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Giovedì, 8 giugno 2023 - Numero 273

Golfo Paradiso PRCA, storia di una fusione vincente

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di DANILO SANGUINETI

GolfoParadisoProreccoCamogliAvegno 2015. E abbiamo finito lo spazio. Si scherza naturalmente, la società di calcio sorta quattro anni fa dalla fusione di quattro matricole Figc ha un nome ‘di battaglia’ che condensa quello usato nella ragione sociale. Golfo Paradiso PRCA. “Altrimenti dovremmo arrivare un’ora prima degli avversari al campo solo per redigere l’intestazione del foglio da consegnare ai direttori di gara”.

Scherzano al campo San Rocco di Recco, se lo possono permettere ora che, superata la fase di apprendistato, la GolfoParadiso ecc. ecc. ha risollevato le sorti del calcio dilettantistico che in quella zona della Liguria ad inizio degli anni Dieci versava in pessime, oseremmo dire comatose, condizioni.
Pro Recco e Camogli e Avegno vivacchiavano tra Promozione, Prima e Seconda Categoria, schivando la retrocessione nella Terza – il girone dei dannati dai quali sarebbe stato ancora più complicato sfuggire – impossibilitate anche solo a sognare l’ascesa a un torneo di respiro regionale, l’Eccellenza, per non parlare della serie D.
Poi l’onda lunga della crisi economica che scosse la Penisola tra il 2010 e il 2011 si infranse anche sulle fragili difese dei sodalizi a bassa intensità professionale: società di lungo corso e di onorata carriera si ritrovarono senza sponsor e senza mecenati, neppure il solito ricorso al volontariato di atleti, tecnici e dirigenti serviva a qualcosa.
Il colpo di grazia lo diede la mancanza di un impianto sportivo dignitoso; spariti i campi sussidiari, il vecchio San Rocco non ce la faceva più a sopportare il peso di tre club e di una miriade di formazioni.

La lancia di salvataggio era, per loro fortuna, pronta: nel 2004 una manciata di dirigenti lungimiranti aveva concluso un patto tra Camogli ed Avegno per costituire un settore giovanile unificato, la prima versione della Golfo Paradiso. Intanto la Pro Recco continuava una storia tormentata quanto era travagliato l’iter per ristrutturare lo stadio San Rocco, l’unico nel golfo che potesse avere misure e infrastrutture per ospitare un settore giovanile ed essere omologato per impegni di carattere sovraregionale come serie D per le prime squadre e tornei e categorie nazionali per le giovanili.
Nel 2013 anche la vecchia Pro Recco Calcio, che proprio in quell’anno celebrava il centenario assieme alle altre sezioni della polisportiva biancoceleste, alzava bandiera bianca. Veniva rilevata e fatta coinfluire nel Bogliasco di serie D. I tempi erano maturi perché ci si sedesse attorno ad un tavolo.

La storia diventa cronaca e la racconta Diego Marrale, che in quell’anno aveva deciso di chiudere la carriera di bomber (uno dei migliori negli anni a cavallo tra i due secoli) e occuparsi di insegnare e organizzare nelle categorie giovanili. “Mettere assieme tante idee non è stato semplice, c’erano vecchie rivalità, qualche incomprensione, diversi ‘orticelli’ che i dirigenti erano restii ad abbandonare, ma alla fine un’intesa sotto la spinta della situazione esterna che non consentiva altre dilazioni si è trovata. Il primo passo era arrivare alla risistemazione del San Rocco. Lavori imponenti, il sintetico al posto delle pietre, accessi e spalti rinnovati. Poi spogliatoi e magazzini. Il biennio iniziale riserva qualche contrattempo e una delusione sul piano agonistico: retrocediamo in Prima Categoria, solo nel 2017 centriamo la promozione in… Promozione. Oggi siamo alla terza stagione in questa categoria”.

Intanto cambia la dirigenza: viene eletto presidente Bruno Scaroni, già consigliere nel Camogli Calcio. Con lui al timone la società ridiventa levantina, perde l’accento genovese della gestione precedente. “Con mister Del Nero prima e ora con mister Foppiano i nostri risultati in Promozione lievitano. A maggio siamo arrivati ai play off, persi per un soffio con l’Andora. Nel torneo in corso stiamo riprovandoci: l’Eccellenza non è una necessità, ma se dovesse arrivare non ci strapperemo i capelli”.
Marrale, instancabile e rapido ancor più di quando era un ‘falco’ sotto rete, è a capo del settore giovanile. “Mi hanno nominato responsabile dell’area tecnica. In questa stagione sono assistito da tre preziosi collaboratori, Paolo Mancuso che cura specialmente la prima squadra e la Juniores, Roberto Varlani che ha Allievi e Giovanissimi, Fabrizio Di Marco che si occupa della Scuola Calcio, con le categorie Esordienti, Pulcini, Primi Calci. E abbiamo formato pure una squadra Amatori per far sfogare le vecchie glorie”.

Marrale però non smette il blazer da dirigente: “Il lavoro non manca, abbiamo circa 200 bambini, la nostra mission è quella di non lasciare per strada nessuno, anche se puntiamo nel tempo a creare una prima squadra quasi esclusivamente composta da elementi del nostro vivaio. Abbiamo fissato un programma di crescita costante e senza scossoni: abbiamo cercato istruttori e tecnici che abbiano entusiasmo e preparazione, giovani che debbono spiegare ai giovani, più esperti che scrutino le nostre leve e individuino quelli più validi, in grado di arrivare alla prima squadra. Senza esagerare con l’ottimismo, direi che stiamo avanzando a buona velocità”.
Un esempio di cooperazione intelligente, una storia di rivalità che per una volta finisce nel modo migliore. Il top sarebbe accorciare ancora il nome: sulla pagina facebook della società e sui manifesti spicca GOLFO tout court, ma anche il solo PARADISO non sarebbe male.

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