
di ALBERTO BRUZZONE
Primi anni Sessanta, a Milano. Ci siamo di nuovo, un pizzico prima, ma ci siamo di nuovo. Evidentemente Sandro Antonini deve conoscere molto bene, e ricordare altrettanto bene, le pulsioni, lo slancio, le vicende, gli ambienti e la vita del capoluogo lombardo, in questo particolare periodo storico.
Perché è proprio qui – nel cuore produttivo d’Italia, nel momento di maggior subbuglio sia sociale che civile che industriale e lavorativo – che lo scrittore e storico di Sestri Levante ritorna, e fa ritornare i suoi lettori, dopo il buon successo del suo primo romanzo, ‘Il pappagallo rosso – 1968: Delitti a Milano’.
Stessa spiaggia, stesso mare: sia per lo sfondo che per l’editore, la chiavarese Internòs di Goffredo ed Ester Feretto, che ormai si è guadagnata fiducia e passione, da parte del prolifico Antonini, e se lo custodisce caramente.
Quello che cambiano sono la trama, naturalmente, e il genere: perché se nel ‘Pappagallo rosso’ faceva il suo esordio sulle scene il commissario di origini veneziane Giuseppe Foscari, chiamato a risolvere un intricato giallo, in questo caso siamo di fronte a un romanzo più corale, a una storia di gioventù, a una vicenda tra il dark e il nichilista, che potrebbe tanto esser immaginata pure sulle strisce di un fumetto (non per caso, forse, nella Milano di quegli anni è attualmente ambientata la serie ‘Cani sciolti’, della Sergio Bonelli Editore).
‘La luce sporca’, questo è il titolo del romanzo, fu scritto in prima persona oltre trent’anni fa, quindi rimase in un cassetto e, ogni tanto, rivisto, sino alla stesura definitiva nel corso del 2019. Come in una ballata di Springsteen, anche qui i protagonisti, dopo aver compiuto una parabola esistenziale non troppo lunga ma comunque costellata di esperienze significative, sembrano aver perduto ideali e fiducia nel prossimo.
Con la sua penna, Antonini è molto bravo a tratteggiare delusioni e disillusioni, tristezze e disincanto, dimostrando, ancora una volta, di esser molto abile a passare tra i più disparati registri: dall’asciuttezza e il rigore dello storico (spesso ancor più rigoroso rispetto a chi lo storico lo fa come unico mestiere) allo stile più ricco e ridondante del narratore (senza però mai esagerare).
Milano cambia e cresce, si muove e si sviluppa: ciò che non cresce, non cambia e non si sviluppa mai è lo spirito di questi ragazzi, che paiono aver perso la voglia di lottare. Viene da pensare all’oggi, e non è probabilmente una coincidenza che proprio adesso questo lavoro sia stato dato alle stampe: per dire che la fotografia di un tempo può esser pure la fotografia di adesso. Forse con ancor meno poesia.
Se c’è un colore, uno solo, che possiamo associare a ‘La luce sporca’, questo è certamente il grigio: come la pioggia che cade su Milano, come quel cielo che non mostra mai il sole, come l’anima dei protagonisti. Grigia, non già nera: perché la strada della redenzione ancora esiste, anche in queste persone che sembrano aver perso la fede. Ed è proprio questo, il filo di speranza che ci rimane: ieri come oggi, oggi come ieri.
Il romanzo sarà presentato sabato prossimo (30 novembre), alle ore 16,30, presso la Sala Carlo Bo di Palazzo Fascie a Sestri Levante (corso Colombo 50). Saranno presenti l’editore Goffredo Feretto, lo scrittore Mario Dentone e Tiziana Fabbro, cui spetterà l’introduzione. L’ingresso è libero. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con Mediaterraneo e con gli Amici della Biblioteca Civica.
La scheda
Sandro Antonini
La luce sporca
Ottobre 2019
Pagine 258 – Euro 15
Internòs Edizioni