(r.p.l.) Siamo sinceri, nell’immaginario collettivo l’ingresso nelle scuole da parte delle forze dell’ordine rappresenta quasi sempre il preludio a una notizia spiacevole. Ma non è questo il caso, anzi.
Ufficiali e marescialli dell’Arma non sono entrati nelle classi per sanzionare qualche studente ma per incontrarli, promuovere e approfondire con loro i temi della cultura e della legalità.
Il progetto – frutto del protocollo di collaborazione tra i Carabinieri e le scuole – ha visto lo svolgersi di diversi incontri tra marzo e i primi giorni di maggio. Le tematiche toccate sono state varie e articolate: educazione ambientale, violenza di genere, sicurezza stradale, sensibilizzazione rispetto alle sostanze stupefacenti.
Gli istituti scolastici del territorio di ogni ordine e grado sono stati coinvolti con un unico grande obiettivo: offrire ai giovani studenti un’occasione di confronto e dibattito su tematiche di assoluta attualità in un’ottica di accrescimento, nelle nuove generazioni, dei sentimenti di consapevolezza e di condivisione dei valori di cittadinanza, di legalità, nel pieno rispetto del prossimo.

I Carabinieri (che a Chiavari sono guidati dal Comandante Capitano Federica Annalisa Burzio, in foto) nel corso delle conferenze, hanno più volte sottolineato che il concetto di legalità non va inteso come il semplice rispetto delle norme e delle leggi, ma come un valore da accrescere giorno per giorno per migliorare la convivenza civile nelle società.
Gli istituiti scolastici giocano un ruolo fondamentale in questo senso. La scuola è infatti il luogo istituzionale in cui i bambini, per la prima volta nella loro vita, si confrontano con gli altri, imparano a rispettare le norme, a mantenere una condotta, e a convivere con altre persone al di fuori del contesto familiare. La scuola deve essere quindi il luogo della diffusione di una cultura della legalità perché rappresenta l’ambiente naturale in cui poterla promuovere non in modo coercitivo e sanzionatorio, ma attraverso l’esperienza diretta.
Anche il concetto di responsabilità è stato un argomento fondamentale negli incontri tra gli studenti e i Carabinieri. Il rapido sviluppo tecnologico ha portato con sé la sensazione diffusa che, di certi comportamenti, in particolare online, non siamo del tutto responsabili. Come se l’alias dietro cui ci nascondiamo facesse da scudo perenne alla nostra identità e, appunto, alle nostre responsabilità. Non è così. Ed ecco perché è importante sensibilizzare i giovani sul peso e le conseguenze delle scelte.
La capacità da parte dei Carabinieri intervenuti di catturare l’interesse di bambini e ragazzi è stata premiata da una viva partecipazione e da un bel clima di confronto. In base alla fascia d’età degli studenti sono stati discussi temi e portati casi vicini alle loro esperienze. In particolare, sono stati discussi la ‘polizia di prossimità’, ‘norme elementari del codice della strada’, il ‘bullismo e cyber bullismo’ e la ‘sicurezza stradale’; negli istituti scolastici superiori, l’‘uso di sostanze stupefacenti e alcool’, le ‘indagini di polizia giudiziaria’ e l’‘utilizzo consapevole dei social network’.
Agli incontri hanno partecipato circa 1500 giovani in totale, che sono rimasti affascinati dai tanti reparti e specialità che costituiscono l’Arma dei Carabinieri. Il progetto, infatti, ha anche offerto l’occasione di presentare agli alunni la possibilità di accedere ai concorsi per la divisa nel percorso post-scolastico.
Dialogo, confronto e conoscenza. È questa la strada giusta da seguire perché i cittadini del domani siano un po’ più consapevoli e sensibili rispetto al tema, enorme, della legalità.