Giacomo Gandolfo è l’amleto dei campi in terra battuta. Spiaggia o erba, lui non sceglie. La singolarissima avventura di un calciatore dotato di indubbie doti tecniche e altrettanto indiscutibili pregi fisici che gli consentono di svariare nel modo più estremo possibile. Non da una fascia all’altra e neppure da uno stadio all’altro, ma addirittura da uno sport all’altro.
Calcio e Beach Soccer hanno in comune alcune cose ma differiscono in molte altre. Fare il centravanti in un campo in erba, naturale o sintetica, lungo 100 metri con dieci compagni, più fuorigioco e diverse altre regole è un conto; fare il giocatore su un campo in sabbia, lungo 30 metri, con quattro compagni, cambi continui, portiere volante e diverse altre regole peculiari, è un ben altro conto.
Uno dei più prolifici attaccanti del Tigullio ancora in attività ne è ben conscio. Mette l’accento proprio sulle differenze: “Forse l’unica cosa in comune è il dover calciare la palla con i piedi. Sulla sabbia bisogna essere forti e reattivi, sull’erba servono velocità e resistenza. Oltre al diverso tipo di sforzo atletico richiesto, c’è l’uso di stili diversi: a piedi nudi si passa, si controlla e soprattutto si tira in maniera differente”.
Ci sono giocatori considerati molto tecnici sul rettangolo verde che in spiaggia non toccherebbero il pallone. “Diciamo che un buon bagaglio personale può aiutare, però per emergere servono alcune qualità che nel calcio ‘invernale’ passano in secondo piano”.
Gandolfo è un’eccezione: è un drago dei campi liguri ed è anche un boss delle arene sabbiose. Classe 1986 (compirà 33 anni il prossimo 7 luglio), si forma nelle giovanili della Virtus Entella. “Una scuola di alto livello, per avere un posto in prima squadra sono andato a Casarza e RivaSamba. Bene ma non benissimo. Poi nel 2009 sono approdato al Vallesturla. Anni importanti, nelle prime 80 partite con la maglia neroverde realizzai 68 reti, nel 2012 ero titolare in una squadra che sfiorò la serie D negli spareggi nazionali. Ecco, lì fu il vero bivio della mia carriera”.
Il perché è presto spiegato. “Dovevo fare una scelta, stavo ultimando gli studi, mi venne offerto un posto ottimo per la mia professione, tecnico di laboratorio, al Santa Corona di Alassio. Decisi di privilegiare il lavoro sullo sport. Abitando nel Ponente, dovetti dire addio al Vallesturla e anche a un possibile salto di categoria, in serie D”.
Il 2012 è essenziale nella storia agonistica di Gandolfo. “Trovo un’intesa con l’Alassio che ripartiva dalla categorie più basse. E in estate vengo contattato dal Bragno Beach Soccer. Il calcio sulla spiaggia mi piaceva, provo in un ambiente professionale e mi trovo a meraviglia”.
Con le sue due nuove squadre percorsi diversi ma paralleli: “Con l’Alassio vinco campionati su campionati e mi aggiudico diversi trofei come capocannoniere sino al 2017, quando vinco la Scarpa d’Oro ligure, come attaccante più prolifico di tutte le categorie. Con il Bragno approdiamo nel 2016 alla serie A di Beach Soccer e riusciamo a restarci, impresa su impresa perché con mezzi finanziari non esagerati teniamo testa a costosissimi squadroni”.
Anni intensissimi per Gandolfo. “Beh oltre ai turni di lavoro c’erano quelli di allenamento con l’Alassio e con il Bragno. Il momento peggiore a inizio primavera, quando i campionati di football erano nel momento decisivo e iniziava la preparazione del beach soccer. Ho fatto un po’ di salti mortali, ma ero giovane e riuscivo a stare dietro a tutto con discreti risultati…”
Due stagioni fa altra svolta. “Sono nominato tecnico di laboratorio all’ospedale San Martino di Genova, nel reparto di Patologia Clinica. La nuova collocazione mi consente di tornare a vivere nel Tigullio e tornare a giocare con i vecchi amici. Ho scelto il Real Fieschi e allo stesso tempo non ho voluto abbandonare gli amici del Bragno Beach. Ma questa potrebbe essere l’ultima stagione, vado per i 33 anni, debbo fare qualche scelta”.
Anche se la stanchezza non si vede affatto: intanto con i suoi gol – tanto per cambiare guida la classifica cannonieri del girone B di Promozione con 19 reti in 18 gare – ha portato il team di Paglia al comando della classifica, davanti a autentiche corazzate come il RivaSamba e l’Athletic Club.
E si sta preparando per un’altra stagione di beach. “Per quanto riguarda il Real Fieschi eravamo partiti solo per divertirci, ma ora siamo in ballo e vogliamo ballare. I nostri dirigenti sono molto cauti, noi e mister Paglia ci crediamo ecco. Per quanto riguarda il Bragno, vedrò di dare una mano. In più c’è la grande novità portata dagli amici fraterni di Beach Sport Chiavari. Hanno allestito al Porto di Chiavari e al bocciodromo di Lavagna due strutture per il Beach Soccer, possiamo creare qualcosa di importante anche nel Levante. Potremmo portare qui una tappa del circuito nazionale, con il tempo fondare una squadra nostra”.
Altro che lasciare, Giacomo Gandolfo triplica. ‘L’Eroe dei due fondi’ (dalla sabbia all’erba e ritorno) ha deciso che c’e ancora tempo per appendere al chiodo le scarpette da football e lisciare le ‘scaglie’ formatesi da ore e ore di calcio a piedi nudi.
(d.s.)