
di DANILO SANGUINETI
Questi sono dei visionari. E’ il primo pensiero di uno scettico informato di @Labora accogliere nel lavoro, associazione fondata per accompagnare gradualmente nel mondo del lavoro giovani che stanno attraversando un momento di difficoltà.
Giovani e Lavoro sono i due sostantivi probabilmente più citati e nello stesso tempo meno significanti nell’Italia del 2018. Se ne discute, se ne sa poco, se ne capisce ancor meno. Ci vuole coraggio e ci vuole perseveranza per occuparsi degli uni e dell’altro in maniera seria. Oltre a una buona dose d’inventiva. Notare il gioco di parole nella intestazione: il segno grafico @ – un logogramma per i maniaci della semiologia – che in informatica caratterizza i domini di posta elettronica e che in italiano è noto come ‘chiocciolina’ ma che nel mondo anglossassone si traduce in at e si pronuncia ‘et’, ossia come la congiunzione latina che compare nel motto benedettino per associare la preghiera all’opera manuale ‘Ora et Labora’.
Il gioco grafico-grammaticale induce a guardare con ancora maggiore interesse l’operato di quest’associazione di promozione sociale che accompagna nel mondo del lavoro giovani con problematiche sociali e/o handicap, gradualmente, attraverso momenti di orientamento e con specifiche attività di tutoraggio, supportando così le aziende in un’esperienza di accoglienza lavorativa.
Obiettivi ambiziosi
Un programma semplice nelle sue linee guida ma ambizioso nel suo percorso, come illustra Anna Campodonico, che con Francesca Ceruzzi dirige dagli uffici di via Vinelli a Chiavari l’associazione: “In estrema sintesi ‘Et-Labora’ ha come target i ragazzi di età compresa fra i 16 ai 25 anni con disagio, abbandono scolastico e/o lievi handicap, che da soli non sarebbero in grado di compiere un percorso nel mondo del lavoro. Si offre un percorso di formazione della durata massima di un anno presso aziende del territorio”.
Una sorta di mano tesa verso non gli ultimi, ma coloro che sono indotti a pensare dalla società di essere tali. “Assolutamente sì – conferma Campodonico – Facciamo in modo che i ragazzi guardino a se stessi come persone che hanno un valore irriducibile e non definito dal loro disagio o handicap. Proponiamo un progetto formativo personalizzato per raggiungere competenze trasversali e/o di base. Le ‘azioni’ di tutoraggio comprendono individuare una figura di riferimento – come indica il verbo un tutor aziendale – che verifichi e valuti dall’interno il percorso di crescita lavorativa, attraverso strumenti specifici predisposti dall’equipe del progetto. Per esempio sono previsti momenti di incontri formativi per tutto lo staff aziendale con la guida di specialisti esterni (medici neuropsichiatri, operatori sociali, professionisti del mercato del lavoro)”.
La collaborazione con Wyscout
Nel 2011 Wyscout diede avvio formale al progetto @Labora. Campodonico: “Arrivarono numerose richieste di partecipazione, si creò un rapporto di cooperazione con le famiglie e con i Servizi Territoriali, ci confrontammo con altre realtà che svolgono simili servizi (Cooperativa Sociale In presa di Carate Brianza; Cooperativa Cardinal Colombo di Milano). Nel tempo, tuttavia, il tentativo manifesta anche molti limiti, per mancanza di professionalità e competenze nell’ambito del disagio, soprattutto quello giovanile grave. Wyscout iniziò la collaborazione con Famiglie per l’Accoglienza che da anni sostiene le famiglie nell’accoglienza dei figli in adozione ed affido che ha permesso di strutturare meglio il progetto”.
E’ superfluo aggiungere che la buona volontà servirebbe a poco se non fosse sostenuta da investimenti concreti, molto concreti. Il vile denaro serve, e ne serve in quantità crescente dato i successi innegabili e il moltiplicarsi delle richieste. Si decuplicano le testimonianze di ‘missioni’ portate a termine in maniera magistrale, non solo dei soggetti interessati ma anche delle aziende che li hanno ospitati.
“Le ditte e le imprese che ci sostengono sin dall’inizio sono discrete quanto munifiche. Per conto nostro provvediamo a raccogliere fondi sensibilizzando gli enti, le aziende e anche le persone sul territorio. I ragazzi di Wyscout e delle altre società ci hanno detto che erano un po’ stufi delle solite cene di beneficenza, volevano qualcosa di più dinamico, visibile e allo stesso tempo simpatico. Ecco il perché del torneo di calcetto. Proprio una settimana fa abbiamo archiviato la terza edizione”.
Un quadrangolare con squadre composte da dirigenti e impiegati di WyScout, WyLab, Magil e Its4Kids (Vacanze a misura di bambini) che si sono date battaglia sul campo sportivo dell’Istituto Maria Luigia di Chiavari. Anna Campodonico sorride: “Non sono competente nel valutare il livello tecnico dei partecipanti, in quanto ad agonismo e impegno nessuno ha qualcosa da rimproverarsi. Per la cronaca ha vinto ‘Magil’. E la fatica di tutti è stata remunerata con l’incontro conviviale a fine giornata”.
Erano veramente in tanti a bordo campo, a testimonianza che la strada tracciata dalle dottoresse Anna e Francesca ha trovato in itinere parecchi compagni di viaggio. Con ‘Labora’ siamo a posto, e per il futuro, le sfide che attendono un’idea luminosa e allo stesso impegnativa c’è la prima parte della distico dettato dal santo di Norcia. ‘Ora’ ossia l’imperativo ‘Prega’.


