(r.p.l.) Gestore unico dei rifiuti nel Tigullio, i sindaci del territorio continuano a chiedere una gara a evidenza pubblica per l’affido del servizio, e non un incarico diretto ad Amiu, com’era stato inizialmente prospettato dalla Città Metropolitana.
L’ultima puntata risale a qualche giorno fa quando, presso il Comune di Casarza Ligure e su iniziativa del sindaco, Giovanni Stagnaro (che è uno dei più attivi su questo fronte), si è svolto un incontro apposito al quale ha partecipato anche l’assessore regionale Giacomo Giampedrone. È stato il rappresentante della Giunta Toti a fornire un aggiornamento: allo stato attuale, l’iter della legge regionale 108, che prevede appunto una ‘rivoluzione’ a proposito della gestione dei rifiuti, in cui verrebbe coinvolto anche il Levante genovese, è stato sospeso, in attesa di essere ripreso a settembre, e la legge verrà congelata se non ci sarà condivisione con il territorio.
È un primo passo di apertura verso un dialogo che anche noi di ‘Piazza Levante’ continuiamo ad auspicare sin dall’inizio, convinti come siamo che Tigullio, Golfo Paradiso e relativi entroterra non vadano ulteriormente impoveriti e i servizi non vadano ulteriormente centralizzati come purtroppo già avvenuto con i trasporti (fusione tra Amt e Atp) e, anni fa, con i tribunali (quello di Chiavari confluito in quello di Genova, che è stato l’inizio della perdita di servizi da parte del Levante).
Ma rimane comunque il fatto che entro fine anno il nuovo gestore va individuato, o con affido diretto o con gara. I sindaci coinvolti continuano a ribadire la loro autonomia, le varie differenze territoriali, i risultati raggiunti, che in alcuni casi sono ottimi, e chiedono comunque di poter mantenere in capo la competenza, anche a fronte di un gestore unico. C’è poi un tema legato a chi dovrà fare cosa, perché la Città Metropolitana andrà in rinnovo appena dopo l’estate, quindi la Regione Liguria potrebbe subentrare nel condurre l’intera vertenza.
Lo spiega il consigliere regionale del Partito Democratico, Luca Garibaldi: “Pochi giorni fa, ho partecipato a un incontro a Casarza con l’assessore Giampedrone sul disegno di legge regionale, ora sospeso, sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Da mesi sosteniamo che la proposta della giunta sia sbagliata. Per tre ragioni: perché crea un inutile carrozzone per la gestione, con costi di 2,6 milioni di euro l’anno sui liguri, caricate direttamente sulla Tari; perché la Regione centralizza, come nessun’altra in Italia, la gestione in un unico bacino regionale, senza alcun tipo di voce in capitolo da parte dei comuni; e, infine, perché decide le forme degli affidamenti dei servizi, senza considerare i percorsi dal basso e le differenze territoriale e di impostazione”.
Secondo Garibaldi, “è proprio su questo che si gioca la presa in giro per il Tigullio. Da tempo i comuni del Tigullio sostengono che Bucci, da sindaco anche della Città Metropolitana, non può decidere a tavolino che a gestire i rifiuti nel Tigullio sia Amiu, l’azienda in house del Comune di Genova, ma che vada fatta una gara. Anche perché nel capoluogo la raccolta differenziata sta sotto il 40%, mentre invece nei comuni costieri veleggia al di sopra del 65%, solo per fare alcuni paragoni. La Regione ha sospeso il provvedimento, rinviandolo a settembre, con la motivazione che c’è l’emergenza Ucraina e la struttura non riesce a fare gli emendamenti: anche nella riunione Giampedrone ha detto che non è poi così importante questo disegno di legge della giunta, e al massimo se non ci sarà condivisione, non si farà”.
Resta però il fatto che i servizi devono essere affidati entro il 2022, quindi “se la Città Metropolitana entro settembre non affiderà il servizio nel Tigullio, interverrà la Regione, con potere sostitutivo. Ma cosa deciderà? Di affidare il servizio in house a Amiu, come vuole Bucci, o di fare un bando di gara, come vogliono i comuni del Tigullio? Se siamo in questo vuoto di potere e la decisione sarà della Giunta Regionale, penso sia necessaria una presa di posizione dei consiglieri del Tigullio, di maggioranza e opposizione. Proporrò quindi ai miei colleghi un atto di indirizzo alla Giunta che chieda la gara per l’affidamento dei servizi di raccolta dei rifiuti nel Tigullio e non l’affidamento in house, come chiedono tutti i comuni del comprensorio”.
Esattamente il percorso tracciato dalla base e che va seguito. Ma tutti i consiglieri regionali sono disposti alla condivisione di questo argomento? Per adesso una certa trasversalità c’è, se anche Claudio Muzio di Forza Italia rimarca gli stessi concetti: “Dalle risposte puntuali fornite dall’assessore Giampedrone è emerso chiaramente che il disegno di legge regionale 108, il cui iter è stato congelato fino al mese di settembre, tratta fondamentalmente la questione dell’impiantistica per lo smaltimento, con l’obiettivo di traguardare un ulteriore salto di qualità e, in prospettiva, di provare a chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno della Regione. Su questo punto vi è l’unanime convincimento che la regia debba essere in capo alla Regione”.
Ma, secondo Muzio, “questione diversa è quella relativa ai bacini di affidamento e all’assegnazione del servizio. Qui è altrettanto unanime il convincimento che per l’individuazione del nuovo gestore, che dovrà avvenire entro fine anno, si debba procedere con procedura di gara pubblica, essendo tale metodo ritenuto premiale per i comuni in termini di qualità dei servizi, di costi e di risultati. Ricordo che i comuni del Tigullio hanno dimostrato in questi anni di poter governare la gestione dei rifiuti con grande capacità, ottenendo risultati rilevantissimi sotto il profilo della raccolta differenziata. Quello di Casarza è stato un bel momento di confronto, dove chi ha voluto, ha potuto esprimere i propri dubbi e il proprio punto di vista. Come avevo annunciato, non vi è stato e non vi sarà nessun distinguo rispetto all’unità del Tigullio su questo tema”. E questa posizione è necessario che rimanga tale, senza se e senza ma.