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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Siccità, a Levante la situazione del lago di Giacopiane è sotto controllo, ma Legambiente avverte: “Serve un piano nazionale per gli invasi e per curare gli acquedotti”

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di ALBERTO BRUZZONE

Mentre gli invasi del Genovese, specialmente il lago del Brugneto e il lago Val di Noci, iniziano a destare qualche preoccupazione a proposito del problema della siccità, la situazione, al momento, pare molto più tranquilla a Levante, dove le piogge dei mesi scorsi hanno garantito una buona capienza per il lago di Giacopiane, il principale bacino idrico a servizio del Tigullio.

La società Tirreno Power, che si occupa della gestione dell’invaso anche per quanto riguarda la produzione di energia idroelettrica, comunica che a ieri lo stato del lago di Giacopiane era di 1008,33 metri sul livello del mare, “quindi in linea con i livelli del periodo”.

Giovanni Boitano, presidente del Consorzio Bacino Imbrifero Montano dell’Entella, che sovrintende su questo invaso, conferma: “Al momento non si registrano particolari criticità, né in questa zona né per quanto riguarda il Consorzio della Val Trebbia, ma è chiaro che siamo pronti rispetto a qualsiasi evoluzione. Ho sentito gli operatori e nessuno ha segnalato difficoltà. Però è chiaro che su un’emergenza come questa, che è a livello nazionale, il Governo deve intervenire con provvedimenti adeguati”.

Provvedimenti di ampio raggio, la stessa richiesta che parte da Legambiente: “Siamo già in emergenza – è il parere di Massimo Maugeri, referente dell’associazione per il Tigullio – e a meno che non piova a marzo e aprile, il quadro è destinato a peggiorare. Bisogna iniziare a ragionare in un’ottica di emergenza idrica”. Il che significa da una parte azioni da mettere in pratica nel quotidiano, a livello di singola persona, “ma dall’altra significa avviare un piano serio, concreto e piuttosto rapido dal punto di vista delle strutture. Siamo in un ritardo storico nella cura e nella manutenzione degli acquedotti ‘colabrodo’ e abbiamo ormai capito che gli attuali invasi non sono sufficienti ma che ne vanno creati molti di più. Troppa acqua finisce dispersa in mare, dove non è più utilizzabile”.

Secondo Maugeri, “noi possiamo fare la nostra parte in termini educativi, spiegando come usare l’acqua e soprattutto come non sprecarla, possiamo raccontare iniziative concrete, ma i provvedimenti strutturali veri spettano al Governo”.

A Genova, il sindaco Marco Bucci ha introdotto il tema dei dissalatori: “Questa è una cosa importantissima che stiamo analizzando, l’acqua è una ricchezza, in futuro sarà considerata quasi come il petrolio, quindi dobbiamo spingere in questa direzione. Sarà il lavoro dei prossimi anni”. Nei piani di Bucci c’è un impianto di desalinizzazione di ampia portata, capace di pompare l’acqua anche in Pianura Padana, attraverso dei vecchi oleodotti ormai inutilizzati da rimettere in funzione.

“Ma – avverte Massimo Maugeri di Legambiente – bisogna fare molta attenzione a questi discorsi, perché il sale che viene eliminato da certa acqua, va immesso in altra acqua, con il risultato che si creano forzature nell’ambiente. E quando si creano forzature nell’ambiente, a vasti livelli, poi ci sono problemi, come sappiamo perfettamente”. Il tema, comunque, è centrale. Secondo Maugeri, “è l’argomento principale dei prossimi mesi e dei prossimi anni”.

Se ne continua a parlare anche nelle aule istituzionali. Martedì scorso ad esempio, in Consiglio Regionale, è stata discussa un’interrogazione da parte del consigliere della Lega, Sandro Garibaldi: “Chiedo alla Giunta Regionale di adoperarsi per iniziare a dotarsi di nuovi invasi idrici, vista l’emergenza siccità. La creazione di invasi, anche di medie e piccole dimensioni, consentirebbe di raccogliere acqua piovana, oltre alla laminazione delle piene e la prevenzione delle eventuali magre dei fiumi e l’utilizzo dei depositi da parte di elicotteri e canadair durante gli incendi boschivi”.

A rispondere a Garibaldi è stato l’assessore regionale alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone, che ha in sostanza ribadito quanto detto la settimana precedente: “La realizzazione di invasi richiede tempi lunghi: si tratta di una programmazione da fare a livello nazionale. Le infrastrutture con finalità irrigue, così come interventi di miglioramento delle reti per ridurre le perdite e per l’ottimizzazione delle modalità di irrigazione, sono possibili solo a fronte di programmi di finanziamento infrastrutturali di medio e lungo periodo”.

E che cosa sta facendo il Governo? Lo scorso 1° marzo si è tenuto un tavolo interministeriale a Palazzo Chigi per elaborare un piano per arginare i rischi legati al problema della mancanza d’acqua nel nostro paese. L’Italia nell’Unione Europea è il paese che consuma più acqua potabile in termini di litri al giorno pro capite. Seguono Portogallo e Francia. Tra chi ne consuma di meno, invece, ci sono Estonia, Malta e Slovacchia. L’Italia inoltre spreca anche molta della sua acqua potabile. Se si guarda alla dispersione in percentuale, sul totale, siamo al 40,7%. Inoltre, al Sud, va sprecata la metà dell’acqua potabile disponibile. Le percentuali si abbassano se si guarda invece alla situazione al Nord. Servirebbero fondi per migliorare, molti dei quali sono ancora da trovare.

I fondi necessari per rendere la rete degli acquedotti adeguata sono circa 12 miliardi di euro. Una parte di questi è già stanziata grazie al Pnrr e ad altri tipi di fondi. Ma la grossa fetta manca. Nello specifico, ci sono 900 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr per la riduzione delle perdite. Ma sulla cifra ci sono scadenze precise: si va dal 20 settembre 2023, per gli appalti, fino al 31 marzo del 2026, per la realizzazione di ulteriori 16mila chilometri di rete idrica. La Regione con gli acquedotti in condizioni peggiori in Italia è la Calabria, dove ci sono stati due bandi recenti, ma dove nessun progetto è stato portato a termine.

Nel frattempo, dovrebbe arrivare la prossima settimana in Consiglio dei Ministri il cosiddetto Decreto acqua per aiutare l’Italia, gli agricoltori e gli imprenditori ad affrontare un periodo di siccità che si intravvede “e come Ministero coordineremo una cabina di regia per dare impulso a dighe, invasi, laghi, bonifiche”: lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ieri mattina a Verona.

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