di DANILO SANGUINETI
Calcisticamente si possono vivere diverse vite. Pablo Garin (a destra nella foto in alto) ha attraversato gli oceani (non metaforicamente) e può considerarsi non solo un calciatore dei due mondi ma anche un vero cultore della ‘pelota’, che dal professionismo al dilettantismo non ha mai abbandonato la passione per inseguire e calciare quella sfera che bene o male ha determinato la sua vita.
A 37 anni suonati ha deciso di rimettersi in gioco nel Moconesi Fontanabuona, società di Seconda Categoria. Centrocampista nato il 24 ottobre 1983 a Concordia in Argentina, venuto in Italia nel 2007, al Corridonia. Passato l’anno dopo nel Città di Castello, ebbe i suoi momenti di gloria in serie D (vinto il campionato con il Savona), nel torneo 2012-13 in serie C con la maglia dell’Entella. La formazione sfiorò la promozione in serie B e Garin nei play off con il Lecce segnò il gol del pareggio rivelatosi inutile ai fini della qualificazione. Nel 2014 tornò in serie D con la Lavagnese, poi due stagioni ancora nella massima categoria dilettanti con Gozzano e Cuneo.
Nell’ultimo quadriennio era sparito dai radar, nel 2019 appende le scarpe al chiodo. Intraprende un’attività lavorativa in proprio e va a risiedere in Fontanabuona. Abita accanto al campo del Moconesi. Rientrando dà un’occhiata agli allenamenti dei ragazzi in biancorosso. E…
“Scambiai quattro chiacchiere la scorsa primavera con Stefano Cirri, il capitano della squadra. Si allenavano solo perché i campionati dilettanti erano fermi causa pandemia. Mi chiese se volevo dar loro una mano. Ci ho pensato, il calcio mi mancava ma adesso ho altre priorità, la famiglia, il lavoro. Però il fatto che potevo allenarmi nel campo sotto casa, che l’impegno era relativo, che la società, dal presidente Vinciguerra ai dirigenti, ai giocatori, mi aveva fatto un’ottima impressione”.
A luglio la presentazione ufficiale della stella acquistata dai fontanini a costo…zero. “Mi sono detto: proviamoci. Ho visto cosa c’è dietro questa società, la voglia di andare in Prima Categoria. Perché non provare, riprendere a giocare, mettermi in discussione”.
È stata una discesa in un altro pianeta. “Non conoscevo alcunché della Seconda Categoria. Le regole sono sempre quelle, ma qui è proprio un altro mondo. Ho il vantaggio di avere giocato in alto ma conta relativamente. È stato importante entrare in sintonia con i compagni di squadra. La cosa che forse più mi ha sorpreso è trovare atleti veri, fisicamente dotati, alti e magri”.
Il fantasista italo-argentino ha saputo subito mettersi in sintonia con il mister. “Sono stato chiaro con i dirigenti e con mister Simone Garbarino. Starò a quello che mi dice, se mi mette in panchina ci andrò senza discutere. Se mi manda in campo darò il massimo, sempre che il fisico me lo permetta”. Sottolinea come sia stata una scelta di cuore e pancia, non dettata dal… portafoglio. “Non mi interessano i soldi, vivevo di calcio ma ora ho un’occupazione. Qui è una questione di passione e orgoglio”.
Il suo entusiasmo è contagioso: “L’unica ‘prepotenza’ che mi hanno concesso è quella di mettere una tassa in allenamento. Chi passando alza il pallone più di 50 cm da terra paga un euro. Naturalmente è uno scherzo, serve a cementare il gruppo”. Invece è rimasto impressionato dalla serietà del gruppo e la qualità delle infrastrutture. “La sede del club e l’impianto mi ricordano le serie dove ho giocato, anzi in certi campi di serie D non sono belli come questo dove ci alleniamo e giochiamo. Inoltre la dirigenza è ambiziosa e questo mi piace”.
Nel 2022 il Moconesi Fontanabuona compie trent’anni e vorrebbe festeggiare l’anniversario con una promozione. Il presidente Francesco Vinciguerra. “Volevamo provarci già in questa stagione, ma la ripartenza dopo la pandemia è stata problematica. Al momento siamo a centro classifica nel girone F di Seconda. Il Segesta e il San Lorenzo appaiono fuori portata”. Questo nonostante Garin abbia risposto in pieno alle attese. Illumina e segna a raffica, addirittura 4 reti in una sola partita qualche settimana fa a domicilio del S. Maria Taro. Garin è realista: “Darò il massimo sino alla fine e se non ci riusciamo in questo torneo, proveremo nel prossimo. Non posso tirarmi indietro dopo che mi hanno fatto un enorme regalo. Il Moconesi ha scelto come seconda maglia quella del Boca Juniors, la mia squadra del cuore. Con quella indosso mi sento un leone”. Gettato un ponte tra Fontanabuona e Argentina. Manca solo di inaugurarlo con una promozione.