di DANILO SANGUINETI
Artefatto nella accezione nativa del termine intendeva qualcosa fatto con perizia. Il significato basico, non quello derivato per contorsione concettuale, niente aveva a che fare con artifizio, artificioso, adulterato. Anzi. Era, è, il prodotto della capacità di un artigiano, inteso quest’ultimo come una eccellenza che si poteva accostare, anzi sovrapporre nelle migliori eccezioni alla figura dell’artista.
Comunque la si pensi, quando si osservano le creazioni di Rossella Aita che venerdì 24 novembre apre un negozio nella nostra città, in via Bighetti 27 (traversa di piazza Fenice) si ha la certezza di essere nel campo dell’arte, senza ulteriori precisazioni. Il suo catalogo, in continuo aggiornamento, parla allo spirito ancor prima che agli occhi. Non a caso è la stessa Rossella a definire le sue opere… ‘Gioielli poetici’.
Sono creati a mano con cura, perché pensati, realizzati e rifiniti da me personalmente, in maniera artigianale quindi, prima a Milano e ora a Chiavari. “Con processi antichi e assolutamente di produzione sostenibile, questa è una priorità assoluta. Il mio laboratorio è anche il mio show room, si trova in centro a Milano, per la precisione in via Savona 20 (zona Porta Genova) ed ora ne ho aperto un altro anche qui a Chiavari, in via Bighetti, poco lontano da dove ho tenuto in questi anni e ancora nelle scorse settimane alcuni Temporary Store”.
Rossella è una ragazza con la valigia: a soli 29 anni non ha mai avuto paura di mettere da parte lavoro e conoscenze acquisite per ricominciare da zero o quasi, sempre mettendosi in gioco, sempre mostrando di possedere ottime carte in ciascuna delle mani giocate. Oggi è una orafa innovativa quanto apprezzata: ha in catalogo anelli – con pietre, senza pietre, in argento 925, in bronzo, in oro, impilabili – orecchini con pietre, senza pietre, in argento 925, in bronzo; collane sia pendenti che girocollo; bracciali con pietre e senza pietre; e spille.
Sarebbe tanto ed è invece solo una parte di quello che ‘Floret Gioielli’, questo il nome scelto per l’intero progetto, garantisce anche la consulenza e la progettazione di un gioiello su misura, la riparazione e il restyling di gioielli vecchi, la creazione di anelli di fidanzamento e fedi, che si possono scegliere e progettare. Il tutto basandosi sulla conoscenza diretta dell’acquirente: la filosofia non è quella dell’entri, guardi il campionario e decidi in base all’offerta, spesso WYSIWYG ossia “ciò che vedi è ciò che avrai” e stop.
Pensate che Rossella prevede persino la “videochiamata conoscitiva”. Per spiegarsi meglio: “Potete venire a conoscerci e a scoprire i gioielli dal vivo in laboratorio, ci saranno sempre dei pezzi unici inediti da vedere in anteprima. Oppure portare i gioielli vecchi e potremo modificarli, stravolgerli completamente oppure usare solo una parte di essi, come le pietre o il metallo, per dare vita ad una nuova creazione. L’appuntamento in laboratorio può essere prenotato anche con poco preavviso, chiamando oppure scrivendo una mail o nel form apposito che c’è sul sito (www.floret.it), oppure scriverci direttamente sui social, risponderemo più velocemente, magari ci organizzeremo per una videochiamata per una prima presa di contatto. Chi passa in negozio invece troverà una tazza di caffè ad aspettarti ed una codina scodinzolante piena di gioia”.
Allude al cagnolino che non la abbandona mai. L’altro compagno inseparabile è il suo estro. Che la portata a scelte inconsuete: “Io non nasco orafa. Ho studiato e mi sono diplomata alla Scuola del Teatro La Scala di Milano per diventare una esperta nella creazione di trucchi, maschere ed effetti speciali per il palcoscenico, la pellicola e la televisione. Non sto parlando di CGI, della famigerata computer grafica che ha stravolto il mondo dello spettacolo. Io realizzavo maschere, scene, particolari interventi su attori e cose per i film horror, per gli spettacoli teatrali, per gli sceneggiati”. Una che realizzava maschere prostetiche, le famose protesi fx che oggi si indossano a carnevale per diventare vecchi o spaventosi o…altro. “Era un ambiente interessante ma che dopo un po’ mi è diventato stretto, perché i lavori migliori andavano sempre ai soliti, dove i giovani avevano poco spazio per crescere. Allora decisi di voltare pagina. Cosa che tutti i miei amici trovarono sbagliata. Cambiarono il loro giudizio in “folle” quando li informai che mi sarei dedicata all’arte orafa. Non vi dico poi che cosa mi hanno detto quando ho deciso di aggiungere a Milano il negozio di Chiavari”.
Nel 2018, a 24 anni, miss Rossella (veniva da dire Scarlett ma è troppo giovane per avere nostalgia di Via con il Vento…) frequenta le scuole e gli istituti per specializzarsi nella alta oreficeria. Ed è brava, tanto che non fatica a trovare impiego in una grande azienda del settore, Pomellato. Un impiego solido che però costringe l’artista a volare basso, o almeno ad altezze preselezionate in partenza, da altri.
“Esatto, dovermi muovere tra steccati non fa per me. Così ho pensato di mettermi in proprio: Floret Gioielli nasce nel 2019 in un laboratorio nel centro di Milano. Avevo ben chiaro cosa volevo fare: ogni gioiello doveva essere un pezzo unico realizzato interamente a mano con antiche tecniche scultoree. I metalli pregiati spesso li avrei accompagnati da ricercate pietre preziose e semi-preziose provenienti da tutto il mondo. Ognuno di essi ha un significato e un nome che trae ispirazione dal mondo naturale ed onirico e prende vita nella ricerca di forme contemporanee”.
Altre regole severe che fanno capire come il profitto fine a se stesso non interessi la giovane artista. “La missione di Floret Gioielli è di non impattare sul mondo e rendere le creazioni il più possibile etiche e sostenibili. I gioielli creati sono pochi pezzi, nessuna produzione industriale, nessun utilizzo di plastica, nessun materiale derivato dalla morte o dalla sofferenza di animali, nessun test su animali, nessuno sfruttamento delle persone. Tutti i gioielli sono pezzi unici creati utilizzando metalli preziosi riciclati, questo garantisce una riduzione degli sprechi e delle risorse. Per questo chi sceglie un gioiello firmato Floret Gioielli deve essere un tipo speciale: i tempi di creazione potrebbero essere più lunghi rispetto alla grande distribuzione ma penso, mi auguro, che il prodotto valga l’attesa”.
L’idea come si forma? “Dipende dall’ispirazione. Da tutto e da niente. Se ce l’ho, corro al tavolo di disegno, preparo il progetto, scelgo il materiale. Poi c’è il modello, in materiale modellabile. Uso per la fusione il procedimento a cera persa, antico e complicato, ma che garantisce modifiche continue sino all’ultimo momento”.
La cera persa, quella usata dai grandi scultori in metallo del passato, dai Greci fino a Donatello e Benvenuto Cellini. Occorre una perizia superiore per le opere grandi, figuriamoci per quelle minuscole… “Una sfida che mi appassiona. E che ha trovato anche degli estimatori illustri. Sono rimasta in via Bighetti anche grazie all’apprezzamento di Franco Casoni, un maestro scultore che mi ha dato preziosi consigli e mi ha generosamente ospitato per alcune mostre e show room”.
Gli artisti di valore si riconoscono all’impronta. Per verificarlo adesso c’è’ il negozio Floret Gioielli. Merita una visita, si capisce subito che di prezioso non ci sono solo i materiali. Le opere spuntano dai banconi che assomigliano ad un prato fiorito. I diamanti e fiori, una accoppiata che nella canzone italiana è collegata a l’icastico accostamento fatto da Fabrizio De André in ‘Via del Campo’. Nel caso di Rossella viene cancellata la dicotomia per la quale dalle pietre preziose non nasce niente mentre i fiori spuntano dal concime. I gioielli si fanno creazioni floreali e viceversa, parlano al cuore di chi li dona ancora prima di chi li riceve. Un linguaggio efficace, che fa nascere sentimenti. Di affinità, non di possesso.