di DANILO SANGUINETI
Fragile come una farfalla in volo, la ginnastica è una delle discipline più a rischio nel generale depauperamento trascinato dall’attuale situazione senza precedenti e con pochi prevedenti…
Che ne sarà di un club presente sul territorio da 49 anni, la Società Ginnastica Riboli, che propone sia la sezione Artistica che quella Ritmica, curando tutte le fasce di età partendo dai bambini di tre anni.
Eugenio Perrone appartiene al tipo di presidente che è anche papà per gli atleti, custode per le attrezzature, depositario della tradizione e programmatore del futuro. Il suo essere multitasking non gli cancella le preoccupazioni, però gli impedisce di farsene sopraffare. “Viviamo un momento straordinario e c’è necessità di avere una reattività fuori del comune. Se penso a che cosa è andata incontro la Ginnastica Riboli tra fine febbraio e la prima settimana di marzo, mi viene da piangere. Ma non posso”.
La società, tra le più grandi e articolate nel settore in regione, prevede corsi che curano sia l’aspetto ludico – con il corso ‘Gymgiocando’, dedicato all’età pre-scolare, sia lo sviluppo psicomotorio dai 6 anni all’adolescenza. I settori agonistici sono seguiti da uno staff di livello federale e con il supporto del coreografo, della fisioterapista presente agli allenamenti e del nutrizionista. L’attività per i corsi base è in funzione da settembre a giugno mentre le attività agonistiche trovano nell’estate lo spazio necessario per preparare al meglio le competizioni autunnali.
Nel mese di giugno, la società organizzava anche uno stage tecnico denominato ‘Ritmicando’, rivolto a tutte le bambine che vogliono affacciarsi o perfezionare la ginnastica ritmica e aveva pensato a una ‘vacanza’ di preparazione fisica a Bardonecchia nel mese di agosto.
“Solo il tempo di realizzare a cosa stavamo andando incontro ed eravamo fermi. I nostri tesserati utilizzano ben 4 palestre in tre comuni diversi. A Carasco il Palazzetto dello Sport (corsi di base e ritmica) è stato sbarrato alla fine di febbraio, il sindaco Massimo Casaretto è stato prudentissimo ed aveva ragione. A Cogorno siamo all’Impianto Sportivo San Martino (sempre corsi di base e ritmica), il sindaco Enrica Sommariva ha concertato con noi di sospendere a inizio marzo, e per quanto riguarda le due palestre di Lavagna, la Don Gnocchi di via Dante (corsi di base e artistica) e la Dentone di corso Genova (corsi di base e ginnastica ritmica) che erano gestite da Lavagna Sport, il pool di club sportivi, per conto del Comune ha seguito le ordinanze del governo. Insomma, entro il 10 marzo eravamo in lockdown e lì siamo rimasti sino a oggi. Due mesi persi. Sembra poco, è un’eternità specie per un’agonista. Ed anche per gli istruttori, se vogliamo dirla intera”.
Ecco un altro dramma nel dramma. “Diversi nostri tecnici lo fanno di professione, avevano un contratto standard, eguale in ogni dettaglio e sono rimasti allo scoperto senza reddito”.
Il presidente Perrone, da buon padre di famiglia, si è dato subito da fare. “I ragazzi e le ragazze hanno inoltrato domanda all’Inps per il contributo di 600 euro, noi li abbiamo aiutati nell’iter eppure non tutti lo hanno ancora ricevuto. Ed è un pensiero che ci addolora”. Adesso in qualche maniera bisogna ricominciare.
“È vitale, altrimenti la montagna da scalare diventerà troppo alta anche per noi. Senza le entrate dei tesseramenti, chiudiamo domani. Abbiamo dovuto restituire alcune rette della stagione, le risorse finanziarie sono calate paurosamente. Per fortuna che avevamo messo via un tesoretto per i tempi difficili (che sono arrivati tra capo e collo, n.d.r.) e siamo stati in grado di reggere. Non indefinitivamente però”.
Per ripartire bisognerà adeguarsi al protocollo previsto dal comitato medico-scientifico. “Penso alla sanificazione degli impianti. Noi ne abbiamo quattro da affrontare, sto contattando i comuni e Lavagna Sport, bisogna cominciare l’iter, anche se tra leggi e regolamenti è un ginepraio. Il processo di pulizia della palestra non sarebbe complesso ma bisogna muoversi rispettando un percorso veramente tortuoso, In più c’è da accordarsi tra tutti gli utenti, le varie società, gli amministratori. Prevedo nei prossimi giorni diverse riunioni da mal di testa”.
Il pensiero del massimo dirigente riboliano viene esposto con la massima franchezza: “Da questa crisi usciremo solo se capiremo, a ogni livello, sotto ogni latitudine che niente sarà come era in precedenza. Che bisogna cambiare comportamenti e modo di pensare. E anche così sospetto che alcuni, mi auguro non tantissimi, dovranno alzare bandiera bianca”.
Le parole d’ordine secondo Perrone saranno due: “Ridimensionare e Unire. Vanno riconsiderati gli obiettivi, i sacrifici saranno inevitabili, ci sarà da ridurre gli appuntamenti per potersi concentrare sui traguardi realmente indispensabili. La seconda mossa obbligatoria sarà lavorare per muoversi insieme, senza invidie o reticenze. Accorpare idee come i mezzi, le rivalità lasciamole ai ricchi…”. La positività che di questi tempi è accettabile. Positivo senza essere un illuso.