di DANILO SANGUINETI
Il fondo in cemento può essere esiguo e fragile quanto e più di quello ghiacciato. Il paradosso regge se si parla di pattinaggio. Lo skating su rotelle rispetto a quelle su lame ha un trend in grande crescita e in parallelo ha crescenti guai nel reperire spazi adeguati e impianti a norma.
Intoppi presenti in era pre Covid, figurarsi ora. Basta chiedere a Marcella Bachi, presidente, meglio anima del Groove Roller Sestri Levante. “Sono stati mesi duri, come per tutti gli altri”. Ecco un primo segno di distinzione. Nessuna voglia di piangersi addosso. Il cemento della pista sotto i pattini delle roller le ha ‘influenzate’ e rese molto più resistenti.
Sono andate avanti “perché siamo stati abituati, da sempre, che ogni cosa che otteniamo ce la dobbiamo sudare con il lavoro. E quest’anno complicatissimo ci ha rafforzato. Ha cementato (non usa questa parola a caso, ndr) il gruppo preesistente, e cosa ancora più sorprendente, ha ampliato i ranghi, accogliendo molto nuove arrivate”.
Stiamo parlando di numeri notevoli: ad inizio mese erano 92 le bambine che praticano pattinaggio a rotelle nell’area a disposizione della società, in località Ramaia, ed è praticamente certo che si supererà il centinaio con l’arrivo della bella stagione. “Un incremento che ci ha quasi sorpreso. Dico quasi perché dopo il primo lockdown, quello di marzo e aprile, nel quale come ogni altra attività, sportiva e non, dovemmo fermarci, ci accorgemmo che c’era un entusiasmo e una voglia di provare il nostro sport accresciuta. È chiaro che il fatto di poter svolgere esercizi e gare all’aperto ci ha favorito. Le famiglie e i nostri atleti sono più tranquilli. E noi allenatori e dirigenti siamo altrettanto sicuri. Osservando le debite norme, facendo arrivare già cambiate le atlete sulla pista, con la preparazione per gli allenamenti e le gare che si può svolgere singolarmente (allacciamento dei pattini, controllo degli stessi ecc.), e lavorando a gruppi in un’area di ben 1200 metri quadrati, si mantiene il necessario distanziamento”.
Vero, anche se in primavera ed estate è tutto facile, mentre gli allenamenti nel piovoso autunno e nel gelido inverno in una struttura senza alcuna copertura fissa non sono propriamente uno scherzo. “In questo ci aiuta l’incredibile entusiasmo delle nostre ragazze, a cominciare dalle più piccole che sono seguite con particolare attenzione. A volte siamo noi a preoccuparci ma loro superano ogni tipo di disagio con la gioia negli occhi e il sorriso sulla bocca. Hanno faticato senza un lamento per tante settimane e quando in questo anno la Federazione ha riaperto alle competizioni di livello provinciale e regionale, prima con cautela poi con sempre maggiore sicurezza noi ci siamo fatti trovare pronti”.
Lo scorso weekend il Groove Roller ha partecipato ai campionati regionali a Luni con un team numeroso e affiatato. “Era il Trofeo Città di Luni che valeva anche come prova per il campionato ligure. Era la seconda uscita della squadra, a febbraio c’era già stato un test regionale Fisr. Lì abbiamo capito che il lavoro fatto incominciava a dare i suoi frutti, non era stato facile tra chiusure e giornate di pioggia. La nostra Francesca Pollini, sempre presente in pista con tanti sacrifici e passione, si è guadagnata il pass per la finale. Risultati ottenuti grazie anche ad allenatori come Daniele, Nadia, Simona e Sara, che definisco bravi quanto appassionati, insomma insostituibili”.
In un quadro dipinto a colori più vivaci di quanto immaginato c’è solo un’ombra, in un angolo, forse una crepa. “Tra un po’ potremmo dover traslocare. La nostra pista in cemento dovrà chiudere per far posto ai mezzi e alle ditte che lavoreranno al nuovo depuratore che sorgerà lì vicino. Nel progetto approvato è indicata, tra gli oneri di urbanizzazione, anche la costruzione della copertura per la pista da pattinaggio. Avremmo quindi quel tetto sulla testa che da tempo sogniamo. Non saremmo più alla mercé degli eventi atmosferici. Il rovescio della medaglia è che il trasloco, definito dall’amministrazione comunale come ‘temporaneo’, potrebbe durare dai 4 ai 6 anni”.
Un lustro è un’era geologica per una società sportiva. A maggior ragione per un club di pattinaggio che necessita di un sito dalle dimensioni e dalle caratteristiche particolari. “Stiamo attendendo che il Comune ci indichi la sede alternativa. Siamo pronti a soffrire per un po’ se in cambio avremo una pista coperta e una sede adeguata a una società con tanti atleti. Spero solo che tengano conto delle nostre osservazioni. In qualche riunione preliminare ci hanno indicato alcune aree, tra le quali un parcheggio in asfalto. Che, con tutta la buona volontà da parte nostra, non è accettabile. I limiti minimi per una pista da pattinaggio a rotelle sono 22 metri per 40. Siamo pronti a discutere e accettare proposte che prevedano una zona con fondo accettabile e di queste dimensioni, di meno proprio non possiamo”. Anche perché basta guardare al passato o ai comuni vicini: l’esperienza insegna che quando si lascia una sede, un’area e un impianto le promesse sono una cosa, la realtà è un altra. Come si dice, ‘Passato l’accordo, gabbato lo sportivo…’.