 100 le candidature) alla ‘call for ideas’ lanciata nel marzo scorso.
Vittoria Gozzi e il suo staff sono riusciti, ancora una volta, a coinvolgere la comunità ligure in uno sforzo di positività e di speranza per il futuro.
Nonostante le difficoltà e le calamità di un anno difficilissimo, tra il crollo del Ponte Morandi e la tremenda mareggiata che ha colpito il Tigullio occidentale, e il perdurare di un contesto economico regionale declinante, da ‘Liguria crea impresa’ viene un segnale di forte vitalità da parte dei nostri giovani.
Molte cose colpiscono di questa edizione. Innanzitutto l’abbassamento dell’età media dei giovani aspiranti imprenditori rispetto a quella degli anni precedenti.
Si tratta, in molti casi, di ragazzi laureati da poco che attraverso la forza e la novità delle loro idee cercano percorsi volti non tanto a centrare il business del secolo (come vuole una stupida vulgata del sogno di Silicon Valley) ma, molto più concretamente, alla creazione di impresa e di lavoro dal momento che qui il lavoro per loro non c’è.
Sabato scorso a Wylab le forze più fresche e migliori delle giovani generazioni liguri, nel solco di una tradizione antica della gente della nostra regione, rimboccandosi le maniche senza piagnistei, con umiltà ma anche con tanta determinazione, ci hanno mostrato che la convinzione e l’impegno individuali e l’autoimprenditorialità sono gli strumenti migliori per crearsi un futuro e per rispondere alle avversità.
Identico messaggio è risuonato nella straordinaria ‘lezione di marketing romagnolo’ tenuta da Paolo Cevoli all’Auditorum di Chiavari nell’intervallo dei lavori della giornata. Tra il serio e il faceto, l’imprenditore ‘con l’hobby del cabaret’ ha spiegato agli startupper e al folto pubblico presente in sala la ricetta della sopravvivenza. C’è stata comunanza di visione su un’idea di innovazione.
Un’innovazione cercata con intelligenza e tenacia e con una forte sensibilità verso la tutela dell’ambiente, la sostenibilità e la valorizzazione delle risorse del territorio, dal paesaggio e dalle sue bellezze nascoste, agli orti, a un turismo sempre più ecocompatibile, agli antichi mestieri, al pesce azzurro che ha un valore commerciale sempre più basso e invece è una ricchezza enorme.
Un modo di fare impresa senza dimenticare chi si è e da dove si viene, e che cerca di radicarsi sul territorio, per non far migrare un capitale umano ben formato dai nostri licei che troppo spesso è costretto a scappare per sfuggire alla disoccupazione.
Di grande importanza nella sessione pomeridiana è stata la testimonianza di uomini di finanza e di gestione di fondi di venture capital, che hanno spiegato quali sono le regole secondo le quali si investe, o non si investe, in start-up.
Per un giorno Chiavari, grazie a Wylab e al suo lavoro, è stata la capitale ligure dell’innovazione e dell’imprenditorialtà.
Con grande apertura e generosità genovesi e milanesi sono venuti nella nostra città per lavorare da noi, e non viceversa come di solito avviene.
Sono venuti perché apprezzano e sostengono la qualità del lavoro di Wylab, i suoi progetti, il suo team.
Un’iniziativa, quella dell’incubatore di Chiavari, totalmente privata, senza alcun sostegno pubblico, che indica un potenziale ruolo e vocazione di una città che, perse alcune sue funzioni avanzate (il Tribunale prima di tutte) stenta a disegnare un futuro per se stessa e per i suoi giovani al di là del piccolo cabotaggio.
Anche in questo caso la presenza attenta a tutti i lavori della giornata del Presidente della Società Economica è sembrata legare il passato e il futuro della città, confermando la centralità e il prestigio dell’Istituzione che dal 1791 tiene per mano i destini economici e culturali di Chiavari.
Non ha trovato purtroppo il tempo di presenziare all’evento il Sindaco di Chiavari, che pure aveva dato il patrocinio e annunciato la sua presenza.